
Innovazione, sperimentazione, nuovi modi di insegnare e di imparare, revisione dei contenuti e dei metodi, attenzione alle nuove forme di comunicazione, alle tecnologie, all'intreccio fra lo studiare e il fare... e tante altre cose ancora. Questi temi sono al centro del dibattito nella maggior parte dei paesi del mondo, tesi a cercare di riformare la scuola per renderla più efficiente e produttiva, più vicina ai bisogni e alle caratteristiche delle giovani generazioni.
In Italia si discute di grembiulini, di voti di condotta, di riduzione di orario, di aumento degli allievi per classe, di risparmio. Lo fanno la politica politicante e i giornali, ma il mondo della scuola non sempre sta meglio, preso fra desiderio di conservazione e timore di perdere il prestigio residuo sotto i colpi della modernizzazione di facciata.
In questo quadro il ruolo delle istituzioni potrebbe essere davvero imponente, nel costruire un patto per ridisegnare la scuola, rilanciandone il prestigio e la funzione sociale.
La Regione è in grado di lavorare a questo? Osservando la reazione dell'assessore a fronte del progetto "Un PC per ogni studente" - una delle poche speriemntazioni di valore , tutta proiettata nella didattica del futuro - sorgono dubbi.
Forse però bisogna solo spiegarla meglio, approfondendone le caratteristiche e pubblicizzandola adeguatamente.
Basterà questo o ci vuole dell'altro?
Mariano Turigliatto