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L’INVENTARIO

Non molti anni fa, i primi giorni dell’anno i supermercati e le fabbriche li dedicavano a un’attività che è scomparsa... a favore di nuove speranze disattese

Impossibile fino a circa 20 anni fa andare per grandi magazzini e negozi nei primi giorni dell’anno: “chiuso per inventario” recitava il cartello che immancabilmente si trovava sulla porta sbarrata. Impossibile anche per i magazzinieri delle ditte di produzione assentarsi dal lavoro in queste giornate convulse in cui, anzi, occorreva fermarsi fino a tardi per… fare l’inventario.
Armati di strumenti cartacei, tutti a contare, catalogare, classificare, insomma inventariare tutta la merce, gli oggetti, i manufatti rimasti nel magazzino o perché invenduti- quindi da scontare per farli fuori durante i saldi successivi - o ancora disponibili all’utilizzo, nel caso di aziende manifatturiere. Gli uffici di collocamento lavoravano anch’essi per trovare personale temporaneo disponibile a lavorare anche di notte per realizzare l’inventario nel minor tempo possibile: studenti squattrinati, disoccupati temporanei e persone non interessate a un lavoro continuativo si davano disponibili a questo lavoro da cui ricavavano parecchio in cambio della disponibilità di orario illimitata. Poi è cambiato tutto, ci hanno pensato l’informatica e il capitale.
 Il capitale, perché sempre alla ricerca di soluzioni per produrre di più al prezzo più basso e con l’utile più alto. Perché tenere merci e ricambi fermi in magazzino? Rappresentano un costo che non sempre si ammortizza. Dunque ridurre il magazzino, tendenzialmente cercare di produrre in tempo reale ciò che viene venduto, al volte, perfino prima che esista veramente. Si chiama just in time e tutte le auto, per esempio, oggi sono prodotte così. In campo commerciale si sono affermate forme di vendita sempre più sofisticate, che presuppongono che il magazzino del negoziante sia la ditta che produce ciò che commercia. Si sviluppa la rete di recapito/distribuzione e dimagrisce il magazzino di ogni singolo negozio: la taglia, il colore, il modello adatto al cliente lo ricevi in pochissimo tempo dopo che l’hai venduto senza nemmeno avercelo in negozio. Si chiama franchising: tu metti i soldi per i muri e l’allestimento del negozio, io ti do la roba da vendere, la pubblicità a cui non potresti arrivare, il brand. In cambio sottostai alle mie condizioni contrattuali e ai vincoli che vi sono contenuti (i contratti Benetton e McDonalds, solo per ricordarne alcuni, sono dei veri  e propri volumoni dove sono descritte anche le modalità di approccio al cliente che entra nel negozio).
Questi e altri importanti cambiamenti sono stati resi possibile dall’informatica di massa. Processi che prima richiedevano tempo ed energie sono stati sostituiti da applicazioni che permettono di sapere in tempo reale quanti pezzi e di che misura sono presenti nei magazzini; di che colore, motorizzazione e assortimento di optionals Giovanni ha ordinato la vettura, magari in un concessionario distante mille chilometri dallo stabilimento di produzione… e molto altro ancora. Mestieri centrali prima sono del tutto scomparsi e favore di nuovi lavori portati da una diversa articolazione della produzione e distribuzione di merci e servizi: come ci ricordano illustri economisti, il problema è che il numero di posti di lavoro creati è ampiamente inferiore a quelli distrutti. Ma questo era esattamente lo scopo del capitale: produrre a meno, riducendo il costo delle materie prime, degli investimenti produttivi e della manodopera.
Uno sguardo a quello che accadde negli ultimi trent’anni del 1800 (seconda rivoluzione industriale, nuovo capitalismo e nascita delle organizzazioni operaie, consumismo, società di massa...) potrebbe tornare utile a chi pensa che la storia sia finita qui e che si tratti solo di resistere, rispolverando qualche slogan tardobolscevico. La sfida di oggi non è tornare a fare l’inventario a mano, è trovare forme e investimenti per aprire la strada ai nuovi lavori, quelli che ancora non esistono se non nella testa di qualcuno che, immaginandoli, vorrebbe trovare un ambiente adatto a provarci senza dover lottare contro conservazione e rendite di posizione, paure, ordini costituiti e parassiti di ogni colore e qualità.
Mariano
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