Oramai tutto quello ce c'era da dire è stato detto e quello che c'era da fare è stato fatto... Forse è il tempo di riflettere sul senso di tutto quello che è accaduto e sta ancora accadendo intorno a questo referendum/fuffa
Se fosse necessario raggiungere il quorum per validarlo (come per i referendum abrogativi), non avrei avuto alcun dubbio fin da subito: avrei lavorato per l'astensione. La questione è mal posta, il compito è fatto male e, ancora una volta, per dare risposta a un problema vero si sceglie la strada della demagogia della propaganda, del cambiare tutto perché non cambi nulla.
L'abbiamo già visto con la "modernizzazione del lavoro" in inglese, i salvataggi delle banche, gli 80 euro, la buona scuola, senza insegnanti ancora oggi, e così via. Non una di queste pseudo riforme aveva aggredito il problema alla radice con soluzioni capaci di segnare una svolta vera: fuffa in prevalenza e tanta, tanta propaganda. Giusto ciò di cui penso questo paese non abbia proprio bisogno.
Se poi avessi avuto ancora qualche dubbio, avrei gettato uno sguardo sugli effetti concreti della cosiddetta "abolizione delle province", la legge Del Rio. Ero anche io fanaticamente convinto che fosse una cosa da fare, speravo che si facesse con competenza, trasferendo prerogative e risorse in modo che i compiti delle province passassero a comuni e regioni. Se qualcuno ancora pensasse che davvero è andata così, vada a vedere lo scempio delle scuole superiori, prive di manutenzione e interventi al punto che non si taglia neanche più l'erba nei cortili...
... Si faccia un giro degli uffici dell'ex provincia: vedrà dipendenti che non sanno più che pesci prendere, uffici gonfi di personale senza un euro da investire, rimpalli di competenze e discussioni infinite su cosa deve fare chi senza che nessuno intervenga a definire ciò che è in dubbio. Insomma un grande casino, un gigantesco spreco di danaro (altro che risparmi!) e un'ulteriore fardello di inefficienze caricato sulle spalle dei contribuenti italiani. Eppure ero anch'io a favore dell'abolizione delle province...
Poi arriva la riforma della Costituzione, trattata nello stesso modo. Oramai lo sostengono anche i più accesi sostenitori del SI' che, anche se vincesse, si dovrebbero apportare modifiche e correzioni al testo appena scritto. Ormai tutti hanno capito che porre la fiducia sulla legge elettorale, l'Italicum, è stata una scemenza a cui gli stessi che l'hanno votata oggi cercano di porre rimedio, ovviamente non si sa ancora come e in che modo. Ma è già dimenticato, fare finta di niente...
Così, l'occasione per porre finalmente mano alle parti della Costituzione più datate e che meno rispondono alle esigenze di una democrazia efficace al giorni nostri, finisce per trasformarsi in una contesa fra tifoserie opposte perché così ha voluto il governo, così ha voluto il suo capo, Renzi. Questa responsabilità non gli si staccherà più da dosso, che lo voglia o no, che vinca o che perda. La straordinaria occasione di mettere insieme un paese sfibrato, diviso, arrabbiato, intorno alla riscrittura delle regole dello stare insieme l'ha trasformata in un gigantesco regolamento di conti e una altrettanta clamorosa cortina fumogena gettata a coprire una crisi inarrestabile e un declino che non si ferma.
Di questo Renzi e il PD hanno la responsabilità totale, minoranze interne ed esterne comprese.
Sembra che nessuna delle due opzioni dovrebbe prevalere sull'altra in modo schiacciante, perciò il 5 dicembre ci troveremo di nuovo alle prese con un paese dalla classe politica di infima qualità , con una Costituzione lacerata e tante chiacchiere ancora a coprire l'indecenza di un governo e di un partito che non hanno fatto il loro lavoro per correre dietro a una campagna elettorale interminabile.
Questo è il motivo per cui uno come me, che la Costituzione la vorrebbe proprio cambiare e il Senato lo vorrebbe eliminare, sarà costretto a votare NO.
Mariano
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