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Pannocchie "energetiche".

Vi sono nuove frontiere per gli agricoltori. Le aziende agricole giocheranno, in un futuro che da qualche parte è già cominciato, un ruolo di primaria importanza nella prospettiva della produzione di energie alternative da biomasse. Le biomasse sono tutte quelle sostanze di origine animale vegetale, non fossili, da cui si può produrre energia o combustibili: legno, rifiuti vegetali, scarti di lavorazione sono preziosi come l'oro. Dalle biomasse si può produrre l'energia elettrica, il biogas a sostituzione del metano, i combustibili per le auto e per il riscaldamento. Si tratta senza dubbio un mezzo intelligente per compensare la scarsa redditività della produzione agricola.

Attualmente sono all'incirca 1500 le aziende agricole che producono energia elettrica da biomasse. Ma mica a casa nostra! È dalla Germania che, come al solito, arrivano le buone notizie. Le fattorie tedesche sono all'avanguardia nell'installazione di impianti di biogas e le coltivazioni producono abbastanza carburante per alimentare circa 1900 stazioni distributrici di biodiesel distribuite sul territorio nazionale.

Anche in Piemonte qualcuno ci crede. A pochi chilometri da Ivrea c'è la prima e unica azienda agricola piemontese che ha deciso di lanciarsi nella produzione di energia elettrica pulita. Da  qualche parte bisognerà pur cominciare.

 

È l'azienda agricola "La Schiavenza" di Piverone, di proprietà della famiglia Bagnod, gruppo di lungimiranti imprenditori agricoli provenienti dalla Valle d'Aosta.

 

I proprietari hanno pensato di produrre biogas dalla produzione del mais, che ha un valore di vendita molto poco conveniente, ma che se trasformato diventa una fonte di guadagno interessante. Il mais, opportunamente lavorato e unito ai vari scarti delle lavorazioni agricole e al letame, produrrà gas che alimenterà i motori di un grande impianto per la produzione di energia elettrica.

 

Il progetto dovrebbe essere ultimato entro la fine dell'anno e prevederà l'apporto di materiale daparte di altre aziende agricole con la produzione iniziale di 1 megawatt. A quel punto la fattoria sarà autonoma dal punto di vista energetico e l'elettricità in eccesso potrà essere condivisa con chi vorrà comprarla.

 

Lungimiranti e coraggiosi. Un bell’esempio piemontese.

 

Torino, 8 novembre 2006

Eva Milano

 
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