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MALALAI JOYA: PRIMA CHE MI UCCIDANO.

Malalai Joya e' una deputata afgana e attivista per i diritti umani

L'associazione Maipiucernobyl (maipiucernobyl@libero.it) ci ha inoltrato un appello comparso sul quotidiano "Il manifesto" il 21 luglio 2007, con il titolo "Appello all'Italia". In certi casi la drammaticità non è una questione retorica.

di Malalai Joya

Piu' di cinque anni fa gli Usa e i loro alleati hanno attaccato il mio paese dicendo di voler liberare le donne afghane. Poche settimane dopo il rovesciamento del regime dei talibani, Laura Bush ha
dichiarato orgogliosamente: "Grazie ai nostri successi militari, le donne non sono piu' imprigionate nelle loro case. La lotta contro il terrorismo e' anche la lotta per i diritti e la dignita' delle donne".
Nel novembre 2001 Colin Powell, segretario di stato americano, ha dichiarato: "I diritti delle donne in Afghanistan non saranno merce di scambio", ma il 17 giugno 2007 il rapporto del dipartimento di stato Usa sul traffico umano ha scritto che l'Afghanistan e' tra i paesi in cui il traffico per lo sfruttamento sessuale di donne e bambini e' piu' diffuso.

Oggi le bugie degli Usa sono chiare a tutti. Dopo cinque anni di guerra il nostro devastato paese rimane intrappolato nelle maglie del fondamentalismo dei signori della guerra ed e' come un corpo che ha perso conoscenza e che sta spirando. L'amministrazione Bush ha consegnato il potere a quelli che erano gia' noti anche in passato, quegli assassini, massacratori, crudeli come i talibani.

I media occidentali parlano di democrazia e di liberazione dell'Afghanistan ma gli Stati Uniti e i loro alleati sono impegnati nella promozione dei signori della guerra, dei signori della droga, della criminalizzazione del nostro paese ferito.

Voglio elencare i nomi di quelli che detengono il potere in Afghanistan:

Karim Khalili, il vicepresidente, e' il leader di un partito pro-Iran chiamato Wahdat, responsabile dell'uccisione di migliaia di innocenti.

Il generale Mohammed Daoud, viceministro degli interni afghano, responsabile della lotta alla droga, e' un famoso signore della guerra e narcotrafficante.

Rashid Dostum, il capo delle forze armate afghane, e' un killer spietato e molto conosciuto.
Qasim Fahim, ex ministro della difesa e ora senatore e consulente del presidente Karzai e' accusato di crimini di guerra.

E' una lista che continua, con centinaia di uomini, molti definiti criminali da Human Rights Watch.
Come possiamo parlare di democrazia quando le nostre strutture legali, giudiziarie, esecutive sono infettate dai virus del fondamentalismo e della mafia del narcotraffico?

Il mese scorso tutti questi criminali hanno messo da parte le loro differenze per unirsi e formare un nuovo fronte politico contro la nostra gente. Soltanto due giorni dopo la sua creazione si e' detto che dietro a questo fronte ci sono la Russia e l'Iran. L'Afghanistan si sta dirigendo verso il disastro.
I talibani continuano il loro fascismo nelle zone orientali dell'Afghanistan dove il governo non ha alcun controllo. Continuano a perpetrare esecuzioni pubbliche e rapimenti.

Quando qualche mese fa un giornalista italiano e il suo interprete afgano furono rapiti, il governo afghano ha raggiunto un accordo con i talibani e ha rilasciato cinque dei loro capi in cambio della liberta' del giornalista italiano. Ma nessuno si e' preoccupato del destino dei due afghani innocenti
che erano con lui. Entrambi sono stati decapitati dei talibani. La sporca e vergognosa diplomazia del governo afghano ha suscitato rabbia tra la nostra gente che ha capito che il destino degli afghani non ha valore per questo antidemocratico governo di burattini.

 
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