La riforma della giustizia secondo il centrodestra
Dopo anni di leggi ad personam, trucchi e trucchetti per eludere i processi a carico del capo, adesso non sanno proprio più cosa inventarsi per gettare un po' di polvere negli occhi già infiammati di un popolo su cui si sta abbattendo tutto quel che si merita.
Facile immaginare che da domani l'interesse dei media e degli opinionisti si sposterà su temi fondamentali per l'emergenza che viviamo: separazione della carriere, intercettazioni sì o no, responsabilità civile dei magistrati, giusto processo, prescrizione, proscrizione e chissà cos'altro ancora.
I magistrati scenderanno sul piede di guerra e proclameranno l'agitazione, le sacerdotesse della sacrosanta indipendenza della Magistratura torneranno ad animare le piazze e i convegni in un'eterna storia che sembra ripresentarsi come un ciclo maledetto e senza fine.
Tavole rotonde, destra contro sinistra, forse il centro è disponibile al dialogo, anche qualche democratico troverà il modo di pavoneggiarsi spiegandoci dalemianamente che "è ora di mettere un bavaglio a certe esagerazioni dei giudici" e che "non bisogna essere pregiudizialmente contro le proposte di Berlusconi, solo perché è lui".
E così avanti, di trasmissione in convegno, in manifestazione, in dissertazioni, in appelli ad occuparsi dei veri problemi del paese. Tutti dimenticheranno il Maghreb in fiamme, le migliaia di immigrati che arrivano sfatti sulle rive italiche e le vittime senza nome che non ce la fanno ad attraversare indenni il Mediterraneo. Dimenticheranno anche che il vecchio sporcaccione usa lo Stato per i suoi affari, che l'opposizione l'ha lasciato fare e lo lascia fare anche adesso. Anzi, tutte le volte che è sembrato spacciato, qualche leader sapiente e post comunista è anche riuscito a resuscitarlo perché "bisogna unire e non dividere".
Dimenticheremo anche che la gente scende in piazza se non viene chiamata dai partiti, sennò ci pensa due volte; che stiamo tutti aspettando che l'opposizione ci chiami a manifestare a lungo (come in Africa) per dare la spallata finale a una situazione di cui non ne possiamo più.
Dimenticheremo perfino lo schifo dello zoccolume, dei lelemora, degli emiliofede che si fregano fra loro e tutti insieme fottono berlusconi.
Faremo finta che il paese va bene, che i giovani sanno come andare avanti, che i valori fondanti della repubblica sono ben saldi nelle nostre coscienze e nelle nostre idee.
Faremo finta di poterci ancora permettere un governo incapace e pericoloso, come quegli ex-ricchi ora falliti che - ormai senza una lira - continuano a frequentare i luoghi della perduta ricchezza come se andasse ancora tutto bene.
Mariano
Dopo anni di leggi ad personam, trucchi e trucchetti per eludere i processi a carico del capo, adesso non sanno proprio più cosa inventarsi per gettare un po' di polvere negli occhi già infiammati di un popolo su cui si sta abbattendo tutto quel che si merita.
Facile immaginare che da domani l'interesse dei media e degli opinionisti si sposterà su temi fondamentali per l'emergenza che viviamo: separazione della carriere, intercettazioni sì o no, responsabilità civile dei magistrati, giusto processo, prescrizione, proscrizione e chissà cos'altro ancora.
I magistrati scenderanno sul piede di guerra e proclameranno l'agitazione, le sacerdotesse della sacrosanta indipendenza della Magistratura torneranno ad animare le piazze e i convegni in un'eterna storia che sembra ripresentarsi come un ciclo maledetto e senza fine.
Tavole rotonde, destra contro sinistra, forse il centro è disponibile al dialogo, anche qualche democratico troverà il modo di pavoneggiarsi spiegandoci dalemianamente che "è ora di mettere un bavaglio a certe esagerazioni dei giudici" e che "non bisogna essere pregiudizialmente contro le proposte di Berlusconi, solo perché è lui".
E così avanti, di trasmissione in convegno, in manifestazione, in dissertazioni, in appelli ad occuparsi dei veri problemi del paese. Tutti dimenticheranno il Maghreb in fiamme, le migliaia di immigrati che arrivano sfatti sulle rive italiche e le vittime senza nome che non ce la fanno ad attraversare indenni il Mediterraneo. Dimenticheranno anche che il vecchio sporcaccione usa lo Stato per i suoi affari, che l'opposizione l'ha lasciato fare e lo lascia fare anche adesso. Anzi, tutte le volte che è sembrato spacciato, qualche leader sapiente e post comunista è anche riuscito a resuscitarlo perché "bisogna unire e non dividere".
Dimenticheremo anche che la gente scende in piazza se non viene chiamata dai partiti, sennò ci pensa due volte; che stiamo tutti aspettando che l'opposizione ci chiami a manifestare a lungo (come in Africa) per dare la spallata finale a una situazione di cui non ne possiamo più.
Dimenticheremo perfino lo schifo dello zoccolume, dei lelemora, degli emiliofede che si fregano fra loro e tutti insieme fottono berlusconi.
Faremo finta che il paese va bene, che i giovani sanno come andare avanti, che i valori fondanti della repubblica sono ben saldi nelle nostre coscienze e nelle nostre idee.
Faremo finta di poterci ancora permettere un governo incapace e pericoloso, come quegli ex-ricchi ora falliti che - ormai senza una lira - continuano a frequentare i luoghi della perduta ricchezza come se andasse ancora tutto bene.
Mariano