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BULLI & PUPE

Tutti deplorano qualcosa, tutti esprimono timore per la tenuta democratica del paese. E’ tutto un borbottare commenti preoccupati, davanti. Dietro è un’altra storia…
L’indignazione a comando
Un cretino (maschio) assediato dai colleghi parlamentari (femmine e maschi) che gli danno del fascista perde la calma e dice l’indicibile: apriti cielo! Finisce d’ufficio insieme a quell’altro suo compagno di movimento che ha dato del “boia” a Napolitano, lasciandosi sfuggire una terminologia ingiustificabile per esprimere un concetto che in tanti condividerebbero, se solo qualcuno dei giornalisti facesse il suo lavoro. I due sono davvero imperdonabili e non ci sono scuse che tengano, specie per il primo. Ma…
La reazione delle deputate PD e del corollario di supporter e giornali al seguito però me lo ha fatto diventare simpatico, un giovanotto maschilista e gradasso da rieducare, non un criminale come il Parlamento ne ha già visti. La cagnara, l’evidente strumentalizzazione dell’atto, la prosopopea con cui dalemaneggiano tutte quante, compreso il loro capogruppo Speranza, mi ha indisposto oltre ogni misura. Ieri sera dalla Gruber la Moretti (PD) era talmente irritante che è riuscita a trasformare in un simpaticone il professore “ideologo” grillino, valorizzando la sua umiltà e la sua mitezza in contrapposizione alla spavalderia e al tono da padrona del vapore che la deputata non ha abbandonato per tutta la serata.

REALISMO VISIONARIO di F. Maletti

Un discorso sul metodo…
Nec spe nec metu

Partendo dalla realtà delle cose è quasi sempre possibile, (se non si hanno interessi personali o preconcetti), avere una corretta visione d’insieme. E avere una corretta visione d’insieme è fondamentale: per individuare, da un problema, la sua migliore soluzione basandola su criteri di equità e di giustizia.
Alcuni esempi:
1) Concordo sul fatto che la politica di tutti questi anni, invece di concentrarsi in modo ossessivo su Berlusconi, avrebbe dovuto cercare una risposta al perché milioni di persone lo abbiano votato e ancora oggi, che le sue miserie morali sono venute alla luce certificate da sentenze definitive, manifestino l’intenzione di confermare il consenso su di lui nel caso si tornasse a votare.

LA PREFERENZA

Tanto per cambiare, il dibattito sulle legge elettorale riporta a galla i detriti di una discussione falsata da troppe ipocrisie e da tantissima propaganda
Le bufale di Roma
Renzi ha fatto al sua parte e oggi la Commissione Affari istituzionali ha licenziato la bozza di riforma della legge elettorale così come lui l’ha pattuita con Berlusconi. Ora comincia il cammino e sarà bello tempestoso e pieno di insidie, ma già oggi si è capito che detta legge: Forza Italia. Si teme la riedizione del copione della Bicamerale e del suo seguito.
Infuria il dibattito, il bisticcio e la polemicuccia, tutto infarcito di propaganda pura, talmente becera che spero proprio che, questa volta gli Italiani se ne accorgano. Ecco una rapida ricognizione delle bufale in arrivo da Roma:
La governabilità impone soglie di sbarramento molto alte. E’ ora di dire basta al potere di veto e ai ricatti dei piccoli partiti. La storia di questi vent’anni (con l’eccezione dell’ultimo governo Prodi) è piena di paralisi parlamentari determinate non già dai partitini, ma dalle divisioni inconciliabili fra le correnti dei partiti più grandi. E’ questa la storia vera di sistemi elettorali che, al contrario, hanno finito per mortificare troppo la rappresentanza in nome proprio della governabilità.

MATTEO, SILVIO E IL SANTUARIO PROFANATO

L’incontro fra i due nella sede del PD in un sabato  piovoso di gennaio, ha dato la stura a un fiume di stupidaggini che da un po’ non se ne vedeva così tante…
Peccatori e redenti
Rienzi, neosegretario del PD, decide di incontrare tutti i leaders degli altri partiti per sottoporre loro le sue ipotesi di riforma elettorale, nel tentativo di trovare i numeri per approvare una nuova legge. Grillo e i suoi si negano (altro grande errore!), gli altri sono troppo piccoli e preferiscono porre veti petulanti e mostrare muscoletti sminchiati. Berlusconi sa che è la sua ultima occasione per tornare sulla scena e per riprendere il controllo di tutto il centrodestra… e ci sta, va a vedere il gioco.
Dato che i predecessori di Renzi li ha giocati facendo loro credere che con lui fosse possibile fare dei patti che sarebbero stati puntualmente rispettati, Berlusconi continua nel suo gioco, magari funziona anche col giovanotto. Il quale, d’altra parte, è condannato a “vedere”: ha bisogno di cominciare a portare a casa qualcuna delle cose che ha venduto in lungo e in largo per l’Italia e non può farsi logorare dal primo Letta che passa per la strada. Dunque si accorda con Berlusconi e lo porta nella sede del PD, il santuario che così viene profanato.

UNIVERSITA’ A GRUGLIASCO: FINE!

Non c’era bisogno di essere dei maghi per immaginare come sarebbe finita la storia del polo universitario grugliaschese. Responsabilità,insipienze e incapacità per produrre un danno irreparabile
Piccoli, tossici e bugiardi
E’ ufficiale: il polo scientifico a Grugliasco non si farà (leggi). Torino ha avanzato al sua candidatura a rilocalizzare le facoltà scientifiche nell’area della caserme intorno a piazza d’Armi e sembra che proprio lì finiranno i prestigiosi insediamenti progettati dodici anni fa per Grugliasco dagli stessi uffici del Comune su incarico dell’Ateneo. Come al solito le autorità delle due città e il rosaio degli onorevoli, assessori, consiglieri del PD e aggregati sono già lì a bisticciare come comari, essendo spesso questa l’unica cosa che sanno fare e che scambiano per politica "di servizio".
Dell’incredibile stop alla realizzazione del polo grugliaschese ho già scritto (leggi la cronologia). Invito tutti i lettori interessati a leggere la ricostruzione della vicenda che ben dimostra come l’incapacità, la piccineria e la sottovalutazione del sindaco Mazzù (2002-212) e dei suoi supporters ha bloccato per dieci anni qualunque possibile avanzamento dell’opera, fino al fallimento totale di oggi. Anche in campagna elettorale il progetto università è stato il centro di tutti i programmi dei candidati alla guida della città (guarda).

GLI AMICI DEGLI AMICI

La storia della ministra De Girolamo (PdL, ora NCD) e del consorte Boccia, onorevole  PD, è quella di un paese, della sua società civile e del suo ceto politico…
Uniti per la pagnotta
Le intercettazioni della ministra De Girolamo, oltre a rivelarci che è un po’ sboccata nel linguaggio (chi è senza peccato scagli la prima pietra), ci raccontano di come si costruisce e funziona un collaudato sistema di potere che genera ingiustizie, disparità, sprechi, spese fuori controllo e intimidazione nei confronti degli operatori di un territorio, insomma un sistema che normalmente si definisce “mafioso”. Meglio di un manuale di istruzioni, meglio di qualunque fiction sul tema: la De Girolamo è davvero convincente nella parte, sembra che non abbia mai fatto altro.
Meglio perfino dell’appena premiato  “La grande bellezza” di Sorrentino che, come scrive il NY Times, davvero rappresenta la decadenza di un paese grande e incomprensibile. Nel film la grandiosità dei paesaggi romani, le strade, gli scorci i palazzi, fanno da sfondo a una ragnatela di rapporti sfibrati che sono lo specchio delle lacerazioni infinite di questo paese. Nelle conversazioni della De Girolamo le lacerazioni si fanno sostanza: raccomandazioni, dinieghi, minacce, esibizioni di potenza muscolare,

REGIONE. ELEZIONI ANNULLATE

Il TAR, con soli quattro anni di ritardo, rigetta i verbali di proclamazione degli eletti delle elezioni del 2010. Il Consiglio regionale non c’è più, la giunta nemmeno e Cota attende istruzioni.
C’è da esultare?
Finalmente oggi il TAR del Piemonte ha formulato una sentenza che, per le carte e i riscontri, avrebbe potuto essere tranquillamente assunta da almeno due anni. A chi avesse dei dubbi in proposito, suggerisco una rapida ricognizione delle storie analoghe che hanno coinvolto Abruzzo e Molise, risolte in meno di un anno.
Se un Consiglio regionale illegittimo ha potuto restare in carica tutto questo tempo, pur pendenti ricorsi e procedimenti civili e penali, la colpa è anche delle faraginosità del diritto italico e delle sue procedure; ricordo a chi legge che queste pastoie non garantiscono quasi mai che ha davvero dei diritti da fare valere, come bene sanno i pochi investitori che ancora provano a mettere quattrini nel made in Italy. Quella del diritto civile e delle sue procedure è una delle riforme che porterebbero lavoro e investimenti ben più delle chiacchiere dei governo, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente adesso c’è chi esulta – dimenticandosi di come aveva fatto a perdere le elezioni nel 2010 – e chi manda i suoi accidenti, annunciando ricorsi e iniziative legali ulteriori.

IL GATTO E IL TOPO

Da un mese Renzi è segretario del PD, da 15 giorni i social network hanno sviluppato una nuova funzione: il frustino.
Potenza di un tweet
Il governo fa l’ennesima stupidaggine, annunciando che si riprenderà gli scatti di anzianità al personale della scuola, erogati l’anno scorso,  a colpi di comode rate da 150 euro mensili trattenute direttamente sulla busta paga.
La minchiata la fa a scuola chiuse e chi se ne accorge non riesce (o non vuole) dare risonanza alla cosa, tranne che quelli del M5S (mediaticamente) e i sindacati degli insegnanti (in sordina). La bomba esplode con l’approssimarsi della riapertura delle scuole, Renzi prontamente si accoda alle manifestazioni di incredulità a fronte di una scemenza così madornale, minacciando fuoco e fiamme per far recedere il governo (l’altro ieri). Il giorno dopo (ieri) Letta convoca i due ministri pasticcioni e il provvedimento viene revocato. Stipendi salvi, figuraccia galattica, insegnanti sempre più bendisposti verso il governo, spero anche verso il partito che ne è “genitore” ormai unico.
Questa è l’ennesima figura di Letta  e del suo governo che sta cominciando a far rimpiangere quello di Monti: ministri in bambola, l’uno contro l’altro e palesemente incapaci di controllare e guidare le strutture dei loro ministeri che paiono agire secondo i voleri di dirigenti inamovibili e fattisi casta, non certo dei ministri in carica.

FINANZA CREATIVA

Se i conti non “vengono”, bisogna “farli venire”. Trucchetti da principiante per nascondere lo spreco di denaro pubblico. Leggete, che magari vi torna utile…
I tetti fotovoltaici
Se ancora non avete capito perché il paese va a rotoli, vi forniamo un altro esempio di buona, anzi ottima, amministrazione, con annessa ruota di pavone con funzione di specchio per le allodole. Vi raccontiamo come fa un comune - amministrato da PD e satelliti, per sindaco un portaborse - a destinare tetti e proprietà pubbliche alla produzione di energia elettrica (poco meno di 3.500 mq) senza ricavare neppure un euro per i suoi concittadini!
Come molte altre città italiane, anche il mio comune già da tre anni deciso di utilizzare tetti e proprietà pubbliche per installarci dei pannelli fotovoltaici: minchia! ambientalisti, amici della natura e del risparmio energetico (inceneritore a parte), attenti alla salute e alla green economy… e giù con l’autoincensamento. Condito da leccatine agli amministratori comunali da parte dei fedelissimi PD e satelliti: boccucce a culo di gallina di esseri con giornali sotto il braccio e ipad per essere sempre connessi, tutti a celebrare il demoambientalismo in salsa cittadina.

DIVENTARE EUROPEI

Strumentalizzazioni e sparate di propaganda fanno da apripista alla campagna elettorale per le elezioni europee di maggio 2014. Errori si accumulano ad errori e il conto rischia di diventare davvero salato…
Europa: avanti!
Credo che sia davvero una follia (oltre che un anacronismo) non essere europeisti. Con questo confondendo le cause del profondo malessere che pervade i popoli degli stati dell’UE con la scelta dell’appartenenza a questa istituzione politica in divenire. E’ un po’ come quando ce la prendiamo con lo spigolo contro il quale abbiamo appena sbattuto, invece che con noi stessi che non abbiamo fatto attenzione. Proviamo a ragionarci su…
Ieri
L’UE è una risposta che la politica ha inteso fornire a temi, eventi ed esigenze che hanno segnato della storia d’Europa e non soltanto nel secolo scorso. Finché la politica europea ha lavorato con forza per definirne le caratteristiche e i contenuti, l’Unione Europea ha costituito un valore aggiunto alle sovranità nazionali, fornendo quel cappello e quelle garanzie la cui assenza aveva generato due guerre mondiali. Un’Europa forte e coesa costituiva, oltre che un importante strumento per impedire che la Germania tornasse a essere minacciosa per gli equilibri europei (e mondiali), anche un valido baluardo capace di sbarrare la penetrazione del comunismo in occidente.