Il post che vi proponiamo oggi proviene dal sito di Paolo Turati, che sottolinea un tasto dolente dell'organizzazione regionale, ossia il ravvisamento di grandi sprechi così come è stato in una recente occasione pubblicamente segnalato dalle associazioni dei consumatori.
di Paolo Turati
Che debbano risultare le Associazioni dei consumatori come denuncianti istituzionali (hanno preannunciato l’intenzione di adire in merito alla Corte dei Conti) degli sprechi degli ultimi tre anni in campo consumeristico dell’Ente regionale piemontese (il quale in parte non disprezzabile ne finanzia l’attività nei confronti del pubblico ed i relativi sportelli) è una contingenza che merita di venir segnalata.
E’ quello che è accaduto giovedì 17 aprile (noi c'eravamo), durante la conferenza stampa promossa a Torino da Associazione Consumatori Piemonte, Adiconsum, Acu, Adoc Piemonte e Movimento Consumatori.
Goccia che ha fatto traboccare il vaso, rilevano dall’Associazione Consumatori Piemonte, tre "operazioni" della Regione Piemonte che, in ordine di grandezza, sono costate, rispettivamente, circa 200 mila Euro, quasi 60 mila Euro e oltre 11 mila Euro, in assenza di reale utilità per il sistema del consumerismo regionale. Seguono alcuni dettagli.
Due milioni di pieghevoli divulgativi, prodotti senza una progettazione distributiva, giacciono da tempo inutilizzati presso le sedi delle Associazioni.
La Regione imputa alle associazioni stesse la responsabilità della mancata distribuzione ma erano state le stesse Associazioni (alle quali si può chiedere al massimo di esporre i pieghevoli nelle proprie sedi e non certo di girare la città per distribuirli) a mettere in guardia dell’inutilità di produrre una tale massa cartacea, sostanzialmente non distribuibile.
Un sito internet (Progetto Infocons), costato alle casse regionali oltre 57.000 Euro nel 2006, che è stato utilizzato per dieci contatti in totale (con un costo consulenziale per unità di 5.700 Euro).
Sessanta targhe di alluminio, per gli altrettanti sportelli delle Associazioni convenzionati con la Regione, costate 11.900 Euro quando, per un prodotto equivalente e, anzi, qualitativamente anche un po’ superiore, una qualunque tipografia avrebbe preteso al massimo 1.800 Euro + Iva.
Ma c’è anche altro fra le varie lamentazioni ed i vari responsabili degli enti associativi non hanno lesinato particolari. Il rappresentante di Acu ha denunciato una convenzione con la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, costata 233 mila Euro (oltre ad un contratto aggiuntivo di fornitura di servizi da terzi del costo di ulteriori 30 mila Euro), che ha dato esiti di funzionalità di servizio di totale inefficienza (irreperibilità del centro documenti, segreteria non funzionante, corsi sporadici –8, di tre ore- con al massimo 7 persone a frequentarli): considerando che questa spesa rappresenta la metà del Progetto "Scuola del consumo consapevole", è naturale che, osserva l’Acu, di fastidio nell’ambiente ne serpeggi.
Adoc Piemonte segnala poi come la decisione di elevare il numero degli sportelli per il consumatore a 60 (finanziandoli con 10mila Euro annui a sportello e con tetto massimo di 6 sportelli per Associazione), abbia favorito la proliferazione di nuovi enti associativi ma, al tempo stesso, ogni singolo sportello risulti in questo modo finanziato in maniera assolutamente insufficiente rispetto ai costi da sostenere per fornire un servizio adeguato.
In conclusione, evidenziano a loro volta dal Movimento Consumatori e dall’Adiconsum, è un dato consolidato che solo il 20% del finanziamenti regionali siano utilizzati a copertura, malpagata, del costo per il servizio istituzionale a favore del consumatore e che il resto si perda in rivoli di spese e sprechi strapagati quali quelli di cui sopra.