Tempo di elezioni: sui muri, pannelli pubblicitari con facce sconosciute in pose improbabili. Col contorno di simboli svuotati e parole senza alcun nesso con la realtà …
La vanità dell’esserci
Da qualche settimana i tabelloni elettorali sono di nuovo pieni di faccioni anonimi e improbabili, in qualche caso ritoccati con photoshop fino a renderli così diversi dagli originali, da suscitare l’ilarità dei conoscenti e le dichiarazioni dei parenti: “Io quel mostro non lo voto neanche se mi implora!" Sembra la brutta copia di un tronista in disarmo…”
In qualche posto c’era stata l’anticipazione delle primarie del PD, una specie di sagra paesana per pochi intimi. Oramai è di moda disertarle perché il bluff è talmente scoperto che nemmeno il post-comunista più sfegatato riesce a farsele andare bene. Allora si fa la gara a chi ha il manifesto più vanitosamente osceno e a chi porta più clientele a esprimere un voto. E’ la riprova che gli ex-comunisti riescono davvero a guastare qualunque cosa tocchino; non c’è bisogno di accusarli d’altro, basta questo a renderli indigesti e a sollecitare una presa di distanza energica. Infatti, chi va con loro, finisce per diventare come loro, anche peggio alle volte.
Dunque, finite le primarie, adesso si passa alle elezioni vere. In almeno tre casi (regionali ed europee, ma anche le liste alle comunali, dove si vota) offrono all’elettore l’oramai rara possibilità di esprimere il voto di preferenza a uno o più candidati. Eccoti scatenati i candidati, la fiera delle vanità si accede delle luci migliori: gente della stessa corrente dello stesso partito si scambia in segreto nominativi di grafici valenti che “fanno miracoli”, rendendo bello anche il più cesso, trasformano uno sguardo vacuo in una espressione sognante e pensosa, capace di evocare facoltà e competenze che quel candidato nemmeno sapeva di possedere.
Candidati tremebondi percorrono le tipografie, alla ricerca del preventivo migliore e della grafica più accattivante… poi via! Tutti a tappezzare muri e tabelloni con mezzibusti in infinite interpretazioni tutte uguali, a volte condite da slogan scopiazzati in giro, altre nemmeno quelli: ad esempio il candidato di SEL alle primarie di Collegno ha copiato il titolo di un libro che parla della vicina Grugliasco - spudorato e insolente che non è altro – forse per evitarsi la fatica di elaborarne uno suo. Trombatissimo (è arrivato ultimo), però gli hanno fatto tutti i complimenti.
I tabelloni elettorali saranno disponibili solamente quattro settimane prima delle elezioni, dunque adesso gli “anticipatori” si pagano le spese di affissione e utilizzano gli spazi della pubblicità commerciale. Hanno ragione, sono anche loro prodotti da vendere, in molti casi patacche che riveleranno la propria fragilità rompendosi il giorno dopo le elezioni in tante piccole schegge inutili pronte per diventare rifiuti da smaltire. Ovviamente a carico della collettività , quella stessa che guarda distrattamente tutta questa esposizione di facce, lasciando intendere che non gliene importa nulla e che stavolta…
Niente paura, facce da muro: torneranno disciplinati a votarvi, ben sapendo di che pasta siete fatti, non appena avrete sollecitato la loro cupidigia – o semplicemente il loro bisogno - con qualche promessa clientelare. Sanno bene che non le manterrete, ma vi voteranno lo stesso, non si sa mai.
Avranno a disposizione i prossimi cinque anni per lamentarsi della "brutta politica che distrugge l’Italia e toglie la speranza ai nostri giovani!"
Parola di ex-faccia da muro.
Mariano
2019
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