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ALLA FINE DELL'ESTATE...

Eventi che hanno riempito le pagine dei giornali di luglio e agosto, non in ordine cronologico:
1. Tormenti del PD, in tutte le salse e a tutte le latitudini. Conflitti, renzate, distinguo, comparsate e puntualizzazioni. Se larga parte della politica italiana non fosse quel partito ci sarebbe da ridere. E c'è ancora chi si chiede le ragioni del declino del paese. Poi ti arriva "Libero" con lo scoop secondo il quale il PD fa firmare un contratto ai nominati nei consigli di amministrazione: si impegnano a versare al partito la tangente personale. Se non lo fanno, via.  E' la meritocrazia, bellezza.
2. Cinquestellismo con scappellamento a destra. Più o meno la stessa cosa del PD con l'aggravante di essere nuovi, un'autentica speranza dell'Italia. Autoreferenziali, ondivaghi, preoccupanti. Come si fa a dissipare un consenso esagerato in pochi mesi. Siamo sicuri che la gestione Casaleggio jr non abbia bisogno di una bella revisione, magari corroborata da un ritorno di Grillo?
3. Incendi: appiccati dunque dolosi, dovuti alla siccità, all'incuria dei boschi, alla Madia che ha accorpato la Forestale ai Carabinieri  eccetera. Gli incendi continuano anche adesso, ma non ne parla più nessuno perché le paginate sono dedicate a...
4. Sbarchi, migranti, "aiutiamoli a casa loro", chiudiamo le frontiere, adesso basta buonismo. Minchiate in libertà, sparse a piene mani da chi propugna l'isolamento nazionalistico per le persone con addosso vestiti made in China, orologi  made in Corea e scarpe made in Philippines. E che poi andrà a mangiare in un sushi bar usando posate fatte in Birmania  e piatti di plastica del Bangladesh, perché costano meno. Così nessuno fa niente per ripristinare sul serio un po' di legalità e di umanità. A meno che non siano questo gli sgomberi romani: i rifugiati sono sempre fra noi, adesso accampati in giro. Però gliel'abbiamo fatta vedere di cosa siamo capaci e abbiamo stroncato il traffico che si svolgeva da quattro anni in quello stabile. Quello delle regioni in mano alla Mafia può attendere.
5. Scuola. Un estate è: grembiulino sì o no? Quella dopo: ferie degli insegnanti e compiti per le vacanze (troppi). Quella dopo ancora liceo o istituto tecnico e così via. A settembre tutto finisce nel cestino, al massimo una coda su quanto costano i libri di testo. Il tema dell'estate che sta finendo è stato: maturità un anno prima? O riducendo di un anno le medie o togliendolo alle superiori. Soliti coretti ministeriali e sindacali, esperti che si scatenano, parata di commenti di conservazione, ragazzi/e che si mandano foto porno (loro) sbattendosene allegramente, mentre adulti distratti si fanno i tatuaggi, così restano gggiovani.
6. Statistiche. PIL che aumenta, ma  meno che in altri paesi europei. Disoccupazione giovanile alle stelle, ma siamo sicuri che i giovani abbiano voglia di lavorare? Pensioni, stipendi che non crescono, precarietà che cresce ogni giorno. I sondaggi elettorali non se li fila quasi più nessuno: sono numeri anche quelli, ma si ha l'impressione che li scriva qualche buontempone che ha finto di fare qualche telefonata per farsi dire quello che voleva.
7. Barcellona. E dire che sarebbe bastato leggere le cronache da Barcellona, per ritrovare un mondo impazzito che continua a pensare che le politiche repressive possano risolvere fenomeni epocali che richiederebbero investimenti sul welfare. Gli assassini non sono fra noi, sono parte di noi. Sono il prodotto dei ghetti, dei tagli al welfare, del lassismo, della scuola in un angolo, della fine delle speranze. 
8. Nel mentre 529 persone (nei primi 8 mesi) morivano sul lavoro e di lavoro, 29 più delle già troppe dell'anno passato. In qualche caso un trafiletto - non solo sui giornali, stesso spazio anche nella nostra testa -, in altri neanche quello.
Mariano
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