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I RE MIDA ALL’INCONTRARIO

Non c’è solo chi tramuta in oro tutto quel che tocca…. C’è anche il rovescio della storia. Ovvero chi trasforma l’oro in cacca, fra gli applausi dei compari
Orecchie d’asino
La vicenda dello “sciopero del panino”, in atto oramai da un mese nelle scuole del mio comune, le azioni delle famiglie, l’incapacità del sindaco e dei suoi complici di trovare una soluzione, anche solo  costruire canali di comunicazione limpidi con il mondo della scuola in ebollizione… meritano qualche riflessione e considerazione poco “politica”, ma molto pratica.   
La prima è che in soli dieci anni la premiata coppia M&M (Mazzù e Montà) ha distrutto un’eccellenza cittadina, un progetto a cui hanno lavorato amministratori, scuole, insegnanti, famiglie, operatori economici nei dieci anni precedenti al loro arrivo sulla scena grugliaschese.
La seconda è che questa non è l’unica: che dire dell’Università, fermatasi al giorno in cui Mazzù venne eletto per la prima volta e mai più ripartita se non nelle chiacchiere e negli annunci  giornalistici ai quali non è mai seguita alcuna azione pratica? Che dire del deserto del parco Le Serre, ridotto a rovine abbandonate con al centro un tendone di un teatro che apre quando capita? Il teleriscaldamento? I costosissimi lavori al Parco Porporati? o quelli di via Galimberti? I debitori eccellenti con cui si accompagnano i Nostri senza chiedersi se sia proprio il caso?
Non ho intenzione di continuare con l’elenco, basta scorrere questo blog per trovare la puntuale descrizione del valente operato della premiata ditta M&M.
I loro supporter applaudono tranquilli, sono già trasformati in complici e alcuni di loro non se ne sono neanche accorti. 
Oramai è certo: i due trasformano tutto quello che toccano in cacca, moderni Re Mida all’incontrario…

Racconta Ovidio nelle Metamorfosi, che un giorno Dioniso non riusciva a trovare il suo vecchio maestro e patrigno, Sileno che vagava perduto e ubriaco per i boschi. Per fortuna fu soccorso da due contadini che lo portarono dal loro re, Mida, re della Frigia.  Mida riconobbe Sileno e lo ospitò nella sua reggia per dieci giorni, mentre il satiro allietava il re e i suoi amici con racconti e canzoni.
L'undicesimo giorno, Mida riportò Sileno da Dioniso. Questi, per ringraziare Mida, gli chiese di esprimere un desiderio, lui l’avrebbe esaudito. Mida gli chiese il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava, Dioniso lo accontentò. Mida, però, si accorse presto che così non avrebbe neppure potuto sfamarsi, dato che tutti i cibi che toccava diventavano istantaneamente d'oro. Rendendosi conto che la bramosia di denaro lo avrebbe portato alla morte, implorò Dioniso di togliergli tale potere. Il dio esaudì la richiesta.
Il re Mida, però, non sa proprio fare tesoro dei suoi errori e calmare la sua avidità. Così sarà punito da Apollo con un paio di orecchie d'asino: gli aveva promesso che lo avrebbe nominato vincitore in una gara musicale con Pan e non aveva mantenuto l’impegno. Solo il suo barbiere era a conoscenza della punizione, ma il re lo aveva minacciato di morte se avesse rivelato le sue orecchie d’asino. Il barbiere non ce la faceva proprio a mantenere il segreto e andò a dirlo dentro una buca vicina a una palude, dopo aver ben controllato che non ci fosse nessun umano a sentirlo. Li crebbero delle canne che col vento sembravano sussurrare ai viandanti “Re Mida ha le orecchie d'asino!”.

Osservateli bene quando vanno in giro a promettere a vanvera, o a fare discorsi che solo un portaborse potrebbe immaginare. Le orecchie sono finte, semplici protesi per coprire le orecchie d’asino che gli sono cresciute. Non per incantesimo, ma perché non imparano proprio mai: come Mida, promettono e non mantengono, infognando sempre più la nostra città, distruggendone le eccellenze e le occasioni che altri prima di loro hanno pazientemente costruito.
Dopo che li avrete osservati bene per verificare le orecchie d’asino, allontanatevi e non toccateli assolutamente. A loro Dioniso non ha perdonato l’incantesimo: continuano a trasformare in cacca tutto quello che toccano… e da noi ce n’è già abbastanza senza che se ne aggiunga dell’altra!

Mariano




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