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MAURO, IL PAPA' DI SIMONE

Non mi capitava da tempo di commuovermi nel leggere di persone normali, con idee normali e tanta dignità che trasmettono ai figli e a chi vuole vederla...

Simone, il giovanotto che ha tenuto botta agli agitatori di Casa Pound, ha una famiglia che dovrebbe essere presa a modello di cosa bisognerebbe essere e fare per risollevare questo questo paese dallo sfascio. Suo padre, Mauro, è stato intervistato da un giornalista de "Il Fatto quotidiano" poco dopo che il figlio era assurto alla ribalta nazionale.
Orgoglio - non per il figlio sui social, ma per il modo con cui ha zittito quelli di Casa Pound con la sola forza delle argomentazioni -, consapevolezza della necessità di metterci coraggio e  determinazione nel difendere gli ultimi, ma anche nell'esigere rispetto e attenzione; un po' di paura per le conseguenze sul figlio, soprattutto il vago timore che si monti la testa...
Eccola qui la famiglia che ci piace tanto...
Questo il testo del'intervista.
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“Fiero di mio figlio, ma non diventi l’eroe della sinistra”

“Non me sta bene che no. Io so’ de Torre Maura e nun so’ d’accordo”.
Ormai per tutti è “er pischello de Torre Maura”. Qualcuno addirittura lo vuole leader della sinistra radicale. Una specie di Greta Thunberg alla romana. Di certo, è virale il filmato nel quale lo si vede tenere testa, con poche e semplici obiezioni, al leader di CasaPound,
Mauro Antonini, durante la protesta contro l’accoglienza di 77 rom nel centro di via Codirossoni. Ancor di più quando la sindaca di Roma Raggi, ha deciso di ringraziarlo pubblicamente.
“Er pischel lo” si chiama Simone, ha 15 anni e frequenta il liceo linguistico. Ama la musica trap (adora Gemitaiz) e i videogame. Senza dimenticare il calcio: il suo mito è Cristiano Ronaldo, anche se il cuore è giallorosso. L’elogio della normalità, insomma. E a casa non sono sempre state rose e fiori. Il papà Walter, 50 anni, era uno dei 1.666 licenziati nel 2016 dal call center Almaviva. Vertenza per la quale si è esposto in prima persona. Nonostante le difficoltà, in famiglia spazio per l’odio sociale non ce n’è mai stato, come dimostrano la “lezione”del giovane ai “grandi”.
“Sì, ma adesso non facciamogli montare la testa, vi prego”, scherza Walter.
Sapeva che Simone sarebbe passato in via Codirossoni?
Non ne avevo idea. Né lui mi ha detto niente. L’ho scoperto quando hanno iniziato a mandarmi il video su whatsapp e a farmi i complimenti.
Cosa gli ha detto?
Ero commosso, non sono riuscito a dirgli nulla. Gli ho dato un bacio e l’ho mandato a divertirsi al Romics (la fiera dei fumetti e videogame, ndr).
Simone fa politica? L’ha mai fatta o lo farà in futuro?
No, come ha detto lui stesso non ha mai fatto politica. È un ragazzo normale. Io mi sono un po’ esposto quando siamo stati licenziati da Almaviva, ma non l’ho mai coinvolto. Se vorrà in futuro non lo so, gli consiglierò di restare sempre coerente e guardarsi bene intorno.
L’hanno già contattata per “ingaggiarlo”?
Qualcuno sì, ma non vorrei che si creasse il problema opposto. Ho visto che alcuni sindacati gli hanno fatto i cartelli, tipo “Simone presidente” o cose del genere. Non va strumentalizzato.
Bene che abbia visibilità il suo pensiero. Sono orgoglioso, è mio figlio e mi fa pensare di aver seminato bene. È così difficile in questo momento.
Con quali valori l’ha cresciuto?
Da me ha sempre avuto un’informazione che va oltre i media tradizionali e la politica in generale.
Soprattutto ho cercato di insegnargli a riflettere. E lo ha dimostrato lasciando senza parole il suo interlocutore.
Voi da sempre vivete a Torre Maura, come chi martedì ha calpestato il pane per i rom.
Quelli che davano i calci ai panini sono tutti ragazzi che ho visto crescere e che purtroppo non potevano non avere che quell'indirizzo. La situazione familiare è quella che è. La sinistra forse ancora non ha capito il motivo per cui è stata scavalcata dalla destra, sorpasso difficilmente colmabile. Servirebbe più responsabilità da parte di tutti.
Secondo lei la questione rom è stata gestita male?
È vero che c’è stata una reazione sbagliata, ma di certo mandare 70 persone allo sbaraglio non è stata un’idea felice. Un errore strategico. Sembra quasi fatto apposta.
Cosa dovrebbero fare i cittadini allora?
Bisognerebbe organizzarsi e protestare davanti ai palazzi del potere. E anche la sinistra non può accontentarsi dell’eroe di turno. Oggi è Simone , ieri  era Mimmo Lucano, l’altro ieri era il consigliere di Rocca di Papa. C’è la persona che scalda gli animi per qualche ora, ma non un vero lavoro di organizzazione.
La visibilità che sta avendo Simone in queste ore la spaventa? Teme ripercussioni?
Devo dire che il ragazzo è stato intelligente, ha fatto quelle obiezioni in favore di telecamera, così nessuno poteva fargli niente. Stamattina (ieri, ndr ) l’ho accompagnato a scuola. Ma in generale, sono abbastanza tranquillo, dai.

Il Fatto quotidiano del 5 aprile 2019, intervista di Vincenzo Bisbiglia
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