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"Le Gru", quindici anni dopo.



A distanza di quindici anni, Mariano Turigliatto - oggi consigliere regionale del gruppo “Insieme per Bresso” - torna a parlare dell’”Affaire Le Gru”, lo scandalo che negli ultimi giorni del 1993 squarciò il velo su intrighi di malaffare e portò al crollo di un’intera classe politica e di un sistema di potere. Fu la più grande Tangentopoli che Torino ricordi, il lavoro della magistratura smontò una struttura oliata e diede impulso a una nuova stagione politica. Grugliasco si fece interprete di questa nuova spinta, presto però esaurita. Tanto che le più recenti vicende di tangenti e corruzione (Campania, ma non solo) hanno ricordato le modalità dello scandalo legato all’allora più grande shopville d’Italia.

Ed è questa inquietante analogia ad avere spinto Mariano Turigliatto a riflettere su quel periodo: “L’affaire Le Gru contiene i paradigmi di tante altre storie, ne parlo senza l’intenzione di voler rivangare il passato ma solo perché oggi mi sembra di rivivere lo stesso film”. Una riflessione che parte dalla sua elezione a sindaco nel 1994 (“Nessuno se la immaginava, tanto meno il sottoscritto. Ero convinto di andare del ballottaggio e alla vigilia  mi sarei accontentato del 40 per cento dei voti”), tocca i due mandati amministrativi (“In tempi di politica molto sfilacciata, la Giunta grugliaschese era diventata un soggetto politico che rappresentava l’interesse collettivo”) e i relativi successi (“Eravamo la dimostrazione che un’amministrazione viva può muovere la città. Non facevamo politica né di destra né di sinistra, ma eravamo dalla parte della gente e la gente s’è adeguata alla svelta”) fino a raggiungere il graduale scivolamento della politica verso il basso (“Purtroppo questa stagione s’è conclusa troppo presto e l’involuzione ha preso la forma del ritorno alle coalizioni politiche mescolate ai pressappochismi”). Turigliatto boccia senza appello l’oggi: “Ieri la politica governava: gestiva, cambiava e innovava. Oggi è al servizio di altre attività e chi se ne occupa non fa che conciliare esigenze particolari. E’ un arbitro: l’interesse collettivo non se lo fila più nessuno” e chiude coltivando una piccola speranza: “Confido nel fatto che cresca l’indignazione, di fatto l’unico sentimento che può produrre cambiamento”.

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA A MARIANO TURIGLIATTO

SCHEDA: "AFFAIRE LE GRU", COS'ERA SUCCESSO QUINDICI ANNI FA

 

 
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