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MALASANITA COL VIZIETTO?.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

I porcellini che appaiono in foto rappresentano l'anima animale che contraddistingue, al pari di quella intellettiva come ci ricordava Aristotele, l'essenza umana fino al divenire assenza umana, di valori, di buoni sentimenti, di onestà e via dicendo.

Un'anima che sembra imperversare sull'ultimo scandalo che sta colpendo la Facoltà di Medicina di Torino, coinvolta, suo malgrado, in un caso di mercimonio sessual-professionale. Insomma è la solita vecchia icona del prof., meglio se barone, che chiede prestazioni sessuali a stundentesse, più o meno attempate, in cambio di facili esami, lauree, accessi in scuole di specializzazione, assunzioni e quant'altro.

Al di là della veridicità della denuncia da parte della studentessa, che sarà logicamente indagine della magistratura - dopo che il Tar ha riconosciuto i gravi estremi del caso, bloccando di fatto il concorso per entrare in specialità a medicina legale - certo è che qualcosa di marcio si annida anche all'interno delle massime istituzioni accademiche.

L'aspetto triste è che noi tutti sappiamo come spesso funzionino certe cosucce, come tutti sapevano che esistevano (ed esistono tuttora) le tangenti, tanto nel pubblico che nel privato - vox populi, vox dei! E poi si sa che ormai medicina, come un po ' tutte le altre facoltà,  è a tutti gli effetti un' enclave di raccomandati per sangue, censo, amicizie varie, legami massonici, intrecci sessuali che finiscono per colpire soprattutto i "capi deboli" del sistema; come si sa, nel contempo, che purtroppo e oggigiorno a medicina si ha un rapporto, diciamo,  particolare con la fisicità, il corpo e la sessualità; basti avere qualche esperienza di ospedali e qualche amico medico per essere bene informati sui retroscena di quanto accada spesso nei nosocomi.

Ora ci sarà il ritualistico balletto delle controaccuse da parte del professore e vedremo quanto saranno bravi e fortunati i difensori di entrambi nel far venire a galla la verità, con la speranza che si ricordino del vecchio adagio: amicus Plato, sed magis amica veritas".

Sarebbe poi il caso di non nascondersi dietro a false ipocrisie e a difesa della categoria di turno. L'università italiana, come lo Stato italiano, è un malato terminale e la spocchia del suo corpo docente - la stragrande maggioranza - è ben nota a noi tutti che abbiamo avuto l'onore e l'onere di frequentare vari corsi di laurea e di aver acquisito collaborazioni varie con gli atenei nostrani, scontrandoci infine con le solite logiche di cooptazione che ne caratterizzano, per lo più, la selezione del personale. Sia chiaro che le altre istituzioni non sono  per nulla differenti.

Resta il patetico fatto che questi malcostumi sono ormai quasi la regola, sempre che non si goda di particolari protezioni come anzi detto, e che medicina, tra i test di ammissione e questi continui scandali su esami, concorsi e quant'altro, viva di un suo regime speciale.

Ricordo di aver condotto una puntata su Telestudio sulla malasanità piemontese e di aver avuto come ospite telefonico il dott. Palestro; in quel caso c'era la "denuncia" degli specializzandi che sostenevano di non ricevere adeguata preparazione pratica (altra cosa arcirisaputa): ovviamente il preside Palestro negò in modo totale, mostrando uno scollamento, con la realtà, preoccupante e foriero di futuri smottamenti.

Anche in questo caso la casta dei docenti, salvo rari grilli parlanti, si schiererano dalla parte del professore, probabilmente per difendere le loro stesse abitudini, ma non muta la sostanza del discorso. Mentre i più onesti diranno: "ah sì, giravano strane voci su di lui" (ma valle a dimostrare!)

Certo, molto ci sarebbe da dire anche sul comportamento delle studentesse - in queso caso parliamo di una donna di 38 anni, sposata, mamma di due figli e in attesa di un terzo, e con un marito verosimilmente consenziente! -, e allora forse, ci viene l'atroce sospetto, varrebbe la pena di cambiare per iscritto le regole della civile convivenza per legalizzare l'illegale e rendere fattibile, quando non anche degno di merito, la devianza di qualsivoglia natura.

La nota triste di questa storia è che tutto continuerà come e forse peggio di prima e probabilmente anche il sottoscritto avrebbe dovuto scrivere un' apologia del fatto e non un' inutile, noiosa, moralistica, sterile e ipocrita reprimenda. Dunque complimenti al Professore e alla studentessa di turno...e ci risentiamo al prossimo scaldalo!

 
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