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LA SOFFERENZA DELL'ESSERE GIOVANE OGGI

Lezioni di vita da un ex studente che diventerà papà
Altra corsetta serale al parco, musica sparata nelle orecchie per combattere la fiacca, gente che suda, amici, conoscenti... ex studenti!
"Ciao Mariano", mi dice arrivandomi da dietro, "come stai?"
"Da vecchi",  gli rispondo ansimando e maledicendo la necessità di parlare che distrugge equilibrio precario che avevo raggiunto, " e tu? Lavoro? Famiglia?". Lo subisso con tutte le domande insieme per costringerlo a una riposta lunga e articolata, da ascoltare con calma durante la corsa.
"Sto per decidere di fare come tutti gli altri - mi fa - ... di adeguarmi all'andazzo, così farò carriera, starò meglio in salute e potrò dedicarmi con più serenità alla mia seconda laurea e alla creatura che arriverà all'inizio dell'anno".
Mi complimento per la creatura in arrivo e per la voglia di continuare gli studi ben oltre il normale, ma non posso non chiedergli che cosa sia successo e a che cosa si riferisce. Mi risponde più i meno così:
" Sai che lavoro in una ditta di media importanza, abbastanza strutturata per affrontare le crisi con un minimo di tranquillità e sufficientemente specializzata da temere meno degli altri la concorrenza dei cinesi. Eppure il cancro che la divora dall'interno avanza ogni giorno di più. La corruzione e l'individualismo non sono cose della sola politica, è tutta la società che è così. Nella mia azienda si assumono i figli dei dipendenti, che siano capaci o no non importa, opure i figli dei clienti, così il fatturato è garantito... almeno per adesso. Si va avanti se si lecca il culo al capo... soprattutto se non si protesta quando qualcuno intasca qualcosa per mandare avanti un ordine, una fattura, un fornitore piuttosto che un altro". 
Cerco di interromperlo per spezzare qualla spirale di amarezza che traspare dalle sue parole, ma lui continua:
"E' tutto in groviglio di piaceri e di piccole cricche che complottano per realizzare i loro interessi. Del bene dell'azienda e di chi ci lavora non importa niente a nessuno. Tutti debbono dire grazie a qualcun altro per qualche motivo, spesso inconfessabile, e questo tiene tutto impacchettato fino a quando... qualcun altro produrrà a meno e meglio di noi. Allora scenderemo in piazza in difesa dell'occupazione che non ci sarà più". 
Gianni mi diceva tutto questo perché mi conosce, oltre che come ex sindaco, anche come insegnante che gli ha fatto una testa così per trasmettergli il rispetto degli altri, prima di tutto di quelli che ci stanno più antipatici e quelli che hanno meno chances, e la convinzione che bisogna essere onesti perché conviene a tutti.
Gli ho detto che bisogna lavorare per cambiare le cose, non adeguarsi per stanchezza e delusione. Mi ha risposto così:
"Caro Mariano, il cancro dell'individualismo non guasta solo la politica o l'economia: è qualcosa che è talmente in profondità in tutti noi e nella nostra società malata, che è impossibile da sconfiggere. Non si può più nemmeno resistere facendosi la propria vita, oramai è troppo diffuso e debilita chiunque". 
Fine della corsa per me, Gianni continua, ma con che peso!

Mariano

PS Gianni non si chiama così, tutto il resto è vero, anche le sue parole.
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