L'eco-dem Turigliatto: "credo nel nuovo partito, ma per ora vedo solo una zuffa tra comari"
"Basta liti, parliamo di problemi veri o alla fine la gente ci lascerà soli"
di Marco Trabucco
"Le primarie del 14 ottobre dovrebbero essere, se non una festa di popolo, qualcosa di simile. Se andiamo avanti così rischia però di essere una festicciola per pochi amici. Sempre i soliti, tra l'altro". Mariano Turigliatto, consigliere regionale, è da tempo un Gianburrasca della sinistra torinese. Ex sindaco "verde" di Grugliasco, adesso è impegnato nel processo per la costruzione del P.D. tra i leader piemontesi della lista veltroniana degli Eco.Dem.
Perchè è così pessimista?
"Perchè il compito che mi sono preso, o che mi è stato dato, in questo momento è di occuparmi della gente che è tiepida verso il nascente P.D.. Partito in cui credo perchè è l'unica novità possibile nel panorama politico italiano: l'unica possibiiltà di rispondere a quel malessere culturale nei nostri confronti che emerge da polemiche come quelle sui costi della politica.
E questa gente che lei contatta come reagisce?
"più va avanti il dibattito e più si raffredda. I segnali che mi arrivano non sono davvero buoni".
Perche?
"Perchè ad esempio, qui in Piemonte, stiamo trasformando quella che dovrebbe essere una festa della democrazia, cioè le primarie, in un bisticcio tra comari, in cui non si capisce cosa debbano fare i saggi. E chi sia saggio e chi no, soprattutto. Sembra un film di Nanni Moretti. Ma fa ridere molto di meno".
Non crede di esagerare?
"No, anzi, parlare di lite da comari è ancora poco: sembra piuttosto un regolamento di conti tra gruppi e gruppetti di partito. Se anche le diverse aree politiche che si stanno delineando sono portatrici di contenuti diversi, spesso è così, quello che ne esce dal dibattito politico è solo la polemica esasperata. Così non si va da nessuna parte, anzi, si rischia solo di mortificare le intelligenze di molti di noi, messi tutti insieme in un frullatore senza senso".
Come se ne esce?
"Parlando di contenuti: ad esempio abbiamo un sistema di piccole e medie imprese che hanno bisogno di segnali imoprtanti dalla politica. Incontriamole, raccogliamo le loro esigenze e cerchiamo di dimostrare che il P.D. le potrà tradurre in azione politica. O ancora la questione del precariato che è diventata una vera emergenza nazionale anche per le aziende. Solo se parliamo in modo convincente di problemi come questi la gente ci seguirà: perchè è ciò che ci chiede, per riconquistare fiducia nella politica".
E di Susta, Morgando e così via, cosa facciamo?
"vanno tutti benissimo: ma adesso facciamo, tutti, un passo indietro. fino al 14 ottobre lavoriamo sulle liste, sui programmi e cerchiamo di convincere più gente possibile, anche quella società civile che non è migliore di noi politici ma ha diritto di parlare e pesare. Solo dopo questo lavoro avrà senso contarsi".