… e i folgorati sulla via di Grugliasco e Rivoli
Il presidente diventa ecologista!
In questa estate piovosa e piena di indizi di fine regime anche Antonio Saitta – coraggioso presidente della Provincia di Torino, a quanto si legge anche sciupafemmine – si sveglia e dice la sua, forte di un voto che bloccherebbe le concessioni per nuovi centri commerciali per un anno. L’iniziativa è meritoria, ma fuori tempo massimo: la provincia di Torino pullula già di grandi ipermercati, alcuni deserti, e di cantieri che ne realizzano altri già autorizzati.
Improvvisamente il Presidente scopre che le assunzioni promesse dai faccendieri che chiedono ai comuni varianti urbanistiche in cambio di occupazione sono tutte balle: noi lo sosteniamo – dati alla mano – da almeno vent’anni. La grande distribuzione genera posti di lavoro in misura minore di quelli che brucia con la distruzione del commercio al dettaglio.
Sempre il Presidente scopre che il territorio è un bene prezioso, che va preservato e valorizzato, lasciandolo intatto per le generazioni che verranno. Scopre anche che, se proprio bisogna costruire grandi insediamenti commerciali, è meglio farlo su aree già compromesse. Gli suggeriamo anche di prendere in considerazione l’idea che la riqualificazione del patrimonio edilizio da più lavoro – qualificato e continuativo - che non la grande opera, che il risparmio energetico potrebbe rilanciare l’economia e l’occupazione ben di più che le tangenziali. Ma, se lo facessimo, ci prenderemmo la qualifica di estremisti, nemici del progresso e della civiltà, paladini di un ritorno indietro. I primi a puntare il dito sarebbero proprio i suoi compagni di partito, tanto abili nel gestire operazioni di grande consumo del suolo e di drenaggio delle risorse del territorio a favore della finanza.
L’IKEA di Collegno è un bell’esempio: me ne sono occupato, facendo incazzare tutti compresa la piccola sindaca collegnese. Se ne è occupato il mio amico
Lava, sbertucciato anche lui quando ha chiesto quali e quanti posti di lavoro fossero stati generati dall’iniziativa, adesso si scopre da Saitta che le nostre peggiori previsioni erano tutte vere. Ora un'altra
IKEA ben più piccola fa sussultare di ecologismo il coraggioso presidente: anche di questa me ne sono occupato e sempre facendo incazzare tutti, a cominciare dalla Bresso.
E’ proprio vero che d’estate i giornalisti hanno poco da scrivere, sennò qualcuno di loro chiederebbe a Saitta che cosa pensa di Mediapolis o, ancora, che posizione assumerà quando chiederanno varianti i Comuni di Grugliasco e Collegno, il primo per disfare ciò che resta della Pininfarina trasformando l’area in case e gli operai in un ricordo, il secondo per ampliareil P.I.P. sulla Statale 24.
A proposito, ma se la sigla P.I.P. vuol dire Piano di Insediamenti Produttivi, che ci fanno tutti quei supermercati? Per saperlo bisognerà chiedere a
Collegno 2000, una società privata che veicola il nome di Collegno nel mondo, a cominciare da Palermo. Ma questa è un’altra storia.
Mariano