di Patrizio Brusasco
L'ultima seduta del Consiglio regionale del Piemonte, dopo un lungo e problematico iter, ha varato il disegno di legge della giunta Bresso che, in linea col dettato nazionale, ha ridotto, accorpandole, le Comunità montane, riducendole quindi da 48 a 22.
Rispetto al progetto iniziale, approvato su proposta dell'assessore Bruna Sibille, ci sono tre importanti novità: in provincia di Torino le comunità Montane diventano 6 (erano cinque) grazie alla decisione di garantire l'autonomia amministrativa ai comuni della Valle Orco e Soana; anche in provincia di Cuneo si è arrivati a quota 6 in quanto la Val Stura sarà autonoma; nasce infine la prima comunità interprovinciale dell'Ossola.
Il traguardo raggiunto nel corso dei lavori consiliari è stato peraltro anche il frutto della pressione fatta dai vari sindaci dei comuni coinvolti nel disegno di legge , che hanno affollato l'area riservata al pubblico durante i lavori di Palazzo Lascaris.
La sinistra, che ha dato prova di tenere bene in questa occasione, parla di "alto senso di responsabilità della Regione che ha trovato una soluzione agli obblighi della Finanziaria malgrado i comprensibili problemi legati all'accorpamento e ai tagli che spazzano il 75% del fondo per la montagna"; mentre per l'opposizione si "tratta di accorpamenti senza logica, che cancellano peraltro l'autonomia dell'Alta Val Susa, non tenendo conto dell'omogeneità del territorio".