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UN VERMINAIO IN PROCURA

Ogni giorno una nuova puntata, a raccontarci di un paese dannato in ogni sua parte


La storia è in parte già scritta (leggi Repubblica), il resto lo leggeremo nei prossimi giorni, così capiremo se qualcuno in alto riuscirà a coprire questo scandalo e quelli che stanno venendo alla luce. Oppure, se in questa guerra senza esclusione di colpi, emergerà qualcosa che neanche i complottisti più incalliti hanno mai osato immaginare.
Questa la storia in breve: una delle tante inchieste per corruzione portano gli inquirenti di Perugia a chiamare in causa il PM romano Luca Palamara, per adesso accusato  di aver incassato 40 mila euro dall'imprenditore Fabrizio Centofanti - insieme agli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore - per contribuire a "pilotare" le nomine del CSM. Oltre ai soldi Palamara sarebbe anche stato beneficiario di soggiorni di piacere in località alla moda, come Dubai e Ibiza, sempre a spese degli stessi soggetti.
Luca Palamara non è un PM qualunque:  è ex membro del Csm, leader della corrente Unicost (centro). Neanche i suoi presunti corruttori sono personaggi qualunque, infatti sono tutti  coinvolti in storie di corruzione e sottoposti a indagini. Dunque, un alto magistrato, leader di una corrente importante, riceve prebende da soggetti sotto indagine. Ma non basta...
In questa brutta storia sono chiamati in causa anche Stefano Rocco Fava, un altro pm romano e Luigi Spina, membro del Csm: sono indagati per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento. In pratica avrebbero avvisato il collega delle indagini in corso su di lui.
Come gran parte delle indagini su questa tipologia di reati, le intercettazioni hanno un ruolo determinante: agli atti dell'inchiesta una conversazione fra l’ex ministro renziano Luca Lotti, peraltro imputato a Roma (dove lavorano Palamara e i suoi colleghi "amichevoli") nel caso Consip e il deputato pd Cosimo Rossi, prima di mettersi in politica capo della corrente togata MI (destra). I due parlano con Palamara dell’imminente nomina del nuovo procuratore di Roma e lo fanno alla presenza di due membri del Csm, Antonio Lepre e Corrado Cartoni di Mi (centrosinistra). Dunque un ex ministro PD imputato discute di nomine in magistratura coi magistrati dello stesso Tribunale che lo giudica.
Come se non bastasse, "al CSM arriva un esposto del pm Fava contro l’ex procuratore di Roma Pignatone e l’aggiunto Ielo, accusati di irregolarità nella gestione di una delle inchieste su Amara, ex legale esterno dell’Eni, anche in relazione a passate consulenze – in sé legittime – dei fratelli dei due magistrati", riporta il Fatto e riprendono i giornali di questi giorni.
Uno scontro senza esclusione di colpi che ai più anziani ha riportato alla mente "il porto delle nebbie" com'era chiamata la Procura romani negli anni prima e durante la P3, ma per adesso non si debbono trarre conclusioni affrettate. Solo sperare che non soffochino tutto ancora una volta.
Tranne una: come si fa ad avere fiducia nella Magistratura? Anche lì lo specchio di un paese disperato, dove ogni negoziato produce posizioni clientelari, e legami torbidi e scelte sempre al ribasso. Quando le guardie sono troppo contigue ai ladri, finisce che si confondono i ruoli e gli spolpati sono quelli che non fanno parte né degli uni né degli altri.
Non c'è bisogno di essere dietrologi o complottisti per osservare che, persino adesso che si sono condannati all'irrilevanza, i burattinai targati PD continuano a tessere e disfare, ben inseriti nella ragnatela dei poteri. Che sia per questo che i miei amici sono tornati ad affidarsi alle loro colte e pensose capacità. per combattere finalmente con efficacia la deriva ignorante, cafone e presuntuosa dei M5S (parola di uno che stavolta non li ha votati...)?
Mariano

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