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GIOVINE: 2 ANNI E 8 MESI

Cota sempre più verde. Non di lega, ma di fifa!
Una sentenza che cambia le cose

giovine Stamattina il consigliere regionale Michele Giovine è stato condannato a 2 anni e 8 mesi - interdizione dai pubblici uffici per due anni e dall’elettorato attivo per 5 - per i falsi che ha commesso con la presentazione della lista Pensionati per Cota che, solo nella circoscrizione di Torino ha ottenuto oltre 15.000 voti, contribuendo in modo determinante alla vittoria del centrodestra. Il Tribunale ha anche dichiarato falsa la lista, aprendo così la porta a scenari ancora tutti da esplorare.

Che cosa ha combinato questo baldo giovane? Ha messo in lista candidati che non sapevano di esserlo, falsificando le loro dichiarazioni di accettazione di candidatura (dunque siamo ben oltre la falsificazione delle firme dei sottoscrittori a cui ci aveva abituato e per cui era stato graziato da una leggina ad hoc); poi, siccome pensava evidentemente di farla franca, è anche riuscito a fingere (e a dichiarare) che anziani oramai invalidi si fossero tutti recati nel comune dove lui è consigliere a farsi autenticare le firme. Per fortuna i moderni metodi di indagine hanno permesso di capire dal cellulare che in quei giorni non si era mai mosso da Torino e che, pertanto, anche l’autentica delle firme che aveva eseguito come consigliere comunale era fasulla.

La conseguenza di questa condanna è evidente: alle scorse elezioni regionali ha partecipato una lista-truffa che ha probabilmente alterato il risultato, fino a far prevalere Cota ai danni della Bresso. In altre parole, Cota farebbe il presidente della Giunta regionale per effetto di una truffa.

Nel passato i fan bressiani si erano a lungo spinti a chiedere il ribaltone per via giudiziaria, invece di perseguire la strada della correttezza, cioè richiedere la ripetizione delle elezioni. Questo atteggiamento, uscito sconfitto dalle aule dei tribunali, non ha di certo aiutato la battaglia di legalità che in pochi finora abbiamo cercato di combattere. Speriamo che l’abbiano capita e che, nell’udienza della Corte Costituzionale del 4 ottobre prossimo (dove si decide chi è competente a decidere, se il TAR Piemonte o il Consiglio di Stato), si presentino chiedendo l’unica cosa giusta da chiedere, con la forza della sentenza di stamattina: l’annullamento delle elezioni regionali del 2010.

Queste informazioni le ho avute di prima mattina dal mio amico Marco Riva (il firmatario dei ricorsi contro le liste truffa per conto di Civica e dei Verdi). Bisognerebbe ringraziare quelli, come lui, che partecipano da protagonisti a battaglie sacrosante senza perdere colpi e senza cercare la vetrina.

Mariano
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