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SCUOLA: CHE PASTICCIO!

Si cominciano a vedere i guasti della Gelmini

Ieri il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da sindacati e comuni cittadini contro alcune parti del Decreto Gelmni che riorganizzava i tagli pesanti agli organici della scuola pubblica.
La decisione arriva a scuola cominciata, quando tutti si sono ingegnati a fare fronte lo stesso ai tagli decisi e alle inspiegabili decisioni in merito alla riorganizzazione delle cattedre e dei curricola degli studi.
Per chi non è del ramo, voglio fare un esempio che chiarisce bene l'insensatezza del governo: negli istituti tecnici - dove l'aspetto professionalizzante, specie nei tre anni finali, dovrebbe essere prevalente - diminuiscono le ore di laboratorio e delle discipline scientifiche.
La ragione? Boh!

A fronte della sentenza del Consiglio di Stato il governo dovrebbe adeguare i corsi di studi, ripristinando la situazione precedente, come la  cominciano a vedere i guasti della prevederebbe. Ma oramai gli insegnanti in esubero per la riduzione di orario sono stati trasferiti in altre scuole, a loro sono state assegnate altre classi.

Ormai la situazione è irrimediabilmente compromessa, il caos regna sovrano. Certo è che il governo non da segno di voler cambiare stile: si diffonde la norizia della sentenza? Un comunicato del Minstero dice che la notizia è falsa, senza nessun altro commento. Ma la sentenza è vera, come si farà?
Organici tagliati, insegnanti mortificati, scuole difficili da gestire.... ma questo sarebbe il meno. Il vero problema è la qualità del servizio, l'attenzione agli studenti in difficoltà, le nuove tecnologie, la corrispondenza fra il desiderio di una scuola che prepara al futuro e la realizzazione di modelli sempre meno attenti alle caratteristiche di ciò che si fa.
Questo fa male, non le sole sentenze. Fa male l'indifferenza delle famiglie e quella di parte del personale della scuola, ciascuno preso dietro ai suoi problemi e incapace di assumere la scuola come bene collettivo da tutelare e da rilanciare ogni giorno come veicolo di costruzione di speranze e progetti per farle diventare realtà.
Stupisce anche l'indifferenza e l'afasia della politica, ma quella non è solo per la scuola.
Mariano
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