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Tutti in Chiesa: gli americani riscoprono la fede.

Anteprima

 

di Patrizio Brusasco

 

Appena avuto visione dei giornali di oggi, non ho potuto fare a meno di pubblicare una riflessione che ben si sposa con l'articolo di ieri su Torino Spiritualità.

Su La Stampa infatti c'è un bell'articolo sulla crisi finanziaria americana, ormai ahinoi mondiale, che ci racconta di come grandi top manager della finanza di Wall Street stiano affollando le chiese in cerca di un conforto morale! Mi viene da pensare che è proprio vero che l'essere umano si rivolge al Supremo solo come estrema ratio, ergo nei momenti di disperazione, di infelicità, di malattia, di prossimità all'ora estrema...ma sempre meglio che niente penserà il Signore che, come tutti sappiamo, rimane imbattibile anche in fatto di misericordia.

Però mi lascia divertito questo fatto. Ovvero della grande superpotenza statunitense che si riscopre umana e dunque di grandi fragilità dotata...appare agli occhi di noi tutti persino più simpatica, capace di orientare il suo sguardo anche oltre la siepe e, in questo caso, verso l'infinito.

Insomma siamo un po' tutti come dei monelli discoli che contraddicono i richiami e gli avvertimenti della mamma, salvo poi correre corrucciati al suo capezzale in cerca di aiuto e di conforto per i duri accadimenti della vita. E la sua voce suadente ma severa ci incalza: "Te l'avevo detto o no, caro figlio mio'!"

Per quanto grandi e potenti e importanti ci crediamo o siamo,  rimaniamo in realtà sempre soli e indifesi, e certamente una piccolissima cosa...ricordarcelo qualche volta prima di commettere i soliti errori potrebbe esserci salutare, per la nostra singola vita, per il mondo intero.

 

Torino, Un Salotto Culturale.

(Foto La Stampa)

di Patrizio Brusasco

Si sono concluse ieri, nel nostro capoluogo piemontese,  due manifestazioni di prim'ordine legate al mondo della cultura: Torino Spiritualità e Portici di Carta. Ed è stato un tale successo che non possiamo non dichiarare la nostra soddisfazione per la piena riuscita di simili appuntamenti, decisamente controcorrente rispetto alle discutibili abitudini culturali della società odierna.

Polemiche a parte, mosse recentemente dalle colonne de La Voce del Popolo di Torino,  ma con lo scopo di far riflettere noi tutti sul significato della parola spiritualità nel mondo contemporaneo relativizzato, le due kermesse hanno evidenziato la grande propensione dei torinesi e dei molti turisti, affluiti appositamente per  gli eventi, nel partecipare motivati a offerte culturali che spingono alla riflessione e all'approfondimento.

Ciò che suscita un particolare apprezzamento, e ci fa capire che la società è affatto diversa da quella con cui ci vogliono indottrinare sul piccolo schermo e sui media in genere, è la fedeltà (è il caso di spendere questo termine certamente desueto) con la quale la "gente" ama seguire Torino Spiritualità, affermando la necessità di affrontare le ardue tematiche spirituali alla luce di variegati punti di vista, integrando tutte le esperienze religiose e mistiche, ripristinando altresì il valore religioso della laicità, capace di ergersi, anzi di abbracciare e comprendere,  tutti i dogmi alla luce dell'analisi scevra da pregiudizi o da campanili spirituali. E questo è un bel segnale per tutti coloro che non comprendono le presunte rivalità tra un credo e l'altro, alla luce dell'unicità conclamata di dio.

Vorrei dare quindi anch'io il mio piccolo contributo alla discussione interreligiosa per quel poco che penso di aver appreso, mosso dalla curiosità, durante gli studi universitari: tutti - e non capisco perché nessuno abbia mai fatto chiarezza e debba forse essere io il primo, o giù di lì, a renderlo pubblico - tendono a dividere le grandi religioni in monoteiste e politeiste: il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islamismo, tradizionalmente monoteisti, mentre gli hindù, politeisti...a parte poi le religioni animistiche, sciamaniche e il buddhismo che è una religione "atea". In realtà, un qualsiasi mediocre studioso di religione sa che l'induismo è fortemente monoteista, basti leggere i Veda e i testi filosofici come le Upanishd, che tanto piacevano al nostro filosofo Schopenhauer (chiamò il suo cane Atma - "Anima"), per averne una nitida visione, ma ancora oggi nessuno tende a far chiarezza e francamente non capisco proprio il perché. Al limite, nel caso induista, si potrebbe parlare di un monoteismo politeista, dove le varie divinità del ricco pantheon indù ricordano le varie funzioni dell'unico dio; ma sottigliezze a parte, l'induismo rimane, almeno per quello che mi è dato a intendere, monoteista, proprio come le altre religioni.

Decisamente più laica l'affermazione di Portici di Carta che ha mostrato una passione per la lettura, nonostante che i dati  spesso contraddicano tale esperienza, che accomuna giovani e meno giovani, uomini e donne. E sorprende fino a un certo punto che alla fine siano sempre i classici a emergere sul gotha degli autori oppure, e questo non stupisce per nulla, le ultime uscite di forte impatto mediatico ovvero relative a temi sensibili che ci toccano da vicino.

Ne esce dunque rafforzata l'editoria e tutto il comparto che muove, e naturalmente le persone che si avvicinano alla lettura, capace, più di ogni altro media, di parlare al cuore o all'animo della gente, magari con la presunzione e l'illusione di renderci tutti migliori, almeno per qualche fugace attimo.

 

 

La nota sul Consiglio regionale.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

Dopo una due giorni intensa in Aula consiliare si è arrivati all'approvazione del bilancio di assestamento 2008, gravato come sempre dal cospicuo deficit legato alla Sanità.

Il vicepresidente della giunta regionale Paolo Peveraro si è detto molto soddisfatto  poiché: "E' la prima volta - ha dichiarato subito dopo la chiusura dei lavori -  ed è un fatto unico nel panorama delle regioni italiane che i conti della sanità vengano messi a posto in modo da coprire l'intero deficit dell'anno in corso già in fase di assestamento, senza che una parte finisca per gravare sugli anni successivi". Anche se dal punto di vista della minoranza, per voce del suo leader Angelo Burzi, non pare affievolita la forte preoccupazione per le ampie dimensioni assunte dal debito pubblico della Regione.

Nello specifico la manovra, che mira principalmente alla copertura del buco ingente causato come sempre dalla sanità,  prevede una ridistribuzione di 300 milioni di spese in conto capitale per investimenti e 90 milioni di euro di tagli alle spese correnti, necessari peraltro per garantire il rispetto dei limiti imposti dal patto di stabilità, ma che non incideranno sugli impegni già assunti dall'ente regionale per il 2008.

E ancor più nel dettaglio di questi 300 milioni di euro altri 100 milioni sarebbero destinati al finanziamento integrale della chiusura dei programmi Docup (Documento unico di programmazione), 5 milioni verranno assegnati all'Arpa, 1 milione servirà per implementare il Fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro, raddoppiando la somma a oggi disponibile; 837.000 euro saranno inoltre destinati  all'incentivazione da parte del personale regionale dei mezzi pubblici, e 3 milioni di euro infine sono stati stanziati a vantaggio del turismo religioso e in previsione della prossima Ostensione della Santa Sindone.

Una volta messi a posto i conti ora si può tornare a lavorare con tranquillità e con il vento in poppa sui grandi temi del momento, primo su tutti il federalismo fiscale. Ne parleremo sicuramente a lungo nel prossimo futuro.

 

 

 

Il pensiero sbrigativo.

 
"La richiesta del maestro unico rivela un'avversione per la complessità": lo ha scritto Michele Serra mercoledì 24 settembre sulle colonne di "Repubblica" in un lungo articolo che replica all'intervento di Edmondo Berselli pubblicato due giorni prima sullo stesso quotidiano.
"Se la parola-totem della sinistra, da molti anni a questa parte, è complessità (...) quella della destra (vincente) è semplicità", scrive Serra. Un'analisi lucida e spietata che merita di essere letta e di favorire una riflessione.
 
 

"Non togliete la scorta a Masciari".


 
Sono una trentina i consiglieri regionali firmatari dell’appello promosso da Mariano Turigliatto che chiede il ritiro del provvedimento di revoca della scorta a Pino Masciari, testimone di giustizia che undici anni fa ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica.
Il provvedimento di revoca della scorta è stato comunicato qualche giorno fa dal presidente della Commissione centrale di protezione, Alfredo Mantovano, che ha autorizzato il testimone di giustizia “a muoversi in autonomia” da solo e con mezzi propri.
Si legge nella lettera firmata da Turigliatto e dagli altri consiglieri: “Pino Masciari da diversi anni ha intrapreso questo percorso di testimonianza della sua storia; la scorta revocata non gli garantisce la sicurezza nei viaggi che affronta per incontrare le istituzioni locali, i ragazzi delle scuole di tutta Italia, le associazioni Antimafia e gruppi sociali, che lo invitano come esempio di Resistenza alle mafie”.
E ancora: “I sottoscritti deplorano la decisione del presidente della Commissione centrale di protezione perché da un lato non considera i rischi che gravano su un testimone di giustizia, in virtù delle sue denunce; dall'altro “autorizza” gli spostamenti di Pino Masciari, come se la vita dei testimoni potesse essere decisa da chi invece deve garantirne la protezione”.
Per poi concludere: “Non è cessata l’emergenza malavita organizzata, le mafie non sono sconfitte e i personaggi-simbolo nell’affermazione dei valori della legalità e dello Stato di diritto vanno protetti e tutelati affinché possano svolgere l’importante ruolo di  testimonianza, educazione e promozione dei valori della legalità”.
L’appello è rivolto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al ministro dell’Interno, Roberto Maroni e allo stesso Alfredo Mantovano.


Per saperne di più su Pino Masciari: http://www.pinomasciari.org

 

 

Beviamo il latte crudo.

 
 
Lo scandalo cinese del latte alla melamina sta scatenando la psicosi da latte in polvere anche in Europa, tanto che è di poche ore fa la notizia di alcuni sequestri preventivi in un paio di città italiane.
Tuttavia nel nostro paese si sta felicemente affermando la realtà dei distributori di latte crudo: il latte allo stato naturale, così com'è prodotto dalla mucca, prima ancora che venga pastorizzato e impacchettato.
Torino e provincia totalizzano al momento oltre 60 distributori automatici, solo Milano ha finora fatto meglio.
Con l'aiuto del sito web www.milkmaps.com pubblichiamo l'elenco aggiornato dei distributori automatici di latte crudo esistenti in Piemonte. Invitiamo chi ne conoscesse altri a segnalarcelo, assieme a eventuali imprecisioni.

LEGGI L'ELENCO COMPLETO DEI DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI LATTE CRUDO  

Sport, assicurazione scoperta.

  

Talmente semplificata da dover essere rivista. E’ questo il senso dell’interrogazione che Mariano Turigliatto ha rivolto al presidente del Consiglio regionale in merito alla legge che dallo scorso 25 giugno non rende più necessario il certificato di sana e robusta costituzione per chi svolge “attività ludico-motoria a fini ricreativi per attività sportiva non agonistica”.

In pratica, da circa tre mesi chi frequenta la piscina per il nuoto libero o la palestra per la partita di calcetto con gli amici non deve più passare dal medico di famiglia a richiedere il certificato, rilasciato a pagamento dietro il versamento di circa 30 euro. Un’abrogazione che ha sicuramente prodotto una semplificazione, ma anche un problema: “Nei corsi per i quali è prevista copertura assicurativa – spiega Turigliatto – le compagnie di assicurazione non riconoscono la copertura stessa per via dell’assenza di certificato medico preventivo. Una situazione che va a danneggiare chi pratica e chi gestisce queste attività sportive”.

E’ infatti noto che, nel caso di attività sportiva continuativa e non agonistica, gli iscritti godono di una copertura assicurativa che è di norma stipulata dalle società di gestione degli impianti e delle attività, spesso con il tramite della federazione sportiva di riferimento. Tutte queste polizze prevedono la produzione del certificato di sana e robusta costituzione. Nella sua interrogazione Turigliatto chiede allora quale sia l’esatta applicazione della norma (occorre produrre il certificato medico? se sì, per quali attività?) e se i medici di base e le società che gestiscono attività sportive hanno ricevuto disposizioni dall’assessorato alla Salute in merito a regolamento o circolari applicative.

 

Computer: si parte il 7 ottobre.

"Un computer per ogni bambino" vivrà il suo primo momento pubblico martedì 7 ottobre, alle ore 17, presso la scuola elementare "Don Milani" di via Arnaud 19 a Rivoli. In quell'occasione verrà annunciato l'avvio della sperimentazione che coinvolgerà il Primo circolo didattico di Rivoli e la direzione didattica "Alfredo D'Andrade" di Pavone Canavese.
Come noto, i libri di testo dei bambini saranno sostituiti da un piccolo computer a basso costo e ultraportatile, comodo da mettere nello zainetto per essere portato anche a casa. Un'iniziativa promossa dal gruppo consiliare Insieme per Bresso che, oltre alle due scuole di Rivoli e Pavone Canavese, coinvolge anche il “Majorana” di Grugliasco, cui toccherà occuparsi della preparazione e della manutenzione dei “JumPC” messi a disposizione da “Olidata” per i bambini delle due scuole elementari.
"Un computer per ogni bambino" ha intanto già avuto l'onore della prima pagina dell'inserto "Nord Ovest" de "Il Sole 24 Ore" nell'articolo firmato da Fabrizio Pasquino che potete leggere qui di seguito.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO DA "IL SOLE 24 ORE"

 

Giovedì sera il debutto di Civica.

Sarà la sala "Pasquale Cavaliere" di via Palazzo di Città 14 a ospitare giovedì 18 settembre, a partire dalle ore 21, il primo dei due appuntamenti organizzati da CIVICA, il movimento democratico del Piemonte che da qualche mese riunisce le diverse esperienze di governo civico presenti in Comuni medio-piccoli del Piemonte.
Domani sera il professor Angelo Tartaglia, docente di Fisica alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, parlerà di "Mobilità sostenibile, politiche trasportistiche e grandi opere". Un'occasione importante per approfondire un tema che coinvolge l'intero territorio e nell'ambito del quale verranno prese a breve decisioni molto importanti.
Quella di domani sarà la prima uscita pubblica di CIVICA. L'incontro sarà aperto a tutti e sarà disponibile - per chi non potesse intervenire di persona - in diretta streaming su questo stesso sito web.

 

 


 

 

E PENSARE A STUDIARE E A INSEGNARE...NO?!.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

PROLOGO:

"Semel in anno licet insanire" - Seneca (Una volta all'anno è lecito fare il pazzo) - soprattutto per reazione alle continue bestialità che si odono ubiquamente

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La scuola sforna sempre più dei Lucignoli e dei Pinocchi!

Tra una riforma e l'altra, periodi di restaurazioni varie e di controriforme, di rigurgiti dal sapore di uno sbiadito '68 e di epiteti  tanto suggestivi quanto inconcludenti - vi ricordate "la pantera"? -, è solo intorno ai quaranta di età, e cioè verificata l'impossibilità di ottenere quei sacrosanti diritti, soprattutto qualora conseguiti senza appoggio alcuno, che si capisce la potenza e l'ineluttabilità della macchina tritacarne della società che, da un lato, ti ammansisce, sotto la paternalistica e maternalistica educazione-formazione, con l'illusione dei valori meritocratici, dell'onestà e di tante altre panzane simili, ma vorrei dire "puttanate" senza senso, rivendicando l'uso letterario della parola volgare in seno a una società demente, dall'altro, nella sua unica espressione, ti macella e ti rende come un drop out, cioè un emarginato, un fallito se preferite, quasi un parya, il cui disonore si ascrive a quello di non riuscire onestamente a trovare un lavoro adeguato ai sacrifici e agli sforzi profusi, ultimo dei Mohicani nonché "fesso" metastorico e pronto a entrare nell'empireo dell'epica, magari persino studiato in qualche tesina di sociologia di quarta categoria.

Ieri è iniziata la scuola primaria e dunque per celebrarla ho voluto pormi e porvi una semplice, primaria nonché elementare, trattandosi di scuole elementari, domanda: ma perché in questo cavolo di Paese non si pensa, dall'alto degli scranni ministeriali, a far insegnare e a far studiare i discenti, cercando di inculcare nelle zucche di tutti l'importanza e il piacere dello studio?!....magari citando il sommo Dante - dai, me la voglio proprio tirare - col classico: "fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtude e canoscenza" (spero che sia giusto!, se no sai che figura!).

Migliorie a parte, come una  maggiore razionalità dei percorsi formativi, lo snellimento di alcune obesità didattiche, una maggior vicinanza al mondo del lavoro, il ripristino del diritto allo studio e via dicendo....ma si vorrà pensare, oltre che alla forma, ai contenuti e dunque all'insegnamento e allo studio. Potete fare tutti i cambiamenti che volete, ma il perno sul quale tutto gira è, in questo caso, lo studio, ovvero teste sui libri, e l'insegnamento della migliore qualità, si spera e si pretende. Tutto il resto sono panzane, mere panzane, solo panzane.

E secondo me di studiare non se ne parla mai! Forse perché per mantenere questa massa di dementi, energia vitale per i dirigenti di questo schifoso sistema mondiale, è necessario parlare delle copertine dei libri piuttosto che del sapere che contengono.

Come infatti potrebbe reggersi una simile società, strutturata e basata su meccanismi e bisogni dementi, se si rendessero capaci e intellettualmente vivi i membri-tasselli di questo mosaico? E allora si deve ragionare con la pancia o col basso ventre perché lo show possa andare avanti, mentre la testa serve solo più per vomitare stronzate, oh scusate...deiezioni, direbbe un raffinato intellettuale radical chic : figura letteraria di sinestesia!...ovvero uso aulico della volgarità!

Questo per dire che studiare serve anche a divertirsi, perché in questa presunta società di raffinati - i truzzi avanzano a piè spinto - mandare a quel paese qualcuno con classe presuppone anni e anni di frequentazioni scolastiche, con impegno naturalmente; per dire che gli stupidi riescono meno anche nelle volgarità che tanto li attraggono....BUON STUDIO allora, se non altro per imparare a insultare meglio e divenire un vero Bachelor of Arts della trivialità...ah...ah...ah!

E mi raccomando...puntuali al suono della campanella!

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EPILOGO: è anche vero altresì che sarebbero gli adulti a dover tornare sui banchi di scuola per impedire il cosiddetto analfabetismo di ritorno e per risvegliare i sopiti  prodromi della buona educazione, tipo rispondere prego al grazie o dire grazie qualora la circostanza lo preveda; non mandare a quel paese gli automobilisti nel traffico cittadino, lasciare passare i pedoni sulle strisce pedonali.....: sarebbe già un bel viatico per la deriva comportamentale di oggi.

 

 

 

Quanto costa chiudere Alitalia.

 


 Sulla questione Alitalia molto s’è scritto e si sta scrivendo in queste ore di frenetica trattativa. Una delle domande più frequenti è: ma quanto ci costa chiudere Alitalia? Ha provato a dare una risposta efficace Carlo Scarpa, professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Brescia e redattore del sito www.lavoce.info. La risposta è di quelle che fanno tremare i polsi: chiudere Alitalia costerà allo Stato quasi tre miliardi di euro.

 
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO DAL SITO WWW.LAVOCE.INFO

 

 

Stop libri, a scuola con il computer.

 

Primo giorno di scuola con molte novità  - alcune effettive, altre solo annunciate, tutte perlopiù sgradite  – che interessano studenti, genitori e docenti. Il mese di ottobre porterà invece una novità che interesserà le scuole elementari di Rivoli e Pavone Canavese: i libri di testo dei bambini saranno sostituiti da un piccolo computer a basso costo e ultraportatile, comodo da mettere nello zainetto per essere portato anche a casa.
L’iniziativa si chiama “Un computer per ogni studente” ed è stata promossa dal gruppo consiliare Insieme per Bresso che nei giorni scorsi ha stipulato l’accordo con le elementari di Rivoli (Primo circolo) e Pavone Canavese, nonché con il “Majorana” di Grugliasco. Agli allievi della classe Quarta A dell’Istituto tecnico di Grugliasco toccherà preparare e occuparsi della manutenzione dei “JumPC” messi a disposizione da “Olidata” per i bambini delle due scuole elementari.
Il Primo circolo di Rivoli effettuerà una sperimentazione che durerà per l’intero anno scolastico e coinvolgerà tutti gli allievi della classe Quinta A. Durerà invece per il primo quadrimestre l’esperienza di Pavone Canavese.
Un pool di insegnanti composto da Dario Zucchini, Paola Limone e Marco Guastavigna ha predisposto unità didattiche rivolte ai docenti che si misureranno con l’insegnamento attraverso l’ausilio dei pc. Lo stesso pool monitorerà con costanza il progetto: nei primi mesi del 2009 sarà già possibile compierne un’analisi e diffonderne i dati attraverso un tavola rotonda.
“In questo modo – ha detto Mariano Turigliatto – contiamo anche di ridurre gradualmente l’utilizzo dei libri e il divario digitale che si separa dalle altre nazioni europee”.

 

"Unaltra opposizione è possibile".

 

Interessante intervista a Paolo Flores D'Arcais, direttore di "Micromega", domenica scorsa sulle pagine nazionali de "La Stampa" a firma di Jacopo Jacoboni.
Molto lucida l'analisi del giornalista e filosofo, perentorio nell'affermare che oggi "un terzo di italiani non ha più strumenti di rappresentanza politica né di espressione mediatica".

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

 

Giardino del Popolo a Corfù.

 

 

In rappresentanza del Consiglio regionale, Mariano Turigliatto ha preso parte lo scorso 8 settembre a Corfù, in Grecia, all'inaugurazione del Giardino del Popolo, il monumento in memoria dei caduti e dei reduci della Divisione Acqui e dei corfioti che aiutarono molti militari italiani braccati dalle truppe tedesche dopo la loro resa. "Mi ha colpito - ha detto Turigliatto - il modo in cui tutti i presenti hanno evidenziato l'aspetto resistenziale su quello militare. Un esempio di 'altra Resistenza' che è emerso nelle parole delle autorità italiane, greche e militari".
Assieme a Turigliatto anche l'assessore regionale alla Cultura, Gianni Oliva, la consigliera Mariangela Cotto e il sindaco di Corfù, Sotiris Mikalef. La realizzazione dell'opera è stata resa possibile dal contributo stanziato della Regione Piemonte nell'ambito delle iniziative per la Valorizzazione della Memoria.

 

La piscina di Grugliasco.

 

 
Sul numero di "Luna Nuova" ieri in edicola, a firma di Oscar Serra, compare un articolo intitolato "La Rari deve rimanere" che resoconta la raccolta firme promossa da Grugliasco democratica a sostegno della società sportiva che da quasi dieci anni gestisce l'impianto di corso Torino.

"Luna Nuova" è il bisettimanale d'informazione locale delle valli Susa e Sangone e della cintura ovest di Torino.
Esce in edicola il martedì e il venerdì.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

 

Mio Dio come siamo caduti in basso.

di Mariano Turigliatto 

Aula universitaria, ore 14,30 di venerdì 5 settembre. Ragazzi e ragazze (sono in maggioranza) in trepidante attesa di essere chiamati da una addetta che, sulla porta, sfoglia l’elenco per consegnare a ciascuno un talloncino di riconoscimento.
Con discreta efficienza i candidati vengono ammessi all’aula; a ciascuno viene assegnato un posto con tutto il necessario. Prendo posto in fondo, come mi dicono di fare.
La fese di accreditamento dei candidati dura circa tre quarti d’ora: alle 15,15 prende il via la prova e riceviamo l’ordine di aprire le buste. Ci fanno sapere che abbiamo un’ora di tempo.
Le domande sono 100, dunque una media di 33 secondi per domanda, davvero un po’ poco, visto che alcune richiedono la lettura di brani non sempre chiari e che necessitano di qualche riflessione in più. Pazienza…
Ci sono i giochini coi numeri e con le forme, ci sono le domande di lettura di qualche tabella, domande da pervertiti su testi sovente scritti apposta per confondere… ma anche le famigerate domande di cultura generale. Eccone alcune che ricordo a memoria:
“In cosa si era laureato Freud?”: tra le cinque possibilità di risposta c’era sia Medicina che Psichiatria, ma poi a cosa serve?  
“Quale dei seguenti paesi non ha partecipato alla guerra dei trent’anni (1618-1648)?”. L’elenco era fatto di paesi  che hanno combattuto gran parte delle guerre europee. Ho dovuto pensarci a lungo… e ho insegnato storia per oltre vent’anni!
E poi ancora l’Innominato, Giasone e il Vello d’oro, il motto dell’Unione europea e altri quiz copiati spudoratamente da Mike Bongiorno.
Eh già! Altro che test attitudinali, questi sono giochi di nozionismo scemo, di quello che fa malissimo alla scuola e che produce danni inenarrabili perché accredita l’idea che la cultura sa fare bene le parole crociate.
E così, mentre guardavo quei ragazzi giocarsi un anno in quel modo pensavo a quanto sarebbe stato bello se su quei banchi ci fossero stati gli insegnanti: costretti a giocarsi un anno di lavoro con quelle domandine del ….
Già l’idea del numero chiuso fa a pugni con una società aperta e inclusiva, capace di trovare modi per aiutare chi vuole provarci, ma che poi si realizzi in questo modo è davvero troppo.
Non è una questione banale: dato che vogliamo conoscenza e sviluppo dolce, sempre più ognuno di noi troverà a entrare e uscire dal sistema formativo per tutta la sua vita, integrando lavoro e studio per restare al passo e contribuire efficacemente all’innovazione necessaria. Come si fa? Serviranno forse questi test per riportare il nostro paese dove vorremmo che fosse?  

 

Cara amica e caro amico.

In questi mesi molte iniziative “dal basso” sono nate nel tentativo di promuovere un cambiamento vero nella nostra società, prodotto dalla voglia di partecipazione e di autentica democrazia. Ora un gruppo significativo di liste civiche della nostra regione, insieme ad associazioni e singoli cittadini interessati, ha dato vita a CIVICA, una realtà che intende occuparsi di politica,  del futuro delle nostre comunità, che vuole porsi come supporto alle esperienze di attività civica, quindi locale, e come stimolo alla partecipazione democratica dal basso.  

Il nostro sembra un paese rassegnato, apparentemente insensibile alle continue violazioni alla libertà, alle regole del vivere comune, alle esigenze di lasciare alle generazioni future risorse e un ecosistema in cui vivere in serenità, armonia e in modo sostenibile. Siamo convinti però che sotto la cenere arda, invece, una voglia di reagire e di riscoprire una dimensione politica che parta dalla società civile, dai nostri comuni, dalle associazioni, dalle attività di volontariato e di servizio sociale. Un’attività politica lontana da partiti chiusi e autoreferenziali, vicina ai cittadini, alle loro aspettative alla loro voglia di un futuro migliore.  E proprio partendo da questi presupposti che CIVICA ha deciso di organizzare un ciclo di conferenze/incontri su alcuni  temi sensibili della nostra società. Ti alleghiamo l’indicazione dei prossimi appuntamenti affinché tu possa, se potrai e vorrai, parteciparvi per andare alla scoperta di ciò che di vitale si muove nella società piemontese. Speriamo di condividere con te valori, aspettative, coraggio,  determinazione, voglia di concretezza e di coerenza.

Senza partecipazione diffusa non si va da nessuna parte, senza rispetto non si costruisce partecipazione, senza coraggio si riproducono modelli e comportamenti che tanto male stanno facendo al nostro paese.  Vorremmo costruire tutti insieme un modello di politica rispettoso di tutti e inclusivo; abbiamo bisogno del tuo contributo, delle tua voglia di esserci, di dire la tua per cercare di costruire fiducia reciproca.

Siamo a disposizione per fornirti tutte le informazioni su ciò che stiamo facendo, per condividere con te speranze e voglia di cambiare. Ti aspettiamo.

Torino, settembre 2008

 

 

Per  il coordinamento di CIVICA:

Michelangelo Bertuglia (presidente ass. cult. “Parole e Musica Borgaro T.se -To-”)
Alessandro Brescia (lista civica “Uniti per Cambiare” Venaria -To-)
Domenico Galizio (lista civica “Insieme per Santena”–To-)
Giovanni Lava (associazione “Collegno Domani”-To-)
Mauro Marinari ( lista civica “Rivalta Sostenibile” –To-)
Iolanda Neirotti (lista civica “Grugliasco Democratica”-To-)
Mariano Turigliatto (consigliere regionale del Piemonte)


 

 

NON FATE CINE!.

Anteprima

 

di Patrizio Brusasco

 

E' singolare che nessuno, a esclusione delle parti sensibili e verosimilmente lese da un qualche fatto, stigmatizzi reiterati accadimenti di cui non solo non se ne sente più la necessità, ma che hanno stufato di gran lunga, ultimo estremo retaggio di un mondo al contrario che sta per finire, se vuole continuare ad andare avanti.

E' la solita presunta saga dei furbi, di coloro che si adagiano sulle stereotipate consuetudini di marketing che, dalla rock star Madonna in avanti, hanno delimitato e codificato un modello di business che, se lecito per definizione, diviene nauseabondo allorché speculatore di disgrazie e di comportamenti al limite del buon gusto.

E' altrettanto vero che siamo talmente marci dentro da non riuscire neppure più a indignarci, dimostrando che tali atteggiamenti, che dovrebbero scuoterci dal nostro torpore eterno, sono probabilmente al loro epilogo.

Mi riferisco alla strumentale polemica del film sulla Thyssen del regista subalpino Calopresti e marginalmente alla cantante Madonna. Se la seconda è un prodotto ormai in declino avanzato da parecchio tempo, pur non perdendo la voglia di provocare il sacro o presunto tale, sempre per le solite logiche di profitto, che negli Stati Uniti sono come l'anima per un corpo, il primo, Calopresti, ha perso, a mio modesto avviso e stando a quanto si legge sui giornali,  un' eccellente occasione per mostrarsi in un modo affatto diverso dai soliti stilemi di oggi, in nome del dio denaro e della gloria, del successo e via dicendo.

Quello che è successo col suo film sulla Thyssen - che riportava la registrazione delle grida disperate di un operaio che, conscio di essere prossimo alla morte, invocava tragicamente aiuto - ha rivelato un animo banalmente qualunquista - che per un regista e un intellettuale è assolutamernte tragico - che di nulla si indigna in nome del box office e della notorietà, e non uso volutamente la parola fama.

Ora Calopresti pare fare retromarcia e voler dunque togliere le spaventevoli grida del giovane operaio, dopo- questa sì - l'ovvia indignazione della madre del giovane, poiché ora crede molto probabilmente di aver ottenuto il clamore necessario attorno a sé e al suo prodotto, e non uso volutamente la parola film, tronfio nell'aver, pure lui, usato i soliti squallidi e mediocri metodi pubblicitari, questa volta sulla morte - E CHE MORTE!-  di una persona.

Non vogliamo consigliare di non andare a vedere quel film per ripicca e per protesta, ma ci accontentiamo sic et simpliciter, di aver tolto il velo di maia, la maschera dal viso di un regista che ci aveva fatto pensare di poter essere diverso dal mondo in cui aveva scelto, dopo mille sacrifici e con tanta fortuna e quant'altro, di vivere.

Peccato, alla fine sono proprio tutti uguali!

 

IL PROF. TURIGLIATTO TORNA SUI BANCHI DI SCUOLA!.

di Patrizio Brusasco


ATTENZIONE, ATTENZIONE....OGGI MARIANO TURIGLIATTO TORNA SUI BANCHI DI SCUOLA....NON PERCHE' SIA RIPETENTE O PER LE CLASSICHE RIPARAZIONI SETTEMBRINE, MA PER AFFRONTARE, CON UMILTA' E COME QUALSIASI ALTRO STUDENTE, UNO DEI FAMIGERATI TEST DI AMMISSIONE UNIVERSITARIA. MARIANO SI CIMENTERA' , ANZI SI STA CIMENTANDO, NEL TEST DI AMMISSIONE DELLA FACOLTA' DI PSICOLOGIA PER VERIFICARE L'EFFICACIA O L'ASSURDITA' DI SIMILI ESAMI DI AMMISSIONE CHE DECIDONO, E SCUSATE SE E' POCO, DELLA PROGETTUALITA' DI VITA DI UNA PERSONA!

IN GRAN SEGRETO, VI CONFIDO, AVEVA UNA CERTA PAURA DI PASSARE PER "SOMARO" , COME SI SUOL DIRE NEGLI AMBIENTI SCOLASTICI A LUI TANTO CARI - ESSENDO LUI UN PROFESSORE IN ASPETTATIVA PRESSO L'ITIS DI GRUGLIASCO - MA CI HA PROMESSO  DI DARE IL MEGLIO DI SE' A PRESCINDERE DAL RISULTATO, CHE POI E' IL MODO IN CUI TUTTI GLI STUDENTI DOVREBBERO APPROCCIARSI A  QUALSIASI ESAME DI VITA....

VAI MARIANO, SEI TUTTI NOI!!!!!!!!!

 

 

Il fascismo genetico.

di Paolo Merlo

 

Per ricostruire il centrosinistra occorre ripartire da capo, dalla Resistenza e dallo spirito unitario del Cln. Recuperare il progetto dell'Ulivo e lo spirito girotondino. Convincere coloro che stanno a sinistra del Pd a smettere di inseguire le farfalle perchè viviamo in un paese anomalo e arretrato (mafia, Vaticano, semianalfabetismo, fascismo naturale, eccetera). Rinnovare la classe dirigente innestando elmenti giovani e non compromessi col potere e le sue degenerazioni interessate. "Vaste programme", direbbe De Gaulle. Ma che altro ci resta da fare?

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Esame di psicologia.

 
Domani pomeriggio Mariano Turigliatto tradirà i banchi del Consiglio regionale per quelli dell'Università: prenderà infatti parte all'esame di ammissione ai corsi di laurea in Psicologia, in programma alle ore 14.30 presso la palazzina ex Italgas di Lungo Dora Siena 68/A.
L'obiettivo non è quello di inseguire l'ambito titolo di psicoterapeuta, bensì quello di protestare contro l'esistenza del numero chiuso nelle università: "E' la più grossa fregatura mai rifilata al popolo italiano - afferma -. Studiare è un diritto che non dovrebbe essere negato a nessuno. Toccherebbe al corso di studi fare l'eventuale selezione, non a un esame di ammissione che ti chiede se la distanza tra Roma e Pechino è superiore a quella tra New York e Valparaiso. Ecco perché partecipo all'esame: per protesta contro questa situazione e per stare vicino a chi deve subire l'umiliazione di sottoporsi a una simile sciocchezza".
Nei prossimi giorni, su questo sito comparirà il resoconto dell'esperienza sui banchi dell'Università.
 

RITORNO ALLANTICO.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

Sulla scuola italiana si stanno abbattendo tutta una serie di riforme non meno importanti rispetto alle altre necessarie che contemplano un po' tutti ii comparti del sistema Italia. Ho letto gli articoli riportati sul nostro sito e vorrei anch'io dire la mia, per cui mi scuso se rimaniamo sullo stesso argomento, ma la scuola è troppo importante per tutti noi per perdere la ghiotta occasione di poter esternare il proprio, se pur futile, pensiero e punto di vista.

In fondo c'è una voglia di ritorno all'antico, di ripristinare un ordine dissolto dal malcostume sociale, a sua volta vittima di altre concause conclamate, di riportare l'insegnamento verso una completa educazione e formazione dell'individuo, a fronte della perdita dei valori e dei princìpi che hanno sempre distinto l'uomo dalle fiere.

Non so se il problema della crisi della scuola italiana stia sempre e soltanto nei pochi fondi stanziati e negli scarni emolumenti riconosciuti ai docenti, ma certo è che il vuoto culturale e civile che ha attanagliato questo Paese è innegabile e sotto gli occhi di tutti. 

Le riforme della scuola italiana sembrano sempre ispirate alla filosofia della mano destra che non sa cosa stia facendo la sinistra e all'introduzione di nuove "vie" e percorsi didattici secondo scelte che sembrano più attenere a un manuale di psichiatria che non a un lavoro progettuale serio e ponderato. In fondo la base educativa che lega le generazioni passate a quelle future è sempre la stessa, noiosamente la stessa, quella, per semplificare, che ci fa dire "grazie" o "prego", a seconda che si ottenga un favore o lo si conceda.

Quello che nella scuola taliana si è perso, mi sembra, è l'ABC dell'insegnamento e dell'educazione, in nome di  teorie pedagogiche sempre più innovative e sempre più inefficaci. Una volta si fa la crociata contro il nozionismo, poi ci si accorge che anche le date sono importanti, se non altro per allenare la memoria; un'altra volta si ritiene inutile disperdere salutari energie - per fare poi chissà quali scemenze come stare eternamente sul pc o davanti alla tv -  per imparare le poesie a memoria, salvo poi fare marcia indietro....; un'altra volta ancora si permette l'uso della calcolatrice per poi scoprire che il vetusto valore del vecchio pallottolliere e delle tabelline...; poi si vogliono togliere i voti, sostituiti dai giudizi, per la similare logica che limare il crudo significato di un concetto sia preferibile alla nuda realtà ( a volte qualche scossone emotivo fa proprio bene!); poi non si vuole più bocciare e via dicendo...insomma si massacra una delle poche cose che in Italia era una garanzia di qualità, pur con i necessari cambiamenti, in nome di una internazionalizzazione del sapere che abbiamo sempre visto di malocchio (si è sempre detto quanto siano ignoranti gli studenti stranieri, ma oggi è giusto dire che non siamo stati superati da loro ma siamo noi che ci siamo autoflagellati senza fine): che senso ha mutuare sistemi stranieri, in primis anglosassone, in nome di una sprovincializzazione del Belpaese; sembra un po' la politica indiscriminata dell'accettazione degi extracomunitari degli ultimi anni in nome di una equiparazione alle altre società occidentali...ma ci si rende conto che gli altri Stati hanno una società, spesso infelicemente, multietnica per via del colonialismo, e scusate se è poco?!

Insomma l'Italia pare non essere in grado di avere una sua identità e di voler emulare a destra e manca, dimentica di essere stata la culla della civiltà occidentale...un po' come l'India per l'Asia orientale. Siamo un Paese che versa in una gravissima crisi e la scuola ne è un aspetto ben visibile, ma la scuola, solo la scuola, ci può, con fatica e lentamente, risollevare...solo la testa sa fare la differenza!

 

 

LA SCUOLA ITALIANA TRA NOSTALGIE E CRISI DI IDENTITA.

Anteprima

 

                                                              di Tito Boeri e Fausto Panunzi 

Grazie a un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sulla crisi di identità della scuola italiana e a un dibattito apertosi sulle colonne del Corriere della Sera, sappiamo finalmente quali siano i piani del governo sulla scuola italiana. Non che siano particolarmente promettenti. Oscillano tra passatismo e irrilevanza. Speriamo in qualche ripensamento. Senza dimenticare che una società che risparmia sull'investimento nella scuola è una società che sta rinunciando al suo futuro.

Grazie a un editoriale di Ernesto Galli della Loggia e a un dibattito apertosi sulle colonne del Corriere della Sera, sappiamo finalmente quali siano i piani del governo sulla scuola italiana.

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Prima di discutere le proposte dei ministri Gelmini e Tremonti è opportuno richiamare i contenuti dell’intervento che ha avuto l’indubbio merito di stimolarle. La tesi di Galli della Loggia è che la crisi della scuola italiana sia l’altra faccia della medaglia della crisi di identità del nostro paese, incapace di “progettare il suo futuro, perché non riesce più a incontrare il suo passato”. Questa diagnosi è così astratta da rendere difficile una sua valutazione. Anche se fosse corretta, non offrirebbe comunque terapie di immediata attuazione. Come fa una società a riappropriarsi del suo passato e a definire una nuova identità? Chi dovrebbe promuovere tale processo? E quale sarebbe l’orizzonte temporale? La scuola non può permettersi il lusso di aspettare che la società italiana riconosca se stessa allo specchio, ma ha la necessità di interventi urgenti.

ORDINALE, CARDINALE E VECCHIO MANUALE

Questa necessità viene riconosciuta negli interventi dei ministri Gelmini e Tremonti, che hanno il pregio di proporre misure potenzialmente di efficacia immediata. Partiamo dalle due proposte avanzate dal ministro dell’Economia: il ritorno ai voti al posto dei giudizi e una riduzione della frequenza nel cambiamento dei libri di testo. Si tratta di interventi marginali, se non del tutto irrilevanti. I giudizi, come i voti, hanno un valore ordinale. Come 8 è meglio di 7, così ottimo è meglio di distinto. Riesce difficile capire perché la scala 9-8-7-6-5 (peraltro già applicata nei licei) sia preferibile alla scala ottimo – distinto – buono – sufficiente – insufficiente o a quella A-B-C-D usata nei paesi anglosassoni. Quanto ai libri di testo, è vero che sono cambiati nel tempo, ma lo stesso è avvenuto anche a livello di testi universitari. La ragione è che nel tempo è cambiata la modalità di studio e apprendimento degli studenti a ogni livello. Il diffondersi di nuove tecnologie come il computer ha arricchito gli strumenti didattici a disposizione degli insegnanti e i libri di testo si sono adattati a tali cambiamenti, inserendo supporti didattici come i cd dedicati al ripasso degli argomenti e una grafica meno spartana di quella dei libri di testo degli anni Settanta. Questo processo è avvenuto in tutti i paesi. Certo, vi sono case editrici che procedono ad aggiornamenti cosmetici pur di spiazzare il mercato dell’usato. Ma non ci si può affidare che agli insegnanti per impedire che queste scelte editoriali appesantiscano il bilancio delle famiglie. Esistono già tetti di spesa. Intervenendo d’imperio si corre il rischio di ritardare l’innovazione didattica.

LE QUATTRO “I”

La stessa ottica “passatista” ispira le proposte del ministro Gelmini: ripristino del voto di condotta, divisa scolastica, maestro unico, insegnamento dell’educazione civica. Inoltre, si aggiunge alla vecchia ricetta delle tre I (inglese, informatica e impresa) una quarta I (italiano), cioè lo studio della letteratura, della storia e delle tradizioni italiane. Il maestro unico, il grembiule e il voto di condotta c’erano negli anni Settanta e così anche l’insegnamento dell’educazione civica. Ma la società italiana è cambiata e così la scuola. In particolare, sono cambiati gli studenti e le loro famiglie. Il massiccio flusso di immigrati ha reso meno omogenee le classi. I bambini con disabilità, che venivano prima lasciati a casa, adesso vanno – giustamente – a scuola. La maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro ha fatto fiorire il tempo pieno, riducendo il coinvolgimento delle famiglie nel processo di apprendimento degli studenti.
Non è certo con il ritorno al passato che la scuola italiana troverà la soluzione dei suoi problemi. Cosa si può fare allora per la scuola italiana? Un sistema di buoni (voucher) che consenta alle famiglie di scegliere tra le varie scuole, anche private, mettendole in competizione, è la proposta che è stata
avanzata da più parti. Ma anche l’introduzione del sistema di voucher non farebbe in alcun modo scomparire il ruolo della scuola pubblica. E per migliorare la scuola pubblica le ricette non sono molte: c’è bisogno di una iniezione di capitale fisico e capitale umano.
Molte scuole pubbliche sono ancora in edifici vecchi, spesso inadatti a ospitare le attività scolastiche. Mancano laboratori scientifici e linguistici e ci sono troppo poche aule di scienze. In altri paesi gli studenti si spostano tra diverse aule a seconda degli insegnamenti. Da noi, la carenza di aule impone di fare spostare gli insegnanti anziché gli studenti, col risultato che i docenti di materie come biologia, chimica e fisica non possono svolgere bene il loro mestiere. La scarsità di palestre adeguate e quindi l’impossibilità di consentire ai ragazzi di svolgere attività sportiva è un altro dei problemi cronici della scuola italiana, le cui conseguenze si sono evidenziate anche alle Olimpiadi di Pechino. Ad oggi, purtroppo, non è stata ancora completata l’anagrafe edilizia e quindi non sappiamo ancora quali siano le scuole che necessitano di interventi rilevanti. Un programma di miglioramento dell’edilizia scolastica non è rinviabile. Accanto al miglioramento delle strutture occorre migliorare la qualità dell’insegnamento. Una selezione più severa per l’immissione in ruolo dei docenti. Incentivazione degli insegnanti, con premi per chi svolge con dedizione il suo lavoro e sanzioni per chi invece brilla per assenteismo o scarso impegno in classe. Maggiore potere ai presidi nella scelta dei docenti e nella loro incentivazione. Taglio dei plessi scolastici marginali. Formazione e test periodici per gli insegnanti. Tutti, in qualunque parte d’Italia. Test nazionali per verificare il grado di apprendimento degli studenti che serviranno alle famiglie per conoscere il contenuto formativo di tutte le scuole italiane. Potranno così, soprattutto al Sud, esercitare pressioni sui docenti affinché migliori la qualità della didattica anziché puntare solo ad avere un pezzo di carta per i loro figli.
Tutte queste proposte costano. Ma sarebbe miope rinviare l’investimento nella scuola invocando la già eccessiva spesa per il corpo docente. Bene invece utilizzare ogni risparmio nella spesa corrente e derivante dalla chiusura dei plessi inefficienti per investire nei materiali didattici e nell’edilizia scolastica. E se ci sono insegnanti che non fanno il loro lavoro, occorre fare tutto il possibile per espellerli dal sistema scolastico. Ma senza dimenticare che una società che risparmia sull’investimento nella scuola è una società che sta rinunciando al suo futuro.

 

(Fonte: www.lavoce.info)