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IL REGISTRO ELETTRONICO

Comincia la scuola: fra riforme annunciate e tagli a go-go, manutenzioni inesistenti e annunci roboanti, nuovi esercizi di italica ipocrisia
L’innovazione...
Gli Italiani sono proprio come bambini piccoli: quando in cucina sbattono contro uno sportello, preferiscono dare la colpa a quello stupido sportello - magari applaudendo chi lo picchierà con una mano, facendo finta di sgridarlo per la bua che ha procurato - piuttosto che chiedersi se non siano stati loro a sbagliare lasciandolo aperto, magari non dedicandoci l’attenzione che serviva.
Iniziano le lezioni e quest’anno il tormentone mediatico è sul registro elettronico. Entrerà in funzione in molte scuole - tutte si dice, ma vedrete che ci saranno deroghe e rinvii –, apportando una delle tante finte rivoluzioni di cui si cibano i giornalisti e le platee nostrane di telespettatori. In pochi spiegano in cosa consiste per davvero e quali benefici e malefici apporta.
Dato che da un anno e  mezzo uso il registro elettronico, provo a spiegare a cosa serve, come funziona e che cambiamenti produce.
Cominciamo dalla funzione, che è la stessa dei registri cartacei: mantenere traccia e documentazione di tutto ciò che riguarda la vita della scuola, giorno per giorno, ora per ora, sia in riferimento agli studenti che per quanto riguarda i docenti e le attività che essi propongono e svolgono. Invece che per scritto, il tutto si svolge su una piattaforma on-line che anche graficamente è strutturata come un insieme di registri di classe e di registri dei docenti. I singoli docenti accedono mediante una password personale, lo stesso per gli studenti e le loro famiglie. Ovviamente ciascun utente può vedere le informazioni di sua competenza: i genitori (e gli allievi più grandi) accedono alle informazioni relative ai loro figli e a quelle della classe nel suo complesso, non possono vedere le informazioni personali degli altri studenti. I docenti accedono al registro di classe e al loro personale, non possono accedere ai registri personali dei colleghi. Utilizzando la loro password riservata, gli uni e gli altri possono accedere da qualunque postazione fissa o cellulare collegato a internet.

Per quanto riguarda il registro di classe, la mattina all’inizio delle lezioni vi si segnano le assenze, si registrano le giustificazioni, se serve si annotano scadenze, impegni, uscite, attività diversa da quelle usuali e anche note disciplinari (riferite e singoli allievi e all’intera classe). Per quanto riguarda il registro del docente, sono annotati i voti, gli argomenti delle lezioni, i compiti assegnati, le scadenze di lavoro e le note disciplinari.
Insomma, per gli insegnanti niente di nuovo, solo che quello che prima veniva scritto a mano viene digitato sulla piattaforma on line, semplificando le operazioni scolastiche e riducendo notevolmente il lavoro di compilazione, anche e soprattutto durante gli scrutini. La difficoltà sta nell’impratichirsi con lo strumento, ma davvero il suo uso è così intuitivo che bastano pochi minuti per comprenderne il funzionamento, quale che sia il prodotto scelto dalla scuola fra i tenti sul mercato.

Il vero cambiamento, infatti avviene nelle relazioni con le famiglie: i genitori possono controllare praticamente in tempo reale se il figlio è presente a scuola (addio benedette e benemerite tagliate!), quali sono i compiti assegnati per il giorno dopo e che voti ha preso il pargolo nelle varie materie e discipline.
Addio scene di panico in sala insegnanti di fronte a genitori che cadevano dalle nuvole scoprendo la montagna di insufficienza accumulate dal fanciullo. Addio balbettii confusi, al telefono con la segreteria dell’istituto, di mamme protettive per coprire il pargolo assente da scuola. Addio “Cos’hai di compito per domani’”, “Niente”. Addio “Cos’avete fatto oggi a scuola?”, “Niente”.
E’ tutto on line, adesso le famiglie possono seguire just in time lo scorrere delle giornate scolastiche delle creature. Per i ragazzi, una bella fregatura, il registro elettronico!

Qualcuno ha già lamentato una diminuzione di genitori che vengono a colloquio con i docenti, dunque una diminuzione delle relazioni interpersonali, quelle che per definizione farebbero bene alla scuola. Per me sono tutte sciocchezze: se l’interesse del genitore è il numero, vale a dire la promozione del pargolo, è più comodo che se lo guardi da casa o dal lavoro. Se al genitore interessa essere parte di un progetto di educazione, verrà a scuola se troverà una comunità educativa pronta ad accoglierlo e a coinvolgerlo, registro elettronico o no.
Dato che a scuola a volte studenti e famiglie vengono a malapena tollerati, qualche volta schifati, certamente non coinvolti perché sennò fanno casino, una bella comunicazione a distanza rende più igienici i rapporti, contribuendo allo scopo: rendere questa scuola, specie quella che ancora funziona, sempre più simile a un paese di adulti che si comportano come neonati, perché scambiano lo strumento col contenuto, la responsabilità con la forma e, soprattutto, non è mai affare loro…

Piuttosto, qualcuno si è chiesto come sostenere il peso economico della tecnologia che serve? Chi installa le reti e chi le manutiene? Perché il registro elettronico è una piattaforma web alla quale si accede solo se c’è una connessione internet… Chi paga le dotazioni di apparecchi per gli insegnanti? Ho la fortuna di lavorare in una scuola dove le attrezzature e gli apparecchi sono sempre costantemente manutenuti e gli sprechi sono ridotti all’osso, ma in quante scuole c’è chi tiene in funzione e in ordine la rete dei PC?
Perché il rischio vero di tutto questo è che anche il registro elettronico faccia la fine della LIM (Lavagne Interattive Multimediali), parecchie delle quali, una volta rotte, tali sono rimaste e rappresentano in aule desolate il fallimento di qualunque tentativo di innovazione (non solo tecnologica) in un paese nel quale l’unica attività che funziona è farsi gli affari propri.

Mariano
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