Miracolo a Grugliasco

Tra le cose ricordate da Mariano, spiccava la constatazione del fatto che molti punti del nostro programma sono diventati quasi immediatamente appannaggio anche dei nostri competitors. Inutile elencarli qui, ma il fatto che in alcuni volantini dell’elefantiaca coalizione si parli della necessità di uno stop alla cementificazione del territorio la dice davvero lunga sulla paternità delle loro proposte. Non è però mia intenzione polemizzare. Le nostre proposte, infatti, sono nate con l’obiettivo di diventare patrimonio comune e tutto ciò non può che inorgoglirci. Voglio invece condividere una riflessione di Mariano su un punto dirimente, anche se poco noto, di tutta la nostra campagna.
In un contesto politico dominato dalle logiche di spartizione, dall’opportunismo e dai repentini cambi di casacca, possiamo ben dire di aver assistito ad un piccolo miracolo: per tutta la durata della campagna elettorale, infatti, non si è mai parlato di spartizione del potere. Nessuno di noi è stato anche solo sfiorato dall’idea di tentare un accordo per qualche poltrona, nessuno ha proposto se stesso o qualche parente per un posto di sottogoverno, non ci sono state riunioni carbonare (né ufficiali, ma questo è nella norma) per definire strategie per includere qualcuno ed escludere qualcun altro. E tutto questo non è il frutto né della scaramanzia, né della scarsa fiducia nei propri mezzi. Semplicemente, la logica della passione e dell’impegno disinteressato ha prevalso su tutto. Tutti coloro che hanno partecipato alla nostra campagna elettorale l’hanno fatto con il solo intento di portare acqua al mulino di Grugliasco e di tutti i grugliaschesi. Abbiamo lavorato per progettare una città migliore, sotto tutti i punti di vista, primo tra tutti quello del metodo.
Abbiamo parlato di trasparenza, di inclusione, di partecipazione e di seppellimento di vecchie logiche. E l’abbiamo fatto nel solo modo che conosciamo: praticando le nostre stesse proposte.
Ora non rimane che un ulteriore obiettivo: far sì che anche questo modo di interpretare la politica diventi patrimonio comune. Sarebbe comunque una grande vittoria.
Elena Giargia
Ecologisti e Reti civiche