La stupefazione del pollo
Invece quello di Renzi è un documento che riassume in bella copia le innumerevoli ricette che nel tempo gli economisti e i politici hanno maturato, senza che ne abbiano messa in pratica neanche una: riduzione del cuneo fiscale...
... magari con i soldi di una bella patrimoniale; implementazione della formazione per qualificare la manodopera e spostare il fronte della produzione nell’innovazione e nell’esclusività del prodotto… e via così. Naturalmente non manca l’ennesima liberalizzazione del mercato del lavoro, forse come unica chance di fare davvero qualcosa, come peraltro i suoi predecessori.
Il fatto che si chiami in inglese, però, ha dato alla storia tutta un’altra fisionomia: giornalisti pensosi discettano di Jobs Act con altrettanto profondi commentatori, politicanti banderuole sono rifioriti grazie a questa nuove forme di comunicazione che, accidenti!, distinguono per davvero il leader naturale dalle mezze calzette del mondo della politica che, per fortuna lui sta rottamando.
E’ presto per dire se qualcosa cambierà per davvero, se dalle parole si passerà ai fatti. Il debutto non è stato dei più felici: governo inadeguato (non “giovane” e ”al femminile”, semplicemente inadeguato), sottosegretari maschi (quasi tutti) e per parte assai imbarazzanti, soprattutto frutto della solita lottizzazione; concludenza zero, tanti annunci e non uno che abbia prodotto il risultato sbandierato. Attendiamo fiduciosi, ma non vorremmo che – visto il perdurare dell’inciucio con Napolitano – per davvero la casta abbia scelto di cambiare tutto per non cambiare niente.
Magari chiamando la brillante operazione con un Total Change a uso e consumo degli Italian Chickens che si bevono di tutto - basta che sia in inglese -, pensando che le lacrime da coccodrillo risolvano per incanto le situazioni terribili di cui sono loro per primi i responsabili, con il loro opportunismo, l’irresponsabilità , l’ignavia e l’approssimazione cafona che rende tutto schifosamente sporco e uguale.
Best wishes, Italians.
Mariano