Mentre i pentastellati ce la mettono tutta a farsi del male, giornalisti autorevoli pontificano su di loro e sulle loro gesta con una libertà che non hanno quasi mai manifestato prima...
Quando fecero la loro comparsa nel governo Renzi i vari Lotti Madia Boschi, erano lì pronti a salutarli come una boccata di ossigeno e di giovinezza nella triste e vecchia politica italiana: di passare al vaglio i loro curriculum neanche a parlarne, lo stesso per le parentele e i legami con lobbies o conventicole. Solo Il Fatto ci provò e con qualche bella chicca passata alla storia, ma che non cambiò il corso della politica del tempo.
Sul volto delle Gruber, Mieli e compagnia cantante non apparve allora quel sorrisetto - un po' di circostanza e un po' di superiorità - che contrassegna invece questi ultimi mesi e che torna a fare capolino ogni volta che nominano qualche esponente del M5S.
La Lega la lasciano stare, forse perché conservano un barlume di decoro.
Si saranno chiesti anche loro almeno una volta come sia possibile che questa personificazione del male governi vaste e importanti regioni dell'Italia del Nord senza che succedano cose inenarrabili o che retate cicliche mettano in luce un livello di corruzione differente da quello diffuso nel PD e alleati. Oppure, ancora, che la democrazia sia sotto scacco, sopraffatta da culti misterici orditi da proprietari occulti dei partiti di governo.
Già , questa è l'altra storia che rimenano a ogni piè sospinto: la Casaleggio Associati, proprietaria del Movimento e padrona della carriere dei suoi esponenti politici. Depurato dalle esagerazioni, questo è davvero un problema di democrazia e di quelli grossi. Come il PD di Renzi: chi decide le candidature? O Forza Italia di Berlusconi: sarebbe un partito democratico, quello? E' il sistema che è marcio, anche il M5S ne fa parte, perfino quando cerca di dare regole "democratiche" per davvero.
La Lega, almeno per un po', è davvero l'unico partito: ha una classe dirigente cresciuta prevalentemente nella amministrazioni locali, ha i suoi bei fondi neri, i suoi finanziatori internazionali (suppongo), ha una sorta di struttura interna che garantisce ancora buona parte delle anime che la compongono e le tiene insieme. Ha persino una linea politica un po' sbruffona e caciarona, che piaccia o no, ha anche solide sorellanze con i partiti destroidi dell'Europa e non solo.
Anche chi non tifa per nessuna delle offerte del mercato politico odierno, deve però rimarcare questo trattamento dispari, che paradossalmente offende più che lo pratica, il giornalismo pret-à -porter, che chi lo subisce, il M5S. Verso il quale, insieme alla sensazione che non sempre sappiano ciò che fanno, potrebbe spirare un venticello di simpatia alimentato proprio dalla spocchia e dalla supponenza dei giornalisti di "grido". Gli stessi che ci fanno sembrare Mentana persino più bravo del già tanto che è.
Gli stessi che in pensosi convegni si interrogano sul perché in Italia la libertà di stampa sia una chimera, certificata anche dalle classifiche internazionali. A nessuno di loro viene chiesto di essere un eroe, ma almeno provassero a rispondere alla seguente domanda: "Cos'ho fatto io, utilizzando la posizione che mi sono faticosamente guadagnato/a, per rendere più libera l'informazione nel mio paese? Sto facendo tutto quello che posso?".
Mariano
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