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GIOVANI GENERAZIONI E VECCHIE CONTRADDIZIONI

Prof, come si fa a ribellarsi?

Me ne stavo tutto tranquillo a spiegare la crisi demografica, economica e politica del 1300 a 25 sedicenni catalettici abbastanza silenziosi e dall'occhio vitreo straordinariamente fisso e... mi sono cacciato nei guai senza che ce ne fosse bisogno.
Uno di loro - si vede particolarmente vivace, forse perché va a letto presto la sera, oppure perché ha un ciclo biologico normale - mi interrompe nel bel mezzo della spiegazione sulle conseguenze del calo demografico e mi fa una domanda a tradimento sulla durata della vita - oggi e allora - spingendomi a parlare di previdenza pensionistica, assistenza sanitaria e quant'altro connesso alle mie preoccupazioni di quasi vecchio nel mondo d'oggi.
Senza quasi accorgermene, ho pesantemente provocato l'aula intera sogghignando nell'affermare: "Cerco di trattarvi bene perché vi toccherà lavorare da precari tutta la vita per pagarmi la pensione il più a lungo possibile", e poi ho anche aggiunto: "... e cercate anche di non ribellarvi troppo che fate casino e mi impedite di godermela" con tono da gradasso che ha avuto tutto dalla vita e che ancora ne aspetta tanto. Un vero provocatore.
Un fremito ha percorso la classe, i dormienti si sono risvegliati, le creste unte di gel hanno ritrovato un rinnovato turgore, come il pantalone la giusta altezza sulla chiappa. Le giovani coscienze - in stand-by  da almeno mezz'ora in attesa del risveglio che precede di qualche secondo il suono della campanella dell'intervallo - si sono accese all'improvviso destando stupore perfino nei corpi che le ospitano.
Il rappresentante di classe, eletto all'europea da qualche settimana  - all'europea, ho scritto, dunque competente e interessato a curare l'interesse collettivo, quello della classe. Se fosse stato eletto all'italiana avrebbe dormito tranquillo sognando ancora per un po' i benefici che avrebbe potuto trarre dalla sua carica, ottenuta magari promettendo più brioches per tutti! - e perciò straordinariamente partecipe del suo ruolo, ha alzato la mano e mi ha detto:
"Che cosa dobbiamo fare per costruirci un futuro un po' meno disastroso di quello che lei ci rappresenta?"
"Ribellatevi a questo stato di cose, se avete la pazienza e la voglia di impegnarvi in qualcosa di concreto e appassionante. Di solito nella storia è successo così: quelli che non avevano prospettive, che avevano tutte le strade chiuse, a un certo punto si sono ribellati. Ecco perché dovete studiare la Storia ", ho risposto, per chiudere il discorso e riprendere la lezione.
Lui non aveva alcuna intenzione di demordere, i suoi compagni erano attenti a cogliere ogni sfumatura di questo piccolo duello verbale e io poco incline a continuare la discussione. Ci ha pensato lui a distruggermi anni di certezze granitiche e di teorie pedagogiche, semplicemente chiedendomi:
"Prof! Come si fa a ribellarsi?"

Mariano
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