Ho visto Rosa e non riesco a togliermela dalla mente. Il buon teatro mi fa pensare, divertire, riflettere, Rosa mi ha cambiato.
Rosa è la serva di Trilussa. Dopo la sua morte vuole trasformare in museo la casa dove hanno vissuto insieme per tanti anni - un rapporto intimissimo e non detto fino in fondo -, ma viene sfrattata senza pietà.
Il progetto è fallito e lei, mentre prende commiato dalla sua vita in quella casa, ci conduce - visitatori - nel mare dei suoi ricordi: oggetti, storie, momenti e tormenti.
Durante i 70 minuti di monologo, che sembrano 10 scarsi, la bravissima e intensa Gloria Liberati ci trasporta nel mondo di Rosa, nei suoi pensieri e nelle sue angosce di persona ormai avanti cogli anni che, perdendo il suo padrone/amante/compagno, ha perso tutto, anche se stessa.
Rivive per l'ultima volta nella visita del "museo che non ci sarà" tutta la sua esistenza con Trilussa, abbandonando progressivamente le speranze che l'avevano tenuta in forze quando lui era morto: in fondo fare della sua casa un museo è anche lo strumento per impedire che il lutto devasti del tutto l'animo di chi ha così tanto amato.
Inceneritore del Gerbido – parte terza – più si brucia più si inquina
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*Inceneritore del Gerbido – parte terza – più si brucia più si inquina*
Ho già ricordato come l’inceneritore sia arrivato al Gerbido e come i
rifiuti deb...