Salvo sorprese, il PD sta confezionando l'ennesima cintura esplosiva, destinata a un bel botto, per il partito e soprattutto per il paese.
In sintesi: per spingere all'emersione il lavoro nero e sottopagato, si istituiscono i voucher (Legge Biagi del 2003), strumenti di pagamento del "lavoro accessorio". Trattasi di "buoni lavoro" emessi e gestiti dall'INPS - facilmente acquistabili nei tabaccai, banche e uffici postali - che il datore di lavoro occasionale acquista e con cui paga le prestazioni dei soggetti che chiama a svolgerli. Ogni voucher costa 10 €, corrispondente a una paga oraria effettiva di 7,50 €, mentre i rimanenti 2,50 € coprono INAIL e contributi previdenziali (leggi qui). Meglio che niente, si disse allora. Solo che...
Come sempre nel nostro paese, a fronte di controlli inesistenti e di un sistematico abuso delle maglie che si aprono anche nella migliore delle leggi (e questa non lo era), succede che si comincia a fare un uso decisamente improprio di questo strumento. Così, lavori prima continuativi vengono spezzettati e precarizzati anche di più di quanto già non lo fossero; lavoratori assunti e licenziati nell'arco della giornata, orari al limite della schiavitù, diritti nessuno e arbitrio totale da parte del datore di lavoro.
Sentenza della Corte dei Conti, tutti assolti con tante scuse?
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Una fiammata sui giornali, qualche pettegolezzo in paese e sembra che tutto
sia passato in campana. Erano bravi e innocenti amministratori di
Grugliasco,...