Primarie a Roma, Napoli e in tanti altri posti: dal trionfo delle democrazia alla peggiore rappresentazione del marciume morale della politica. Non c'è strumento "buono" che tenga, se chi lo adopera è marcio dentro
A Roma vanno a votare pochi intimi, ancora adesso non si sa esattamente quanti, ed è tutta una corsa a nascondere, minimizzare, parlare d'altro. Ci siamo abituati, dunque niente di nuovo. A Napoli hanno fatto di meglio: hanno mandato la gente a votare rimborsando l'obolo in anticipo, qualcuno ha ripreso (sarà un caso?) e adesso è bufera. Soprattutto perché si scopre che non è vero che sono andati in tanti a votare, ma sono pochi che hanno votato in tanti posti. Una miseria umana come nessuno avrebbe potuto immaginare, anzi no.
Se nelle grandi città l'attenzione dei media è alta e dunque è più difficile farla franca, nei comuni più piccoli durante la "festa della democrazia" succede già da tempo di tutto e di più, solo che tutti quelli che contano si voltano dall'altra parte e fanno finta che vada tutto bene . In tempi non sospetti avevo raccontato cosa è successo nelle primarie della mia cittadina (leggi), quella che esprime - pensate un po' - un sindaco addirittura presidente nazionale di Avviso Pubblico, associazione per la legalità . Lo stesso che non paga le tasse ed è stata beccato anche a raccontare balle.
Ma che è sempre lì al suo posto, nessuno dei legalisti parolai che gli chieda conto e, magari, le dimissioni.
Già allora si capiva cosa sarebbero diventate le primarie, in assenza di leadership forti e autorevoli, di rigore morale nel celebrarle: una gara alla promessa, alla mazzetta, al trucco per portare i cammelli a votare non il migliore, ma il capobastone, quello che tiene la biada. Questa attitudine l'ha sviluppata il precedessore del sindaco della mia città , un gigante nel cazzeggio e nella raccomandazione, nell'è amico mio, dunque... Tutto il PD è diventato quella cosa lì, la stessa che abbiamo visto a Napoli e in chissà quanti altri posti. Con buona pace degli ideali e della generosità dei pochi sopravvissuti di stagioni ben più gloriose. Amen.
Tornando alle primarie, sembra evidente che quello di questi giorni potrebbe essere il colpo di grazia a uno strumento che è servito a rinnovare il ceto politico, a legittimare leadership e programmi, a dare uno scossone a un paese immobile che sembrava preoccupato solo di andare a fondo il più lentamente possibile. Renzi è uno dei prodotti di quella stagione ed è bizzarro, ma emblematico del bluff, che sia proprio sotto la sua segreteria che si consuma la tossica mescolanza fra gli usi&costumi della peggiore politica e lo strumento che rende scalabile un partito, una carica, un incarico. Basta guardarsi intorno per osservare che lo strumenti non ha selezionato i migliori, ma i leccaculo, i coltivatori di clientele e i servi del capo. Quando qualcuno si è messo di traverso per riportare questa intuizione al significato delle origini, è stato brutalmente spazzato via da una casta di capetti così scarsi da essersi trasformati nella zavorra che porta a fondo questo paese.
Forse non sono le primarie ad essere "sbagliate", sbagliati sono tutti coloro che negli anni se ne sono sempre più serviti per salire e scendere dai partiti taxi. Gli Italiani sono consenzienti e complici in questo gioco perverso che, di fronte all'ennesima promessa del politico, li rende suoi servi in nome del "vuoi vedere che stavolta ce n'è davvero anche per me?".
Mariano
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