L'etica ridotta a etichetta, ultima trovata di un ceto politico che mescola ignoranza estrema e l'astuzia dello zotico in un impasto mefitico e velenoso, impegna l'Italia in una discesa senza fine. Non rassegnamoci
I fatti di corruzione che quotidianamente occupano una bella fetta delle cronache ci fanno ritrovare vecchie volpi della politica, ma anche tanti gggiovani rottamatori che hanno imparato fin troppo bene dai vecchi come si affossa un paese, spolpandolo fino all'osso e anche oltre. Una discreta parte dei corrotti è del PD - la statistica empirica ci dice che corrotti sono distribuiti fra i partiti più o meno in proporzione alla quota di potere che occupano per effetto del consenso ricevuto - che comanda oramai quasi dappertutto, tranne che nelle grandi regioni del nord, dove la corruzione non è certo assente.
L'impressione è che, giovani o vecchi che siano, il magna magna sia comunque forte e multiforme: non è quasi più dazione, mazzetta, ingrasso. E' più scambio di favori, fatture pagate da tizio a cui renderai il piacere con provvedimenti favorevoli; elargizioni mascherate da sconti, occhio di riguardo nelle alienazioni di beni pubblici: dalla casa popolare al bene messo all'asta, al terreno permutato, alla variante urbanistica, al project financing amorevole; ammiccamenti e incarichi di prestigio - che siano meritati o no è irrilevante - in cambio di azioni a favore di questa o quella lobby. La stessa che, sovente, corrisponde a una corrente del partito-taxi. Insomma, il solito, solo che stavolta è condito da una insolita creatività nella forma della corruzione e colorato dalle tinte scure di un paese che non riparte, stagna, si dispera, non sa che fare e aspetta sempre che qualcun altro provveda.
-
sabato, novembre 07, 2015
Letto il post in cui racconto di una incredibile "tentata truffa" ai danni del sistema sanitario, in parecchi mi hanno scritto e chiamato per ottenere più particolari e dettagli. Credevo che la storia importasse poco, sono stato sbrigativo e superficiale. La realtà è anche peggiore del racconto che ne ho fatto, dato l'interesse stavolta racconto tutto con precisione, così...
... quando la figlia della signora che si era rotta il braccio esce dal Pronto Soccorso con foto del negozio dove "deve" andare a comprare il tutore e prescrizione dell'aitante dottore, ha in mano un foglio nel quale c'è scritto che la mamma abbisogna di un "Tutore di spalla, tipo Desault", vale a dire un tutore generico (eccone uno). Non è nemmeno indicato nel nomenclatore del Ministero e il costo rimborsabile è di € 43.
Solo che la stessa prescrizione riporta, invece un codice di ben altra natura: 06.06.30.003, che corrisponde a un ausilio fatto su misura (eccone uno) che costa all'ASL € 335. Dunque, sulla stessa prescrizione di un tutore ci sono due indicazioni diverse: la prima quella di un tutore generico, la seconda tratta di un attrezzo su misura e di ben altra importanza.
Una volta ottenuto l'ausilio, il cliente cosa deve fare? Tornare all'ospedale e farsi vidimare la fornitura dal medico che l'ha prescritto e che lo certifica come conforme alla prescrizione stessa. Poi porta il foglio al negozio dove ha preso l'ausilio e lascia il tutto. Sarà il negozio a farsi rimborsare dall'ASL territoriale di competenza.
In questo caso cosa sarebbe potuto succedere? Facile: se la giovane signora fosse andata nel negozio "caldamente consigliato" dall'aitante dottore, avrebbe potuto ricevere lo stesso ausilio generico da € 43, Se lo sarebbe fatto vidimare dall'aitante dottore e l'avrebbe riportato al negozio. Il cui titolare avrebbe avuto in mano una prescrizione (asseverata) da € 335 di cui chiedere il rimborso. Capito, adesso?
Solo che la stessa prescrizione riporta, invece un codice di ben altra natura: 06.06.30.003, che corrisponde a un ausilio fatto su misura (eccone uno) che costa all'ASL € 335. Dunque, sulla stessa prescrizione di un tutore ci sono due indicazioni diverse: la prima quella di un tutore generico, la seconda tratta di un attrezzo su misura e di ben altra importanza.
Una volta ottenuto l'ausilio, il cliente cosa deve fare? Tornare all'ospedale e farsi vidimare la fornitura dal medico che l'ha prescritto e che lo certifica come conforme alla prescrizione stessa. Poi porta il foglio al negozio dove ha preso l'ausilio e lascia il tutto. Sarà il negozio a farsi rimborsare dall'ASL territoriale di competenza.
In questo caso cosa sarebbe potuto succedere? Facile: se la giovane signora fosse andata nel negozio "caldamente consigliato" dall'aitante dottore, avrebbe potuto ricevere lo stesso ausilio generico da € 43, Se lo sarebbe fatto vidimare dall'aitante dottore e l'avrebbe riportato al negozio. Il cui titolare avrebbe avuto in mano una prescrizione (asseverata) da € 335 di cui chiedere il rimborso. Capito, adesso?
-
giovedì, novembre 05, 2015
Una storia esemplare di questo paese dove tutti ci provano, tanti ci riescono e molti fanno finta di niente. Come si fa a fregare il Sistema sanitario facendola franca
“Signora, la mamma adesso sta bene… Il braccio che si è rotta è
immobilizzato e la frattura composta, ha bisogno di un tutore. Noi la teniamo
qui, le faccio la prescrizione (la mutua lo passa) così lei può andare a
prenderlo. Una volta che ce l’ha torna qui e dimettiamo la signora, speriamo
che stia meglio”. Deve essere andata più o meno così la conversazione
fra un valente dottore del Pronto Soccorso di un importante ospedale del
torinese e la figlia di un’anziana signora che si era fatta male cadendo. Solo
che poi il colloquio è continuato così:
“Ecco qua la prescrizione, vada nel negozio di via *******, che lo trova… Ha
capito bene dove deve andare? Aspetti, le mando sul cellulare una foto del
negozio, così non sbaglierà”. La signora, che abita in tutt’altra
direzione, decide invece di entrare in un negozio di sanitari vicino alla sua
abitazione. E’ munita di regolare prescrizione che riporta il codice del
nomenclatore, vale a dire del prontuario degli ausili protesici a prezzo
definito dalla Regione Piemonte. Serve ad evitare che lo stesso ausilio venga
venduto a prezzi diversi e che i meccanismi di rimborso possano incoraggiare
frodi a carico del sistema sanitario che rimborsa le spese. Il valente dottore ha
prescritto un ausilio che, dice alla signora, costa 322,39 euro oltre IVA, totale 335 euro...
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)
2019
-
C'è chi afferma che fra Cavour e Cirio non c'è poi tutta quella differenza, sempre Piemontesi sono... ... solo che il primo ha f...
-
Quando la retorica finisce per sfiancare anche l'ottimista più determinato, quello è il momento di fare ricorso alla ragione La sta...
-
Proviamo a raccontare una storia incredibile in modo comprensibile a tutti, anche a quelli che continueranno a sostenere di non aver capito....
-
Niente da fare: sono ancora troppi gli Italiani che leccano il culo dei potenti a prescindere da quello che dicono e fanno. Solo perché non ...
-
A seguito del post di Franco Maletti pubblicato su questo blog ( leggi ), un lettore gli ha scritto proponendogli il suo caso. Anche stavolt...

Categories
centrosinistra
Chiamparino
chiesa
CIDIU
Civica Collegno
Collegno
consiglio regionale
corruzione
Cronache da Topolinia
D'Alema
democrazia
Ecologia
ecologisti
educazione
elezioni 2018
elezioni amministrative
etica
Europa
Fassino
Fornero
giovani
Grillo
grugliasco
inceneritore
la Buona Scuola
La Stampa
Le Gru
Le Serre
legalità
Mafia Capitale
Maletti
mariano
mariano turigliatto
Merkel
Monti
Napoli
Napolitano
PdL
pensioni
Personale
primarie
Punto di Vista
Regione Piemonte
Renzi
Salvini
sindacati
sindacato
sindaco
Società
tav
Torino
Travaglio
Università
Veltroni
Vendola
Verdi
Villa Claretta
