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GIOCHIAMO AL DOTTORE?

Il gioco rivela davvero e più di ogni altra attività i cambiamenti epocali che stanno trasformando il nostro mondo: quello "alto" e quello con cui facciamo i conti ogni giorno, qui a casa nostra
"Dai nonni, giochiamo al dottore?" ci fa la nostra nipotina quasi cinquenne sul finire della giornata. Vado a prendere lo stetoscopio e gli altri strumenti di plastica nella sua stanza e dico a mia moglie di fare lei la paziente, così io potrò essere l'infermiere. Ma non serve...
La nostra nipotina non degna di uno sguardo gli strumenti del mestiere, vuole una scrivania e dei pezzi di carta: ci ordina di farli a pezzi regolari e di passarle le penne perché vuole scriverci su qualcosa. Intanto sistema per bene il suo tavolinetto (ora scrivania professionale) mettendo in ordine cancelleria e foglietti. Il tavolo lo sistema in modo che il paziente stia il più possibile lontano da lei.
Il gioco può cominciare e consiste in questo: la nonna, che fa la paziente, entra dalla dottoressa, si siede sulle sedia davanti alla scrivania e il medico in erba la interroga. Nessun contatto fisico, neanche per sbaglio, nessun intervento con l'ausilio degli strumenti che le abbiamo regalato per Natale, solo l'interrogatorio che permette la diagnosi attraverso il racconto dei sintomi operato dalla paziente. Alla fine la dottoressa prescrive la cura scarabocchiando sui fogliettini (ecco a cosa servivano!) e congeda la paziente.
Questo è ciò che l'amatissima nipote ha maturato nella sua esperienza con la sanità di base, così da modificare perfino il classico gioco del dottore. Ridotto dalle giovani creature a un passacarte certificatore - a volte distratto - di fantasie e allarmi, distributore di ricette per medicinali e analisi da laboratorio, dispensatore di mutua per chi ancora può permettersela. Se quest'immagine è già entrata nell'immaginario dei bambini, vuol dire che il processi di smedicalizzazione del medico di base è già in fase molto avanzata.
Abbiamo giocato al medico passacarte per una buona mezz'ora, poi anche la nostra nipotina si è stufata e ha assunto quell'aria scoraggiata che leggiamo sul volto di tanti medici di base. Appunto.
A noi la constatazione di un cambiamento sociale epocale, di quelli che a breve metteranno in discussione il sistema sanitario pubblico (vedrete!), a lei l'idea che gli unici medici che ti toccano sono in ospedale o a pagamento. Poi la piccola è andata a letto e, commentando il gioco e la morale, ci siamo anche chiesti come sarà il mondo (e i modelli)  della sanità  fra dieci anni, quando "giocare al dottore" si caricherà per lei di ben altri significati ed esperienze.
Ma questa è un'altra storia.
Mariano
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