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SCUOLA PUBBLICA E VIZI PRIVATI

Finalmente un po' di verità: ignoranti è bello!

Le esternazioni dello sporcaccione di Arcore e il sostegno della sua ministra all'Istruzione, già nota per altri esercizi, soprattutto orali, danno finalmente conto di cosa pensa il governo (e una fetta del paese) della scuola pubblica, statale e paritaria: un posto dove si insegnano cose diverse da quelle che vogliono le famiglie italiane.
Infatti le famiglie italiane - rincretinite dall'ignoranza e da un ventennio della peggiore tivù - vogliono i corsi di zoccolaggine, di velineria, di calcio, di portamento televisivo, di trucco e di massaggio, di tuffo in piscina con idromassaggio, di tronismo, di leccaggio e di riconoscimento marche.
Mica vogliono per i loro figli un'istruzione e un'educazione che li aiutino a crescere bene e a farsi strada nella vita, secondo b e g queste sono fisime da insegnanti deviati, che non assecondano la brave famiglie italiane.

Credo che questo sia veramente troppo, sa per gli insegnanti che per gli allievi che per le loro famiglie. Ma che immagine accredita il premier?  Quella di un paese dove bisogna andare avanti a colpi di piccone per smantellare quello che ancora c'è, così si coltiva meglio il consenso attraverso la propaganda a ignoranti imbottiti di finti sogni. Quella di un paese dove basta gridare e mostrare il culo per ottenere ciò che si vuole, magari dopo un fugace passaggio in tivù e/o nel letto di qualcuno che conta. Di un paese magna magna, dove tutti quelli che possono arraffano a più non posso e non conta quello che sai fare e quello che sei, ma solo la tua spregiudicatezza e il cinismo che esibisci tutto dove puoi con arrogante sicumera.

Gli insegnanti sono oramai spompati, sommersi dalla loro autorefenzialità, ma anche dagli attacchi continui di famiglie non sempre rispettose del ruolo della scuola e sovente ammaliate dalle chimere della propaganda. Quando alzano la testa vengono prontamente seppelliti da quantità di documenti inutili da compilare e dalla paura che una parola di troppo li sbatta sui social network e poi sui giornali che, in ossequio al padrone, debbono sempre dimostrare che va tutto male. Subiscono i più, alcuni si disimpegnano, altri se ne sbattono, tanto basta essere a posto dal punto di vista burocratico. Infine ti arriva lo sporcaccione a spiegare a quelli fra loro che non l'avevano ancora capito, che la loro funzione sociale non vale un tubo e che il loro ruolo è inutile, a volte dannoso.

Gli studenti transitano, le famiglie abbozzano e il sistema educativo dal paese va a picco. Scende nelle classifiche trascinato non dalla scuola statale, ma da quella privata (si vedano gli ultimi test PISA). Quella stessa scuola privata che non aveva ancora subito tagli, ma che comincia a patire di una politica dissennata cominciata dal centrosinistra a cavallo del 2000 e meravigliosamente interpretata da tutti i ministri dell'istruzione che si sono alternati da allora: giù quel che funziona nella scuola statale, su le scuole private, quelle religiose meglio ancora.

Non c'è più tempo: gli insegnanti, le famiglie, gli studenti, le forze politiche, i sindacati, le associazioni imprenditoriali e tutti quelli che hanno a cuore il futuro delle giovani generazioni debbono alzare la testa. Per vedere cosa non va e correggerlo, per ritrovare il senso di un patto sociale per il progresso del paese, per farla finita con i seminatori di ignoranza e con quanti li hanno lasciati lavorare indisturbati, qualche volta perfino favorendoli con l'ignavia e il cinico calcolo politico.

Mariano
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