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DALLA CENTRALITA' ALL'IRRILEVANZA: LA PARABOLA ESEMPLARE

Dopo l'ennesima scoppola elettorale riprendono le liti sulle macerie di un progetto politico oramai in fallimento
Ha davvero dell'incredibile il dibattito che si è scatenato, dopo la recente ulteriore sconfitta alle amministrative, sui giornali e  sui social fra i membri della classe dirigente del PD. Questi sembrano non aver ancora capito che il loro partito, le loro carriere politiche, le loro beghe e manovre, le loro idee se ancora ne hanno... sono tutta roba passata. Consegnata all'irrilevanza non tanto e solo dai dati numerici, ma soprattutto dalla sequenza di sconfitte che sta fiaccando anche i loro più tenaci sostenitori.
Hanno risolto la sconfitta del 4 marzo dando la colpa agli elettori che non hanno capito la serietà e la coerenza del loro partito, facendosi gabbare dalle promesse dei 5 stelle: gli stessi elettori che, quando votavano PD erano seri, maturi e responsabili.
Poi ci hanno messo dentro anche la débacle sul referendum costituzionale, anche questo perso perché "gli Italiani sono conservatori e hanno preferito tenersi il CNEL e il Senato". Da tre mesi vivono rosicando, accompagnati dai loro amici della stampa che continuano a criminalizzare i non PD con il grande risultato di perdere credibilità e affidabilità. Hanno costretto milioni di italiani di sinistra a votare chi prometteva di essere la scopa che avrebbe fatto piazza pulita di una classe dirigente chiusa, ottusa e inamovibile... e ancora non si capacitano che la gente non li voglia più vedere: hanno dimostrato pervicacemente incoerenza fra quello che hanno fatto e le idee che hanno professato, hanno mandato avanti i servi e i cagnolini fedeli, hanno sistematicamente anteposto all'interesse collettivo quello delle lobbies e degli amici. L'apprezzamento per alcune importanti realizzazioni non è stato tale da superare la disistima e la voglia di cambiare per spezzare quella mediocrità che - con intensità variabile a seconda dei luoghi e dei contesti - ha contribuito e rendere l'Italia un paese grigio, perfino nella corruzione e nella conduzione politica e amministrativa.
E ancora non se ne fanno una ragione, ciarlano di congressi, verifiche, consultazioni, come se il mondo fosse ancora lì, sospeso, ad attendere le loro pensate e decisioni. Aspettano la linea da Calenda e si rigirano nell'irrilevanza a cui gli elettori non li avevano del tutto consegnati, attribuendo loro un 18% di consensi. A quelli ci ha pensato, ancora una volta, il loro gruppo dirigente.
Ciaone anche a loro.
Mariano 
PS Consiglio ai  miei amici questa lettura. Ne vale la pena, perfino per chi non sopporta Travaglio.
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