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MA CHE BELLA IKEA


Franco Maletti, ex sindacalista CISL, interviene sulla vicenda IKEA 
Varianti urbanistiche e politiche sindacali di F. Maletti


Leggo su Repubblica delle apprensioni espresse dal rappresentante del sindacato del Commercio della Cisl Bruno Cordiano a seguito della decisione del Presidente della Provincia Antonio Saitta di non concedere l’autorizzazione a costruire in quel di La Loggia su terreni agricoli “considerate le tante aree industriali dismesse nella stessa zona e che potrebbero essere utilizzate senza manovre speculative che oltretutto sottraggono al territorio aree coltivabili”. 
Così perdiamo 300 nuovi posti di lavoro!” dichiara Cordiano. “Chiederemo un incontro per discutere!” aggiunge.
Caro Bruno, per discutere cosa? Che in cambio di 300 posti di lavoro si possa chiudere un occhio sulle speculazioni dell’Ikea?

GLI SMEMORATI DI COLLEGNO

… e i folgorati sulla via di Grugliasco e Rivoli
Il presidente  diventa ecologista!

In questa estate piovosa e piena di indizi di fine regime anche Antonio Saitta – coraggioso presidente della Provincia di Torino, a quanto si legge anche sciupafemmine – si sveglia e dice la sua, forte di un voto che bloccherebbe le concessioni per nuovi centri commerciali per un anno. L’iniziativa è meritoria, ma fuori tempo massimo: la provincia di Torino pullula già di grandi ipermercati, alcuni deserti, e di cantieri che ne realizzano altri già autorizzati.
Improvvisamente il Presidente scopre che le assunzioni promesse dai faccendieri che chiedono ai comuni varianti urbanistiche in cambio di occupazione sono tutte balle: noi lo sosteniamo – dati alla mano – da almeno vent’anni. La grande distribuzione genera posti di lavoro in misura minore di quelli che brucia con la distruzione del commercio al dettaglio.

Sempre il Presidente scopre che il territorio è un bene prezioso, che va preservato e valorizzato, lasciandolo intatto per le generazioni che verranno. Scopre anche che, se proprio bisogna costruire grandi insediamenti commerciali, è meglio farlo su aree già compromesse. Gli suggeriamo anche di prendere in considerazione l’idea che la riqualificazione del patrimonio edilizio da più lavoro – qualificato e continuativo - che non la grande opera, che il risparmio energetico potrebbe rilanciare l’economia e l’occupazione ben di più che le  tangenziali. Ma, se lo facessimo, ci prenderemmo la qualifica di estremisti, nemici del progresso e della civiltà, paladini di un ritorno indietro. I primi a puntare il dito sarebbero proprio i suoi compagni di partito, tanto abili nel gestire operazioni di grande consumo del suolo e di drenaggio delle risorse del territorio a favore della finanza.

L’IKEA di Collegno è un bell’esempio: me ne sono occupato, facendo incazzare tutti compresa la piccola sindaca collegnese. Se ne è occupato il mio amico Lava, sbertucciato anche lui quando ha chiesto quali e quanti posti di lavoro fossero stati generati dall’iniziativa, adesso si scopre da Saitta che le nostre peggiori previsioni erano tutte vere. Ora un'altra IKEA ben più piccola fa sussultare di ecologismo il coraggioso presidente: anche di questa me ne sono occupato e sempre facendo incazzare tutti, a cominciare dalla Bresso.

E’ proprio vero che d’estate i giornalisti hanno poco da scrivere, sennò qualcuno di loro chiederebbe a Saitta che cosa pensa di Mediapolis o, ancora, che posizione assumerà quando chiederanno varianti i Comuni di Grugliasco e Collegno, il primo per disfare ciò che resta della Pininfarina trasformando l’area in case e gli operai in un ricordo, il secondo per ampliareil P.I.P. sulla Statale 24.

A proposito, ma se la sigla P.I.P. vuol dire Piano di Insediamenti Produttivi, che ci fanno tutti quei supermercati? Per saperlo bisognerà chiedere a Collegno 2000, una società privata che veicola il nome di Collegno nel mondo, a cominciare da Palermo. Ma questa è un’altra storia.

Mariano

UN’ESTATE DI FINE REGIME…

La politica tocca il livello più basso, l’Italia annaspa, ma c’è chi lucra.
Storia di un'ordinaria porcata

avaro1 Mentre fiumi di inchiostro su giornali di tutti i colori deplorano la discriminazione che impedisce al merito di trionfare sulla raccomandazione, ai giovani di trovare la loro strada senza che i vecchi glielo impediscano per restare loro saldi in sella, al buoni di trionfare finalmente sui cattivi, alla legalità di soppiantare il latrocinio diffuso… ebbene mentre accade tutto questo e il paese si riempie della sana indignazione di chi pensa che si sia toccato il fondo, tutto va avanti come prima. E va bene così.
Prendiamo il mondo delle professioni, osserviamo come funziona e scopriamo che è una camorria che fa incazzare anche solo a parlarne. Tutti voi che leggete vi sarete indignati per lo sfruttamento che patiscono i produttori agricoli, costretti a vendere il frutto del loro sudore a prezzi irrisori, salvo poi trovarli nei nostri mercati e supermercati con ricarichi scandalosi, generati dalla catena delle mediazioni successive.

CHIOMONTE: DIDA E GIANFRANCO SCRIVONO

A tutti i mezzi di informazione (si fa per dire), in particolare radio e TV
Vergognatevi!
di Dida e Gianfranco Molinar

no_tav01g Oggi io e mia moglie, cittadini di Torino siamo stati a Chiomonte, partendo da Exilles, alla manifestazione NO TAV per esprimere il nostro sdegno per questa opera costosissima, inutile e che vedrà la luce fra circa 20 anni. Siamo alle fasi iniziali di opere di collegamento e di prova, non certo il tunnel con treni ad alta velocità e stiamo ragionando sulla realizzazione di sole opere di prova iniziali, senza ancora sapere bene fino in fondo chi pagherà tutta questa inutilità.
Noi saremmo più interessati ai treni ad alta qualità che non a quelli ad alta velocità nel rispetto dei diritti degli utenti e nel rispetto dell’ovvio meccanismo di impresa che regola il trasporto delle merci anche su rotaia, cosa del quale non si parla mai nel nostro paese e neanche ora con questo assurdo progetto.