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RITORNO ALLANTICO.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

Sulla scuola italiana si stanno abbattendo tutta una serie di riforme non meno importanti rispetto alle altre necessarie che contemplano un po' tutti ii comparti del sistema Italia. Ho letto gli articoli riportati sul nostro sito e vorrei anch'io dire la mia, per cui mi scuso se rimaniamo sullo stesso argomento, ma la scuola è troppo importante per tutti noi per perdere la ghiotta occasione di poter esternare il proprio, se pur futile, pensiero e punto di vista.

In fondo c'è una voglia di ritorno all'antico, di ripristinare un ordine dissolto dal malcostume sociale, a sua volta vittima di altre concause conclamate, di riportare l'insegnamento verso una completa educazione e formazione dell'individuo, a fronte della perdita dei valori e dei princìpi che hanno sempre distinto l'uomo dalle fiere.

Non so se il problema della crisi della scuola italiana stia sempre e soltanto nei pochi fondi stanziati e negli scarni emolumenti riconosciuti ai docenti, ma certo è che il vuoto culturale e civile che ha attanagliato questo Paese è innegabile e sotto gli occhi di tutti. 

Le riforme della scuola italiana sembrano sempre ispirate alla filosofia della mano destra che non sa cosa stia facendo la sinistra e all'introduzione di nuove "vie" e percorsi didattici secondo scelte che sembrano più attenere a un manuale di psichiatria che non a un lavoro progettuale serio e ponderato. In fondo la base educativa che lega le generazioni passate a quelle future è sempre la stessa, noiosamente la stessa, quella, per semplificare, che ci fa dire "grazie" o "prego", a seconda che si ottenga un favore o lo si conceda.

Quello che nella scuola taliana si è perso, mi sembra, è l'ABC dell'insegnamento e dell'educazione, in nome di  teorie pedagogiche sempre più innovative e sempre più inefficaci. Una volta si fa la crociata contro il nozionismo, poi ci si accorge che anche le date sono importanti, se non altro per allenare la memoria; un'altra volta si ritiene inutile disperdere salutari energie - per fare poi chissà quali scemenze come stare eternamente sul pc o davanti alla tv -  per imparare le poesie a memoria, salvo poi fare marcia indietro....; un'altra volta ancora si permette l'uso della calcolatrice per poi scoprire che il vetusto valore del vecchio pallottolliere e delle tabelline...; poi si vogliono togliere i voti, sostituiti dai giudizi, per la similare logica che limare il crudo significato di un concetto sia preferibile alla nuda realtà ( a volte qualche scossone emotivo fa proprio bene!); poi non si vuole più bocciare e via dicendo...insomma si massacra una delle poche cose che in Italia era una garanzia di qualità, pur con i necessari cambiamenti, in nome di una internazionalizzazione del sapere che abbiamo sempre visto di malocchio (si è sempre detto quanto siano ignoranti gli studenti stranieri, ma oggi è giusto dire che non siamo stati superati da loro ma siamo noi che ci siamo autoflagellati senza fine): che senso ha mutuare sistemi stranieri, in primis anglosassone, in nome di una sprovincializzazione del Belpaese; sembra un po' la politica indiscriminata dell'accettazione degi extracomunitari degli ultimi anni in nome di una equiparazione alle altre società occidentali...ma ci si rende conto che gli altri Stati hanno una società, spesso infelicemente, multietnica per via del colonialismo, e scusate se è poco?!

Insomma l'Italia pare non essere in grado di avere una sua identità e di voler emulare a destra e manca, dimentica di essere stata la culla della civiltà occidentale...un po' come l'India per l'Asia orientale. Siamo un Paese che versa in una gravissima crisi e la scuola ne è un aspetto ben visibile, ma la scuola, solo la scuola, ci può, con fatica e lentamente, risollevare...solo la testa sa fare la differenza!

 

 
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