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BELLE PERSONE

Ecco la lettera che ho scritto ai miei studenti che da pochi giorni possono fregiarsi di un diploma di scuola superiore ottenuto onestamente in una scuola statale qualificata per davvero…
Care/i voi,
dunque ce l’avete fatta: diplomati!
Già adesso tutti i giorni di tensione - le ore sui libri (poche, pochissime…), le ansie, le previsioni, i sogni di gloria e i timori di sconfitta, le paranoie, insomma tutto il corollario di eventi e stati d’animo che accompagnano questo “rito di passaggio” - sono un ricordo che sta sbiadendo assai rapidamente per fare posto alla curiosità per quello che verrà dopo.
Alcuni di voi saranno contenti del voto finale, altri meno perché magari pensavano di meritare di più, qualcuno avrà anche certamente cominciato a borbottare facendo paragoni fra la meravigliosa prova che hanno offerto e quella, più scarsa, del compagno che ha avuto però un voto superiore.
Altri si staranno ancora chiedendo come hanno fatto a diplomarsi studiando così poco, altri ancora al contrario si lamenteranno per sempre dei pochi giorni di fatica intensa a supplenza di un anno intero non proprio trascorso sui libri.

E’ normale, siamo esseri umani e per di più di una razza speciale, quella italica: sempre pronta a giustificare le proprie manchevolezze e sempre altrettanto attenta nel puntare il dito contro quelle altrui, rivendicando anche punizioni esemplari per i trasgressori e gli scansafatiche, quelli che pesano sulle spalle degli altri. Decisi nel rivendicare il primato del “merito”, tranne quando riguarda noi – meritevoli per diritto divino – i nostri amici e i nostri famigliari. Determinati nel condannare raccomandazioni e favoritismi almeno quando nel pretendere un “aiutino” per sé e per gli amici, anche solo una piccola segnalazione, non si sa mai! Saldamente convinti che il senso civico è merce troppo preziosa perché i comuni mortali possano maneggiarla con cura, allora meglio venderla a poco prezzo al miglior incantatore sulla piazza. Suvvia, siamo tutto quello che ben conosciamo e di cui abbiamo parlato tanto in questi anni, dunque è naturale che anche gli esami abbiano (forse) lasciato qualche insoddisfazione, qualche recriminazione, giustificata o meno. Sappiate che in questi esami tutti abbiamo fatto del nostro meglio… e anche qualcosa in più.

In questi anni di voi ho apprezzato la capacità di stare insieme, l’intelligenza, la naturalezza e la disponibilità. Porterò sempre con me gli episodi e le parole che hanno accompagnato gli eventi di questi anni, quelli belli e quelli brutti, ricorderò la vostra poderosa capacità di reagire a fatti tristi e duri con lo spirito di solidarietà e di comunanza che è merce sempre più rara, continuerò a cercare quell’aria di simpatia ogni volta che entrerò in un’aula perché con voi l’ho trovata, dunque vuol dire che si può.
Ho imparato alcuni dei trucchi che avete messo in azione per farmi fesso e cercherò di stare più attento con le altre classi, affinché gli allievi siano costretti a inventarsi sempre nuovi modi per eludere verifiche e controlli. Mi avete insegnato che quel che offri ti ritorna; non quando e come lo vorresti tu, ma ritorna, specialmente quando si tratta di relazioni umane profonde, oneste e corrette. Spero che lo abbiate imparato anche voi.

Credo che anche voi siate spaventati da quello che vi attende adesso: non perché sia più complesso, ma perché abbiamo perso tutti l’idea che il futuro sia prima di tutto una sfida che dobbiamo e vogliamo affrontare con forza d’animo, umiltà e generosità. A voi è affidata la ricostruzione del futuro, di quella idea/speranza che fa muovere il mondo e che lo rende più interessante, giusto e divertente. Avete il carattere, l’intelligenza e la stoffa: non perdete tempo, lavorateci su, come sapete e come volete; accanto a voi ci saranno sempre tanti “meno giovani” che non vedono l’ora…
Buon proseguimento.

Mariano Turigliatto








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