Eppure c'è ed è la vincitrice delle elezioni di ieri - purtroppo insieme al Partito Democratico, il partito xenofobo di estrema destra, simile alla Lega nostrana - che hanno visto il calo dei due partiti maggiori.
I Verdi hanno superato il 7%, aumentando di circa due punti ripetto alle ultime elezioni, e non sono più il partito più piccolo fra quelli presenti in Parlamento (in Svezia c'è uno sbarramento del 4%).
Mentre in Italia b va alla festa della Destra e annuncia che entreranno in maggioranza e al governo, i rappresentanti del centrodestra svedese escludono un'alleanza con il partito di estrema destra.
Non avendo la maggioranza in parlamento, stanno proponendo ai Verdi di entrare a far parte del nuovo governo; sembra che i Verdi abbiano intenzione di rifiutare per l'impronta marcatamente nuclearista del programma del centrodestra (per saperne di più, ecco un blog simpatico)
Ma fin qui sono cose svedesi, che solo gli appassionati possono seguire con interesse.
Ciò che interessa di più è una riflessione su come sia possibile che l'Italia non solo non abbia contenuti verdi nei programmi dei partiti maggiori, che hanno dell'economia e della società una visione da anni '70, ma anche che il partito dei Verdi abbia fatto la fine che sappiamo e che i tentativi di costruire una forza politica autenticamente ecologista a 360 gadi siano così complicati e scarsamente premiati.
D'altra parte l'informazione fa per bene la sua parte: provate a cercare queste notizie sui giornali di oggi e non le troverete. Troverete il commento sull'avanzata del partito xenofobo, troverete le considerazioni sula mancanza di maggioranza in parlamento, forse perfino notizia delle avances ai Verdi. Ma della loro avanzata e successo non danno mai conto. Succede sistemticamente ogni volta che si parla di elezioni nei paesi europei, chissà perché.
Mariano