La promessa aveva ridato vigore a cinquantenni sfiniti dalla precarietà, dalla fine degli ammortizzatori sociali, dallo sgonfiarsi delle speranza che le fabbriche dove avevano lavorato una vita riprendessero a produrre con nuovi e improbabili padroni.
Stamattina un "compagno" senza più tessera sindacale, in passato un pasdaran della FIOM in una delle aziende automobilistiche considerate sede dell'aristocrazia operaia degli anni '70, mi ha incrociato per caso. Sapendo che aveva fatto il manovale per l'assessore arrestato e quanto attendesse una sua chiamata per porre fine al limbo della disoccupazione, non ho osato sfotterlo come avevo fatto fino a ieri.