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LA QUESTIONE MORALE

Riepilogando: una vicenda di appalti, cupole malavitose, esseri senza scrupoli ma con tante e altolocate protezioni politiche, ha rimesso all'ordine del giorno il tema della questione morale. L'avvento di Berlusconi oramai 16 anni fa  aveva messo in ultimo piano il tema che aveva determinato la caduta della Prima Repubblica. Sembrava che la nascita di Forza Italia e dell'Ulivo avessero messo fine a una stagione di ruberie, ma soprattutto a un sistema bloccato che si reggeva anche sulla corruzione e su alleanze "sporche" fra politica e affari, fra politica e malavita organizzata.
Poi arriva Mangano, lo stalliere di Arcore che non ha mai visto un cavallo, e qualcuno comincia a temere che non tutto sia finito, che la mafia abbia trovato nuovi interlocutori politici. Poi arrivano tutte le altre cose, mai abbastanza denunciate e mai abbastanza note... fino all'oggi.
Adesso il nostro, allarmato dall'esplosione dello scandalo e per le ramificazioni che coinvolgono le figure di primo piano del suo partito, si improvvisa moralizzatore e impazza sui media come se non fossero le sue le liste piene di condannati e se non fosse lui stesso della schiera dei pregiudicati.
Siamo oramai abituati a queste cose, dunque non vale stupirsi.
Una cosa però lascia senza parole: possibile che le opposizioni non siano capaci di trovare i contenuti - chiari, comprensibili - per andare in Parlamento a proporre una legge di moralizzazione che smascheri queste manfrine?

Mariano
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