Incontri, occasioni, storie e aspettative. Ogni tanto un bilancio per ripartire leggeri...
Nella vita cà pitano i momenti in cui - riflettendo sulle esperienze passate, su quello che hanno prodotto, hanno lasciato e sulle conseguenze - osservi gli avvenimenti e le tue azioni da un'angolatura nuova, diversa da come avevi sempre affrontato le prove della vita. Si chiama "crescere", "maturare", "fare tesoro delle esperienze" e, più avanti con l'età , "invecchiare".
Non so se sia senescenza o maturazione, ma ragionando del passato, aumenta ogni giorno la gratitudine per le tante persone che mi hanno permesso di vivere esperienze ed emozioni che mai avrei pensato di realizzare: gli studenti e i colleghi a scuola, l'attività politica e le tante persone che si sono sbattute, con me e sovente anche per me, gli amici, le persone che mi manifestano ogni giorno stima e considerazione. E poi, gli amici di una vita, quelli di una stagione, i collaboratori degli infiniti lavori che ho fatto e che ancora coltivo.
Ancora oggi, a distanza di tempo e "a freddo", non so perché, ma mi sono spesso sentito inadeguato nei loro confronti: mai all'altezza delle loro aspettative, mai completamente in linea con le loro attese, specie quando non erano riferite a benefici personali, ma magari a desideri di svolta o anche solo di costruzione di un momento di benessere e felicità .
Avrei voluto essere un insegnante migliore, capire meglio i problemi e i bisogni di studenti, qualche volta troppo soli. Ci ho provato per 42 anni abbondanti (dal 1 aprile 1973 al 31 agosto 2016), raramente soddisfatto delle mie prestazioni, ma sempre teso nello sforzo di cercare il meglio e di essere d'aiuto, per il sapere e per l'essere. A qualcuno sono stato utile, di qualcuno mi saranno certamente sfuggiti i tormenti e i bisogni, a qualcun altro devo proprio aver detto le parole sbagliate nel momento sbagliato. A qualcun altro ancora ho offerto una scusa per non fare ciò che avrebbe dovuto. Perfino quando ci ho provato con tutto me stesso posso aver fallito; di alcuni lisci clamorosi sono certo, di altri dubito, ma il tarlo resta. Anche questo fa parte dell'esistenza...
Avrei voluto occuparmi di tutti quelli che si sono occupati di me e spesso disinteressatamente, quando abbiamo costruito e percorso strade di partecipazione e di attività politica intensa a complicata. Non sempre l'ho fatto come si aspettavano, a volte per stanchezza, a volte per distrazione o sottovalutazione. Ogni volta che ci penso mi dispiaccio, anche quando sono passati tanti anni, mi sembra che il dispiacere sia come se fosse stati ieri. Quante persone (e che persone!): dalle prime prove di autonomia alla condivisione di speranze e traguardi, sempre vissuti e praticati come eventi collettivi, non successi personali da mettere in fila per fare carriera.
Non sono mia stato granché presente in famiglia e qualche volta mia moglie e i miei figli se ne sono lamentati e hanno patito senza mettersi troppo di traverso. Cerco di rimediare con i loro figli, i miei nipoti, a quell'assenza che adesso pesa più a me che a loro, ma che mentre avveniva qualche ferita la creava.
Ho commesso clamorosi errori di valutazione: dei miei collaboratori, delle tensioni, degli ideali, dell'impatto delle miserie umane. Spesso ho trattato come prìncipi e principesse, ritenendole meritevoli di questa considerazione, persone buone da fare i servi. Pronti perciò a servire un padrone con più chances non appena se ne presentasse l'occasione, perfino a negare l'innegabile pur di accreditarsi presso i nuovi padroni con la naturalezza che contraddistingue chi vive leccando. Per qualche anno hanno provato anche a cancellare il mio volto dalle foto, come nell'URSS di staliniana memoria, ottenendo il risultato inverso. Disvelando così la loro miseria personale anche a coloro che ancora non la conoscevano. I miei amici alleggeriscono la pena e leniscono l'imbarazzo chiamandomi talent scout all'incontrario.
Anche in questo non sono stato all'altezza: mentre scambiavo opportunismo e miseria per leale condivisione di ideali, valori, scommesse, trascuravo persone e situazioni che davvero avrebbero meritato un trattamento e una considerazione principeschi. Di questo mi dispiaccio, non posso tornare indietro (e non vorrei neppure), dunque cerco di prestare maggiore attenzione a ciò che faccio e a chi frequento.
Quando ero piccolo mia mamma mi diceva: "Stai lontano dalle cattive compagnie", cerco solo adesso di mettere in pratica le sue parole. Sempre che non sia io la cattiva compagnia, ma questo non sta a me dirlo.
Il dubbio però mi resta anche oggi, mentre continuo a non sentirmi del tutto all'altezza.
Mariano
L'auto elettrica va bene? ... perché se la doccia è di sinistra ed il bagno
è di destra ....
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Perché non sono convinto dalla* politica europea sulle auto elettriche.*
Il problema reale è che oggi la produzione elettrica da fonti rinnovabili è
solo...