Capacità di spesa in diminuzione, lavori sempre più precari e sottopagati, prestazioni e orari subordinati ai capricci dei datori, condizioni di salute dei "poveri" in picchiata, diritti anche peggio, istituzioni sociali sciatte e sfatte, servizi alla persona autoreferenziali e buoni per pagare gli stipendi a quelli che ci lavorano. Degrado economico, povertà culturale e mancanza di speranza, tutti avvoltolati fra loro a segnare il senso di un'epoca strana, quella dell'abbondanza: di cibo, di cose e di informazioni.
A volte l'impressione di una società "strappata" è appena mitigata dal persistere di qualche isola felice nel mare della bassa mediocrità, adeguatamente celebrata dai mass media nel tentativo di distogliere l'attenzione dal disastro di una burocratizzazione "stupida"che tutto complica e tutto rende difficile, a partire dalla vita dei poveracci. E' costruita nell'anarchia dei servizi pubblici, governati da politici di infima qualità, diretta da dirigenti senza responsabilità e gestita prevalentemente da persone che si ricordano dei doveri solo quando trattano quelli degli altri.