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IL MALAFFARE

L’inchiesta di Roma è qualcosa di più delle solite storie di politica e malavita di cui sono costellate le piazze d’Italia. C’è dentro un sistema politico marcio fin nelle sue fondamenta e un paese senza speranze. La nausea monta...
Furbi, furbetti e furbacchioni
Adesso capisco perché il PD voleva far fuori Marino”, scrive un mio amico su facebook dando parole a un pensiero che in tanti ieri debbono aver avuto, sentendo e leggendo delle vicende collegate all’inchiesta sulla mafia romana. Non sono infatti in discussione i meriti e i demeriti del sindaco, oggi a salire agli onori delle cronache è la sua capacità di resistere alla manovra di accerchiamento che politica e criminalità avevano operato nei suoi confronti, “marziano” nella capitale. E che dire degli alemanno che manifestavano contro gli immigrati che le sue cooperative assistevano puppando fondi pubblici e gestendoli come impariamo ogni minuto di più? E il giro di assassini, ladri,  pregiudicati e ex-terroristi che governa/va la politica romana e senza i quali non si muove/va foglia? E i giornalisti proni davanti ai potenti (mai un’inchiesta indipendente, per carità!), ai renziani e a gli anti renzi che oggi "non c’entrano nulla", agli ipocriti che “i magistrati facciano il loro lavoro”, agli infiniti manovratori che hanno contribuito a rendere l’Italia un paese di clienti, ai rutelli e ai veltroni, perfino al sottobosco di nullità intorno agli enti pubblici per leccare il culo ai loro padroni.
Dall’inchiesta viene fuori anche questo: partiti-taxi che imbarcano chiunque, purché dotato di adeguato pacchetto di voti, alleanze e correnti che si fanno e si disfano, manipoli di squadristi...
... (a volte perfino inconsapevoli per conclamata ignoranza) dediti all’eliminazione di qualunque voce critica e di qualunque sussulto di moralità, civismo e senso della collettività; gruppi di affari che
si mescolano tranquillamente con criminali conclamati e condannati e poi, tutto insieme, con politici arrembanti che voglio fare carriera in fretta. Naturalmente agitando la meritocrazia e la lotta alla corruzione, magari perfino lavandosi la coscienza organizzando convegni sulla legalità e frequentando i salotti giusti dove le cose si nominano in inglese, novelli Re Mida all'incontrario.
Deep trash”, direbbe Renzi, che già si prepara a cambiare nome a qualcosa per spacciarlo come novità, anche in questo campo, ”Quasi quasi ci faccio una legge, così dico che il governo del fare ha fatto e da adesso in poi in Italia non ci saranno più queste brutte cosacce che sentiamo a Roma”.
E noi Italiani a bercela, già pronti alla prossima e spaventosamente ignari che chi paga, alla fine di tutto, siamo proprio sempre e solo noi. Causa ed effetto di un paese che cambia sempre e solo in peggio, dove i furbacchioni vincono comunque, perfino quando non sarebbero capaci. Solo perché gli altri, i cittadini normali, aspettano da sempre passivamente che ci pensi qualcun altro.
Mariano
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