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LA SCUOLA SENZA DIRIGENTI: INCURIA O DISEGNO CONSAPEVOLE?

In oramai un terzo delle scuole di ogni ordine e grado del Piemonte al posto di un dirigente (una volta si chiamavano presidi) c'è un reggente. 
In qualche caso questa situazione si trascina da parecchi anni. Il reggente è un dirigente scolastico che, oltre al gruppo di scuole in cui è titolare, ne ha in gestione per un anno scolastico anche un altro. Non è infrequente che a un dirigente, quindi, vengano attribuiti anche 10/15 plessi scolastici sovente lontani e scollegati fra loro, qualche volta con storie e tradizioni opposte. In cambio di 6000 € l'anno, pensionabili.
Questa situazione - che va avanti da parecchi anni, ma che è diventata drammatica negli ultimi 5 perché l'ultimo concorso per dirigenti risale oramai a 7 anni fa - ha di fatto decretato la fine della figura del dirigente scolastico come coordinatore delle attività scolastiche, dei rapporti scuola famiglie. Non è neanche più il garante del corretto funzionamento dell'istituzione - dal punto di vista delle incombenze burocratiche sì, non sono mica dei kamikaze! - o l'interfaccia fra la scuola e il territorio, se non in rari casi e in presenza di figure ancora molto motivate al lavoro e piene di passione per quello che fanno. 
Sennò i genitori degli allievi possono anche passare un intero ciclo scolastico senza aver visto neanche una volta il dirigente scolastico, gli insegnanti possono trascorrere anni nella scuola ammirandone la figura solo in occasione delle riunioni collegiali previste per legge, per non parlare dei tanti contatti che, nella scuola complicata di oggi, occorre costruire e manutenere per dare all'istruzione il significato che merita e che in tanti ancora rivendicano.
Nelle scuole dove la tradizione e il moderato turn-over hanno conservato un po' d'ordine, si va avanti basandosi sulle forze che ci sono, i docenti; dove invece le condizioni sono meno accettabili le lacerazioni cominciano a vedersi. Come?
Come in tutte le altre istituzioni del paese: deresponsabilizzazione, menefreghismo, opportunismo, scarsa attenzione alla qualità del servizio e alle esigenze dei cittadini utenti, attenzione spasmodica all'esercizio di diritti sacrosanti, ma in chiave tutta opportunistica. La qualità della scuola ne risente, sempre meno il lavoro collegiale supporta i docenti più deboli e sempre più "farsi gli affari propri", cercandosi soluzioni di accomodamento al ribasso, diventa l'impegno principale della giornata. Tanto nessuno controlla, basta che sia a posto la forma, che la circolare sia firmata per presa visione, che tutta la normativa sia rispettata anche nelle virgole e che nessuno rompa le scatole.
In Piemonte manca un dirigente su tre, è una delle regioni più in crisi. Non che il resto del paese stia meglio, solo che al sud le sedi vacanti sono più vicine al 10% fisiologico del turn over per pensionamenti e avvicendamenti.
Questi i numeri forniti un anno fa dalla CGIL-FLC:  "Nel 2017/18 le scuole autonome saranno 8.221 ma i dirigenti scolastici disponibili solo 6.500 circa,perché ai 467 pensionamenti si dovranno aggiungere le 354 scuole sottodimensionate prive di dirigente scolastico titolare e le oltre 300 istituzioni scolastiche temporaneamente prive dei dirigenti perché utilizzati all’estero, distaccati al MIUR o negli URS con i comandi dell’autonomia, con incarichi temporanei di dirigente tecnico o amministrativo, con esonero parlamentare, amministrativo o sindacale (questi ultimi solo una ventina). Le reggenze saranno dunque almeno 1.800: quasi un quarto delle scuole autonome avrà un reggente e quasi la metà delle scuole italiane avrà un dirigente scolastico che si divide tra due scuole. I posti vacanti e disponibili sono 1.268 e corrispondono al 16% delle sedi di dirigenza scolastica; in alcune regioni però i posti vacanti raggiungono percentuali molto più alte come in Friuli (32%), Liguria (27%), Piemonte (30%), Emilia Romagna (25%), Veneto (27%).".
Per due anni non cambierà nulla, se non in peggio. Il prossimo concorso per dirigenti parte nel luglio prossimo con la prima prova preselettiva, se tutto va bene i nuovi dirigenti entreranno in servizio con l'anno scolastico 2019/20.
Sono i risultati della Buona Scuola renziana, ma sarebbe ingeneroso attribuire solo a lui e al suo governo la colpa, viene tutto da molto più lontano. Certamente non hanno fatto nulla per invertire la rotta, anzi hanno continuato con una ottusa politica di risparmio fatta di soli tagli e accorpamenti e mai di razionalizzazione delle spese.
Anche così la scuola va a fondo. Insieme a lei le tante belle cose che ancora si fanno, i profili umani e professionali dei dirigenti che si arrabattano per essere all'altezza della scommessa e dell'ambizione di fornire ai cittadini di domani un'istruzione di qualità.
Mariano

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