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SCAJOLA, VERDINI, CIARRAPICO... L'AGONIA DEL REGIME?


Primavera terribile per Berlusconi. Da quando ha vinto con Bossi le regionali, non gliene è andata più bene una. Prima le mattane di Fini, poi gli scandali legati alal ricostruzione, adesso uno dei suoi ministri più importanti costretto alle dimissioni, il coordinatore del suo partito invischiato forse persino più idi Scajola in questo impasto di affari, compagni di merende e politichetta all'italiana.
Che i nostri siano colpevoli di quello per cui stanno oggi sulle prime pagine oppure no conta poco, la sostanza politica della questione è ormai emersa del tutto: gli intrecci, i maneggi, gli scambi di favori, il reciproco sostegno, perfino le imbarazzanti manifestazini di solidarietà, sono tutti conseguenza del quasi ventennio berlusconiano e ne segnano anche il rapido tramonto.
L'idea che una banda, composta da soggetti arricchiti ancora oggi non si sa come, potesse farsi economia, attraverso questa condizionare la politica, poi diventare essa stessa direttamente la politica medesima, poi ancora puntare decisamente alla conquista dello stato - e tutto questo piegando le regole all'obbiettivo finale - è maturata negli anni '70 e da allora si è fatta realtà.

Un branco di lupi famelici, dai comportamenti disinvolti e tracotanti, ha occupato tutto l'occupabile, supportato da una propaganda senza limiti e dall'incapacità del centrosinistra di farsi davvero alternativa. Si sono arricchiti, ma hanno soprattutto mostrato una enorme capacità di cambiare i costumi e i modi di pensare, le relazioni fra le persone, la stessa idea di lecito e illecito. Questo cambiamento culturale ha permeato anche il centrosinistra e alcune delle storie che racconto sul blog ne sono la dimostrazione lampante, insieme alle cronache quotidiane di spregio della democrazia, di inamovibilità dei sinistri culi di pietra, dall'emergere di un ricambio cresciuto nelle segreterie dei notabili invece che nelle professioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.
Adesso siamo prossimi alla fine del belusconismo. lo si intuisce non tanto dalle indagini della magistratura quanto piuttosto dagli squarci di libertà che cominciano a manifestarsi nei mass media. Non si intravede però come il nostro paese potrà uscire bene da questo periodo incredibile. I regimi che crollano producono sempre ulteriori disastri e i presupposti ci sono tutti.
Per adesso segnaliamo a tutti che un ministro della repubblica, nel dimettersi, ha detto di abitare in una casa di sua proprietà che non sa da chi è stata pagata. Poi vola a casa, utilizzando l'aeroporto che resta in funzione quasi solamente per lui...
Segnaliamo anche che non basta più strillare di giustizia (anche se va reso onore a chi lo fa) o rivendicare trasaparenza, legalità, moralità. Bisogna costruire cultura dello Stato, quella che serve a realizzare un paese coeso, unito e responsabile. Una scommessa appassionante che per ora resta confinata nelle retrovie della politica e nelle chiacchiere di noi irriducibili idealisti.

Mariano
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