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NONNI: LA SGAMATURA DI BABBO NATALE

Babbo Natale vintage clipart Immagine gratis - Public Domain Pictures

Cena del 24, figli e compagne, nipoti e nipotesse che non stanno seduti a tavola neanche un momento, i bambini in quanto tali, i figli e compagne per mostrare una qualche volontà di domare l’indomabile. I gemelli dormono. Corrono minacce, tipo “Babbo Natale non passa se non vi sedete”, “Adesso ce ne andiamo a casa nostra così, se passa, non vi troverà”, “Aspetta che arrivi e glielo dico io di non lasciarvi nulla, non ve lo meritate” . Però si grida meno del solito, c’è già abbastanza casino così. 

Alcuni pacchi sono sotto l’albero, sono quelli di amici e parenti. La giustificazione per i bimbi: “Da loro è passato prima perché non riesce sempre a servire tutti il 24 notte, ma se aprite i pacchi prima del tempo, il regalo svanisce” (quando cominci a mentire è un susseguirsi di balle una sull’altra). Nel nostro caso l’albero di Natale è un ficus benjamina in vaso con la stazza e la consistenza di un vero abete. Per l’occasione è vestito con lampadine a luce intermittente di vari colori; sembra l’insegna di un luna park, ma va bene lo stesso. La nonna ha deciso che quest’anno il tradizionale albero di plastica restava in cantina, insieme alle decorazioni. Sobrietà chiassosa, luci psichedeliche dei cinesi a basso consumo e poco altro. Gli odori delle cibarie hanno invaso la casa mescolandosi e modificandosi, ora sembra la sedimentazione di un bollito misto a porte aperte, ora la cottura scellerata di un cavolfiore. Ma nessuno li sente più. 

L’ansia da regalo genera tensione, l’attesa si fa convulsa. Suona il campanello, il Delinquente va ad aprire: è Babbo Natale con il sacco dei regali per tutta la famiglia. Il Delinquente arretra, spaventato. Non troppo, però. E’ curioso, tanto. La Scimmia 1, la più grande, sa già come funziona il mondo, solleva lo sguardo dalla protesi telefonica con cui scambia messaggi con i coetanei, anche loro sotto sequestro famigliare per la festa comandata. La Scimmia 2 - lei è nella fase del credo/non credo - si rifugia più lontano, vorrebbe credere che quell’omaccione barbuto è davvero Babbo Natale, ma sa che è altamente improbabile.

Lo fanno entrare e sedere sul divano, così che i nipoti possano mettersi sul tappeto (proprio come nei film americani che girano sulla tivù). Posa il sacco dei regali, lo apre con lentezza studiata. Non ha ancora detto niente, il Delinquente si avvicina con circospezione per sbirciare il contenuto del sacco. E’ ora che babbo Natale dica qualcosa e lo fa, ridacchiando come nei film (oh, oh, oh, oh): “Allora, siete stati bravi? Pensate di meritarvi qualche bel regalo?”. Di buon peso aggiunge: “Io so tutto di voi, per questo posso dire che siete dei bravi bambini e che i regali che vi ho portato sono molto belli, vedrete!”. 

Babbo Natale ha parlato troppo: per non farsi scoprire ha cercato di falsare la voce, fino al punto di produrre una specie di eloquio “alla rumena”: parlata cantilenante, accenti a caso e linguaggio semplificato all’eccesso. Il timbro riesce a cambiarlo, ma lo sforzo è davvero impari, qualche inflessione piemontese sfugge al controllo. Un momento di silenzio mentre ciascuno dei tre scarta il primo dei pacchi, poi il Delinquente non riesce più a trattenersi: “Ma è il nonno!”. Intanto non smettono di scartare e strappare, ma il dibattito è cominciato. 

Babbo Natale deve battere in ritirata prima che la sceneggiata diventi una tragedia, distribuisce i regali restanti e se la fila senza dire più nulla, solo un cenno con la mano. Ma il Delinquente insiste: “Era proprio il nonno!”. Vista la latitanza dei genitori, interviene la nonna: “Ti sbagli. Era proprio Babbo Natale, non hai visto che sapeva tutto di voi?”. “E allora, dov’è il nonno?”, borbotta il Delinquente giustificando così l’appellativo. 

“In cantina”, la nonna non si fa mettere sotto, “è andato a prendere il vino. Apri la porta e lo vedrai sulle scale che sta salendo. Anzi, vai ad aiutarlo, che è vecchietto”. Pensava, così dicendo, che la storia fosse finita lì e la leggenda ripristinata, ma il Delinquente non molla l’osso: “Nonno,”, lo accoglie sulla porta mentre sta entrando, “Babbo Natale sei tu!”. 

“Io? Come mai dici una cosa del genere"? Babbo Natale passerà fra poco e lo vedrai anche tu che non sono io”. Interviene la nonna: “E’ già passato mentre tu eri in cantina e ha portato i regali per tutti”. “Che peccato averlo mancato, avreste potuto chiamarmi! Lo avrei salutato volentieri”. Il Delinquente ha lo sguardo smarrito, non sa decidersi fra l’apprezzamento e il primo utilizzo dei giochi che ha ricevuto e la prosecuzione della discussione intorno alla natura e alla persona di Babbo Natale. Decide di lasciar perdere, almeno per il momento, per dedicarsi alla macchina spaziale telecomandata. La Scimmia 1 guarda il nonno con l’aria di chi ha già a mano tutti i misteri della vita; la Scimmia 2 è immobilizzata nella lotta interiore fra la bambina e la signorina. Il chiacchiericcio riprende tranquillo in attesa del taglio del panettone e brindisi allegato. La storia sembra finita lì, solo che… 

Quindici giorni dopo riaprono le scuole, i nonni entrano in modalità vacanza, finalmente un pezzo di giornata libera da impegni. Il nonno ha accompagnato il Delinquente a scuola la mattina e lo sta andando a riprendere all’uscita. La maestra, prima di consegnargli il pargolo, gli fa cenno di avvicinarsi. Non capita mai, il nonno si agita. Poi lei, con la naturalezza data dall’esperienza, gli dice: “Mi ha detto suo nipote che lui Babbo Natale ce l’ha in casa, ha la voce del nonno, l’eloquio e il timbro di un rumeno appena arrivato in Italia e una rete di complici pronti a sostenere qualunque cosa per non fargli fare brutta figura. L’anno prossimo posso approfittare anch’io?”.


IVAN E AMBRA, I GEMELLI

Pensavamo che anche la stagione di "nonni di neonati" volgesse al termine. Sono arrivati Ivan e Ambra a dirci che non è ancora quel tempo. La vita continua a riservarci nuove ed esaltanti sorprese.

I gemelli: mancavano ed eccoli qua!

Intanto chiariamo: Ivan è scritto prima di Ambra perché per primo è nato lui, anche se solo per qualche minuto. Ambra viene prima per raffinatezza, capacità di piangere con pudore e discrezione, occhi bassi come si conviene a una fanciulla di altri tempi, resistenza ai vizietti e signorilità nei lineamenti (chissà a chi assomiglierà!). Ivan è più incontrollabile, esterna sentimenti e bisogni senza troppi problemi, dei due è il maggiore e si vede da come organizza la sua presenza nel mondo. Dicono che  somigli a sua mamma. Per restare nell'ambito degli stereotipi, Ambra si lamenta quando qualcosa non va, quando qualche dolorino interviene a turbare la sua beatitudine di neonata che deve crescere e basta. Ivan non rispetta granché i tempi artificiali della vita, vuole mangiare quando ha fame, rutta senza troppa signorilità e non disdegna il classico capriccio gratuito, giusto per far vedere chi comanda. 

Tutti e due sanno di avere una grande fortuna: la sorella maggiore Cloe, quasi 13 anni di saggezza, simpatia, intelligenza e maturità. Si occupa di loro quando può, ma soprattutto si pre/occupa che crescano bene. Ancora di più lo farà quando Ivan e Ambra cominceranno ad affacciarsi al mondo delle relazioni umane, dell'esperienza e della socialità. Si intuisce che non vede l'ora di spiegare alle due creaturine come va il mondo. Aspetta il momento e poi comincerà. Cercano di aiutarla i due cuginetti (ramo paterno) Maria e Pietro, anche loro ansiosi di metterci le mani su per educarli al mondo nel migliore modo possibile. I due cuginetti del ramo materno, Lisa e Mattia, sembrano ansiosi di fare altrettanto. Dunque Ivan e Ambra possono stare tranquilli, al loro futuro bambinesco c'è chi ci pensa.

Anche loro, come i cuginetti, sono nati in una stagione confusa e crudele. Non sono solo le guerre, quelle esprimono su scala grande i contrasti e i conflitti che scoppiano in ogni momento fra le persone. Sembra che in questi tempi strani l'unica attività che ci resta sia quella di schierarci in fazioni, di scagliarci l'uno contro l'altro come cani rabbiosi. Col contraltare dell'opportunismo a go go, della recita sempre e comunque, della ricerca della soddisfazione immediata a qualunque costo, dell'invidia e delle volontà di sopraffazione del più debole. Una grande confusione, di quelle che lasciano presagire l'avvicinarsi di sconquassi tipici delle fasi di cambio di civiltà.

Ivan e Ambra faranno in tempo a patire di tutto questo, ma probabilmente - è il nonno, ottimista inguaribile, che parla - saranno anche i testimonials di un nuovo mondo: quello della collaborazione, delle comprensione, dell'amore, dell'empatia e della competitività solo con se stessi. Bisogna crescerli con questa idea ben chiara in testa, come tutti i bambini che aspettano di essere parte di un mondo migliore di questo. Già si intuisce dal loro debutto che sono tenaci, tranquilli e determinati, pronti a gioire della cura dei genitori e dell'attenzione che hanno nei loro confronti. Non potranno che continuare così, per essere parte del mondo che verrà.

Per intanto, le nonne aiutano e  percorrono la città con il bipasseggino e loro sopra che se la dormono. I nonni aspettano che crescano ancora un po' per introdurli ai piaceri della vita sociale. I genitori si affannano a gestirli al meglio (con due non è proprio una passeggiata), smentendo uno per uno i buoni propositi pre-nascita (li lascio piangere se sono solo capricci, non mi lascio mica commuovere...). Loro mangiano, dormono, fanno la cacca e testimoniano la loro presenza con determinata volontà di crescere bene e in pace.

Mariano

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2022


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