Questa è la storia di un’opera pubblica, dei finanziamenti
europei, della incredibile gestione delle spese necessarie per
realizzarla, delle interminabili vicende giudiziarie che l’hanno accompagnata
e delle sentenze che, finalmente, cominciano ad arrivare a dire come stanno (e
stavano) le cose. Ma soprattutto del comportamento irresponsabile di
amministratori pubblici di successo. Come tutte le storie di malapolitica è
complicata, contorta. Proveremo lo stesso a raccontarla, con l’occhio rivolto
al presente e al futuro.
Il 9 febbraio del 2007 “
La Stampa” pubblica un articolo di Marco
Sodano dal titolo eloquente: “
GRUGLIASCO, L’INFINITO CANTIERE MANGIA-SOLDI”.
Racconta la storia di un cantiere, quello per la ristrutturazione di
Villa Claretta,
un edificio storico di Grugliasco oggi Museo del Torino, realizzato dal
Comune utilizzando fondi europei erogati da un bando regionale collegato. Il
giornalista dava conto del contenuto di un esposto che il sottoscritto aveva
presentato in Procura, allarmato dal lievitare dei costi senza che lievitassero
anche i lavori. Giusto per dare la dimensione, la ristrutturazione di
Villa
Claretta sarebbe dovuto costare
5.787.459,41 euro, di cui
4.051.221,59 erogati a
fondo perduto dalla
Regione Piemonte nell’ambito del programma
Fondo Europeo di
Sviluppo Regionale. La Regione, attraverso la sua Direzione Industria, aveva peraltro anche il dovere di monitorare
opera e spese per intervenire in caso di dubbi. La somma totale era stata
individuata sulla base dei progetti - redatti da professionisti incaricati dall’Amministrazione,
più avanti vedremo come, e pagati in larga parte coi fondi regionali – e del capitolato
d’appalto che essi avevano redatto.