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FOLGORAZIONI

Prima adoperano una società pubblica per i loro comodi (e non solo) fra le proteste generali, poi quando non serve più cercano di sbarazzarsene… così tutti dimenticheranno prima.
I pentiti a intermittenza
Le Serre 1Non cessano davvero mai di stupire gli amministratori della mia città e i loro centrosinistri supporter politici. Qualche sera fa ci hanno offerto uno spettacolo impagabile della deriva italica trasferita sul locale, dimostrando anche concretamente che l’incapacità a volte è peggio della malafede. L’oggetto della seduta della commissione consigliare di cui mi onoro di far parte era il piano di rilancio della società “Le Serre”, interamente comunale e da noi più volte definita “La Mangiatoia”,  non certo alludendo al brucabile manto erboso del prato centrale, peraltro soffocato da un osceno tendone che ha devastato il complesso, fra un crollo e l'altro. La riunione serviva a presentare il cosiddetto "Piano industriale", ma naturalmente non è stato distribuito alcun documento, solo qualche slide in slang anglo-grugliaschese che fa sempre effetto. Noi però ce lo abbiamo lo stesso (leggi).
Siccome me ne sono già occupato più volte su questo blog (anche i Carabinieri, l’Ispettorato del Lavoro e chissà chi altri ancora…), rimando ai post precedenti le informazioni sul pregresso di questa società e delle sue recenti attività. Vi racconto solamente la più recente performance della politichetta locale.
La Società Le Serre nasce per iniziativa del Comuni di Grugliasco  di Torino nel 1996: aveva lo scopo di gestire il complesso Le Serre di proprietà del Comune di Torino, ma ubicato nel centro di Grugliasco e da tempo utilizzato dal Municipio per iniziative estive e per incombenze occasionali. Si trattava di una risorsa sprecata, oramai in grave stato di fatiscenza e abbandonata anche dalla scuola giardinieri del Comune di Torino, cosa che aveva provocato anche il degrado delle bellissime serre.
Dunque bisognava intervenire e il Comune lo fece partecipando ai bandi europei (allora era una novità assoluta) con un progetto di risistemazione dell’area, l’individuazione di una forte vocazione culturale e la predisposizione di strumenti operativi per fare delle Serre il centro della città e un polo di rilevanza metropolitana nell’ambito della produzione e dell’innovazione culturale. Per ottenere i cospicui finanziamenti richiesti occorreva che il Comune fosse proprietario dell’area o, comunque, che disponesse di un titolo che gli consentisse di investire come se lo fosse. Da qui la creazione della Società Le Serre, questo lo scopo. Inutile ricordare che sono arrivati i soldi e che il complesso – parco incluso – sono davvero per un po’ diventati quello che si era progettato.

Negli ultimi cinque anni gli amministratori comunali hanno scoperto che si poteva fare della società una specie di serbatoio per ficcarci dentro tutte le funzioni e i compiti che non faceva loro comodo o non potevano svolgere direttamente in Comune (ad esempio assumere gente senza selezioni pubbliche). Così la Società Le Serre è diventata una stazione di progettazione di parchi, un esecutore di opere pubbliche, un gestore di locali e funzioni del Comune (ad esempio il centro stampa, il servizio affissioni, i centri estivi…), riempita di soldi dal Comune stesso e dai fondi di compensazione dell’inceneritore. Oggi la Società Le Serre esegue lavori stradali (pista ciclabile e abbattimento alberi a go go), rifacimenti di parchi (suoi i lavori del Parco Porporati, uno spreco di cui racconteremo presto), spendendo fondi pubblici nella più totale e assurda condizione di società che opera come se fosse privata per eludere i vincoli e le garanzie delle leggi vigenti.

Gli amministratori grugliaschesi, forse stimolati dalle visite della forza pubblica, se ne sono finalmente accorti. Hanno capito che la misura è colma e corrono ai ripari, naturalmente a modo loro. Così il Sindaco, qualche sera fa, dichiara ai consiglieri riuniti che “è ora che la società Le Serre torni alla vocazione originaria”, mettendo in luce criticità con velate allusioni a un recente passato poco bello su cui ha riflettuto per arrivare alla conclusione che enuncia.
Lo dice seguito dalle chiacchiere in inglese (fa figo) del neo-presidente della Società, il già a lungo assessore Zucca, dalle conferme dell’assessore delegato Binda e dei vigorosi cenni di capo della neo assessora Borio. Un pollo grugliaschese potrebbe pensare: “Ecco, per fortuna il cambio di amministrazione ha prodotto qualche positivo cambiamento!”. Ma và!

L’ attuale sindaco Montà è stato assessore delegato alla società nei cinque anni passati ed è stato il principale artefice delle trasformazioni oggi rinnegate, l’assessore Binda della società era il Presidente fino al maggio scorso; nel CdA sedeva anche la Borio, da qualche mese assessore al bilancio del Comune. Anche i consiglieri del PD e dei Moderati, che assentivano alle parole di pentimento del sindaco, erano belli disciplinati nell’accettare le trasformazioni che lo stesso proponeva qualche anno fa: eppure erano stati messi in guardia sulla deriva che stavano prednendo le cose.

Finita la riunione, i maggiorenti sono andati a raccontare balle ai dipendenti della società che, un po’ allarmati per la piega che stanno prendendo le cose, cominciano a non considerare più così sicuro il loro posto di lavoro: chissà se qualcuno di loro finalmente parlerà per dire che cosa è passato dalla Società Le Serre in questi anni, il vero ruolo di Cucchietti (il direttore) e gli accordi con gli utenti degli spazi che stanno uno per volta abbandonando precipitosamente la nave.

Un polo culturale importante ridotto a un condominio di clienti, strutture chiuse per crolli, opere di cui non si comprende il senso, il deserto nel centro della città. Questi sono i guasti della politica, quelli che lasciano ferite perenni nel tessuto sociale e nella credibilità degli amministratori.
A breve la nuova puntata.

Mariano
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