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MAGGIO 68, "LORO COMMEMORANO, NOI RICOMINCIAMO"

Scriveva Liberation un mese fa: Université du Mirail à Toulouse : «Mai 68, ils commémorent, on recommence».
La storia, in sintesi, è questa: nel quadro del ridisegno del sistema delle università pubbliche voluto dal governo Macron, i due poli principali di Tolosa avrebbero dovuto diventare uno solo. Comme d'abitude ai nostri giorni, il disegno è stato calato dall'alto e condito maldestramente con un referendum interno che ha bocciato la proposta con il 95% dei voti. Incurante, il governo è andato avanti come un treno, sostituendo il rettore con un commissario ministeriale, accendendo con questo la miccia. Da dicembre studenti in rivolta, lo stesso per il personale amministrativo, sembrano più defilati i professori (eredi del '68...) e le autorità cittadine. La lotta è ben presto decollata con l'occupazione di alcuni spazi strategici e minacce/tentativi di sgombero che anche oggi si susseguono senza che la situazione faccia alcun passo avanti. Interessante osservare come la lotta dell'università sia sia ben presto saldata con quella delle altre categorie di lavoratori...
che ci stanno spiegando cosa vuol dire organizzarsi e combattere, ferrovieri in testa.
E' nelle aule occupate dell'università che il cronista di Libération ha trovato il graffito del titolo, "Loro commemorano, noi ricominciamo", mirabile sintesi di ciò che è diventato il nostro mondo a cinquant'anni dal Maggio. Intanto sono già partite anche da noi le commemorazioni, le iniziative editoriali, le polemiche stupide per decidere se è stato un bene o un male, se le lotte siano conservazione che si oppone al progresso o fasi importanti di rottura degli equilibri alla ricerca di un'armonia superiore, se i giovani di allora fossero meglio o peggio dell'apatica gioventù odierna, eccetera. 
A me piace sapere che in giro c'è qualcuno che vuole ricominciare. Non a scimmiottare cose vecchie di troppi anni per essere  giuste e utili, ma a discutere confrontarsi ragionare imparare contestare opporsi e divertirsi facendolo insieme, trasgredendo e facendo incazzare i perbenisti che non capiscono e deplorano sperando che la buriana passi in modo per loro indolore. Fra questi, molti di quelli che nel '68 predicavano la rivoluzione e l'uguaglianza, lavorando poi negli anni successivi a fare il contrario. Alcuni di loro fanno perfino fatica a prendere in considerazione l'idea che l'apatia dei loro figli sia l'equivalente delle provocazioni che anche loro producevano a raffica per segnare la distanza dai padri e dalle madri. 
Fra i rivoltosi di Tolosa, fra i ferrovieri in sciopero, fra i tanti che in Francia - e non solo lì -stanno rialzando la testa ci sono opportunisti, fannulloni, gente che vuole solo mantenere i suoi privilegi, egoisti e profittatori. Ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno, solo che i movimenti collettivi riescono a trasformare perfino questi cattivi soggetti in agenti del cambiamento sociale. Così respirano anche quelli che provano a coniugare le idee in cui credono con la vita che fanno.
Ogni tanto bisogna scuotere l'albero per far cadere i frutti prima che marciscano, così ne possono nascere di nuovi. Lasciamoli nelle loro stanze a commemorare e, perfino noi vecchi, diamo una mano a scuotere l'albero.
Mariano

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