La politica tocca il livello più basso, l’Italia annaspa, ma c’è chi lucra.
Storia di un'ordinaria porcata
Mentre fiumi di inchiostro su giornali di tutti i colori deplorano la discriminazione che impedisce al merito di trionfare sulla raccomandazione, ai giovani di trovare la loro strada senza che i vecchi glielo impediscano per restare loro saldi in sella, al buoni di trionfare finalmente sui cattivi, alla legalità di soppiantare il latrocinio diffuso… ebbene mentre accade tutto questo e il paese si riempie della sana indignazione di chi pensa che si sia toccato il fondo, tutto va avanti come prima. E va bene così.
Prendiamo il mondo delle professioni, osserviamo come funziona e scopriamo che è una camorria che fa incazzare anche solo a parlarne. Tutti voi che leggete vi sarete indignati per lo sfruttamento che patiscono i produttori agricoli, costretti a vendere il frutto del loro sudore a prezzi irrisori, salvo poi trovarli nei nostri mercati e supermercati con ricarichi scandalosi, generati dalla catena delle mediazioni successive.
Ebbene nel mondo delle professioni è perfino peggio. I grandi studi ( o quelli immanicati con la politica, nel caso di appalti pubblici) prendono gli incarichi importanti, quelli pagati profumatamente. Mica li sviluppano in casa, a loro volta subappaltano le parti meno piacevoli e redditizie così ci guadagnano su senza fare praticamente niente. Come fanno gli studi di serie b a stare a galla? Li affidano a collaboratori neanche assunti, magari con partita iva e stipendio al di sotto del limite di sopravvivenza. I loro titolari vanno in giro col BMW, loro con le automobili dei loro genitori, se sono fortunati.
Risultato: a forza di mediazioni e subappalti chi fa il lavoro non viene pagato neppure come la segretaria di chi l’ha avuto in commissione.
I contadini hanno almeno le sovvenzioni, loro un cazzo.
Mariano
Storia di un'ordinaria porcata
Mentre fiumi di inchiostro su giornali di tutti i colori deplorano la discriminazione che impedisce al merito di trionfare sulla raccomandazione, ai giovani di trovare la loro strada senza che i vecchi glielo impediscano per restare loro saldi in sella, al buoni di trionfare finalmente sui cattivi, alla legalità di soppiantare il latrocinio diffuso… ebbene mentre accade tutto questo e il paese si riempie della sana indignazione di chi pensa che si sia toccato il fondo, tutto va avanti come prima. E va bene così.
Prendiamo il mondo delle professioni, osserviamo come funziona e scopriamo che è una camorria che fa incazzare anche solo a parlarne. Tutti voi che leggete vi sarete indignati per lo sfruttamento che patiscono i produttori agricoli, costretti a vendere il frutto del loro sudore a prezzi irrisori, salvo poi trovarli nei nostri mercati e supermercati con ricarichi scandalosi, generati dalla catena delle mediazioni successive.
Ebbene nel mondo delle professioni è perfino peggio. I grandi studi ( o quelli immanicati con la politica, nel caso di appalti pubblici) prendono gli incarichi importanti, quelli pagati profumatamente. Mica li sviluppano in casa, a loro volta subappaltano le parti meno piacevoli e redditizie così ci guadagnano su senza fare praticamente niente. Come fanno gli studi di serie b a stare a galla? Li affidano a collaboratori neanche assunti, magari con partita iva e stipendio al di sotto del limite di sopravvivenza. I loro titolari vanno in giro col BMW, loro con le automobili dei loro genitori, se sono fortunati.
Risultato: a forza di mediazioni e subappalti chi fa il lavoro non viene pagato neppure come la segretaria di chi l’ha avuto in commissione.
I contadini hanno almeno le sovvenzioni, loro un cazzo.
Mariano